Maya: differenze tra le versioni

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[[File:Maya civilization ___location map-blank.svg|thumb|Massima estensione della civiltà maya]]
 
La civiltà maya occupava un ampio territorio che comprendeva il [[Messico]] sudorientale e il nord dell'[[America Centralecentrale]]; questa zona comprende tutta la [[penisola dello Yucatán]], Guatemala, Messico e Belize e dunque tutto il territorio facente ora parte degli odierni paesi del [[Guatemala]] e del [[Belize]], così come le parti occidentali dell'[[Honduras]] e dell'[[El Salvador]]. In Messico, il territorio occupato dai Maya è ora incorporato negli stati di: [[Chiapas]], [[Tabasco (stato)|Tabasco]], [[Campeche]], [[Quintana Roo]] e Yucatán.<ref>{{cita|Phillips, 2007|p. 47|phillips}}.</ref> La penisola dello Yucatán è delimitata dal [[Mar dei Caraibi]] a est e dal [[Golfo del Messico]] a nord e ad ovest e comprende i moderni stati messicani di Yucatán, Quintana Roo e Campeche, la parte orientale dello stato di Tabasco, la maggior parte del dipartimento guatemalteco di [[Petén]] e tutto il Belize.<ref>{{cita|Quezada, 2011|p. 13|quezada}}.</ref> La maggior parte della penisola è costituita da una vasta [[pianura]] con alcune [[colline]] o montagne e una riviera costiera generalmente bassa. Le zone nord-occidentale e settentrionali presentano una minore piovosità rispetto al resto della penisola; queste regioni vantano una [[roccia]] calcarea altamente porosa con una conseguente minor presenza di acque superficiali.<ref name="Thompson 1966, p. 25">Thompson 1966, p. 25.</ref> Al contrario, la parte nord-orientale della penisola è caratterizzata da [[palude|paludi]] boschive.<ref name="Thompson 1966, p. 25"/> La parte settentrionale della penisola è priva di fiumi, fatta eccezione per il fiume [[Champotón]], tutti gli altri si trovano nel sud.<ref>{{cita|Quezada, 2011|p. 14|quezada}}.</ref>
 
[[File:Sierra Madre Guatemala.jpg|thumb|left|Le alture della Sierra Madre]]
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[[File:Uxmal nunnery by Catherwood 02.jpg|thumb|Disegno di [[Frederick Catherwood]] delle rovine di [[Uxmal]]]]
 
I missionari cattolici scrissero resoconti dettagliati dei Maya, a sostegno dei loro sforzi di evangelizzazione e dell'assorbimento di questa popolazione nell'[[impero spagnolo]],<ref name="Demarest04p31">{{cita|Demarest, 2004|p. 31|demarest}}.</ref> lasciando dettagliate descrizioni delle rovine che trovarono nello Yucatán e in America Centralecentrale.<ref>{{cita|Demarest, 2004|pp. 32-33|demarest}}.</ref> Nel 1839, il viaggiatore e scrittore [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[John Lloyd Stephens]], visitò un certo numero di siti maya con l'architetto e disegnatore inglese [[Frederick Catherwood]].<ref>{{cita|Koch, 2013|pp. 1, 105|koch}}.</ref> I loro racconti illustrati delle rovine suscitarono un forte interesse popolare che portò la civiltà maya all'attenzione del mondo.<ref name="Demarest04p31"/> Durante il XIX secolo si è vista la catalogazione e il recupero dei reperti etnostorici e i primi studi per decifrare i geroglifici.<ref>{{cita|Demarest, 2004|pp. 33-34|demarest}}.</ref>
 
[[File:Castillo Maler.jpg|thumb|left|Fotografia del 1892 del ''Castillo'' a Chichen Itza di [[Teoberto Maler]]]]
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L'organizzazione dei Maya del periodo classico fu concentrata in un potere reale di cui si può vederne testimonianza in quasi tutte le forme d'arte di quel periodo. Il re era il capo supremo e possedeva uno status di semi-divinità in quanto era considerato il mediatore tra il regno mortale e quello degli Dei. Da tempi antichissimi, i re furono specificatamente identificati con il giovane dio del mais, il cui dono del mais era la base della civiltà mesoamericana. Per i Maya la successione reale era patrilineare e il potere reale passò attraverso le regine solo quando non si poté fare altrimenti, pena l'estinzione della dinastia. In genere, il potere passava al figlio maggiore. Un giovane principe era indicato come un ''ch'ok'' ("gioventù"), anche se questa parola fu più tardi utilizzata per fare riferimento alla nobiltà in generale. L'erede al trono reale era indicato come ''b'aah ch'ok'' ("giovani in testa"). Vari momenti dell'infanzia del giovane principe erano caratterizzati da rituali; il più importante era la cerimonia del [[salasso]] che avveniva all'età di cinque o sei anni. Pur essendo di stirpe regale, essa assumeva una grande importanza: l'erede doveva anche essere un combattente di successo. L'intronizzazione di un nuovo re era una cerimonia molto elaborata, che coinvolgeva una serie di atti distinti che comprendevano l'intronizzazione su un cuscino di pelle di [[giaguaro]], il [[sacrificio umano]] e la ricezione dei simboli del potere reale, come ad esempio una fascia, un elaborato copricapo ornato di piume di [[quetzal]] e uno scettro che rappresenta il Dio [[K'awiil]].<ref>{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 14|martin}}.</ref>
 
L'amministrazione politica dei Maya si basava essenzialmente sulla corte e non era burocratica di natura. Il Governo era gerarchico e le cariche ufficiali erano sostenute da membri di rango superiore dell'aristocrazia; i funzionari tendevano ad essere promossi a livelli più elevati nel corso della loro vita. I funzionari sono indicati come "proprietà" dei loro sostenitori e questo rapporto continuava anche dopo la morte di quest'ultimo.<ref name="Foias14p224">{{cita|Foias, 2014|p. 224|foias}}.</ref> La corte reale maya era un'istituzione politica vivace e dinamica.<ref>{{cita|Jackson, 2013|pp. 142, 144|jackson}}.</ref> Non vi era una struttura universale fissa per la corte, diversamente ogni ordinamento politico costituiva una corte reale che si adattava al proprio contesto.<ref name="D'ArcyHarrison03p114">{{cita|D'Arcy Harrison, 2003|p. 114|darcy}}.</ref> Un certo numero di titoli reali e nobiliari sono stati identificati dagli [[epigrafia|epigrafisti]] grazie alla traduzione di iscrizioni. Il termine ''Ajaw'' viene solitamente tradotto come "signore" o "re". Nei primi anni del periodo classico, un ''Ajaw'' era il sovrano di una città. In seguito, con l'aumentare della complessità sociale, l{{'}}''Ajaw'' assunse il ruolo di membro della classe dirigente e una grande città poteva averne più di uno a cui competevano ogni decisione su diversi quartieri.<ref name="D'ArcyHarrison03p114"/> I governanti si distinguevano dal resto della nobiltà posponendo il termine ''k'uhul'' al loro titolo di ''Ajaw''. Un ''Ajaw k'uhul'' era un "signore divino", onorificenza originariamente destinata ai re delle linee reali più prestigiose e antiche.<ref>{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 17|martin}}.</ref> ''Kalomte'' era un titolo regale, il significato esatto è ancora da decifrare, ma se ne potevano fregiare solo la maggior parte dei re più potenti delle dinastie più forti. Verso la fine del periodo classico, il potere assoluto dell{{'}}''Ajaw k'uhul'' appariva indebolito e il sistema politico si era diversificato andando ad includere un'ampia aristocrazia, che da questo momento iniziò ad ampliarsi molto velocemente.<ref>{{cita|Jackson, 2013|pp. 4-5|jackson}}.</ref>
 
[[File:Maya Presentation of Captives Kimbell.jpg|thumb|sinistra|Scultura del periodo classico che mostra Sajal Aj Chak Maax che presenta i prigionieri a Itzamnaaj B'alam III di Yaxchilan<ref>''[[Kimbell Art Museum]]''. {{cita|Martin & Grube, 2000|p. 135|martin}}.</ref>]]
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[[File:WLA metmuseum Maya Wood Mirror Bearer 6th century.jpg|thumb|upright|Statuetta di legno Classic, si presume che originariamente sostenesse uno specchio]]
 
Al pari di molte civiltà del passato, i Maya come altri popoli dell'America Centralecentrale erano soliti caratterizzare sculture ed edifici mediante il colore, sia che questi ultimi avessero pareti lisce o fossero decorati a rilievo. Decorazione [[policromia|policrome]] all'interno di [[tomba|tombe]] di templi e palazzi come in rosso puro, [[azzurro]] di fondo. L'arte maya si sviluppò essenzialmente all'interno alla corte reale, riguardando quasi esclusivamente la classe dirigente e il suo mondo. I manufatti artistici furono realizzati sia in materiali deperibili che non deperibili e aveva lo scopo principale di ricordare i propri antenati. Anche se solo una piccola parte della loro produzione artistica è arrivata sino a noi, essa rappresenta la più ampia varietà di soggetti rispetto a qualsiasi altra forma tradizione artistica delle Americhe.<ref>{{cita|Miller, 1999|p. 10|miller}}.</ref> L'arte maya fu caratterizzata da molti stili regionali e fu l'unica nelle antiche Americhe a utilizzare il testo narrativo.<ref>{{cita|Miller, 1999|p. 11|miller}}.</ref> Gli oggetti più belli superstiti sono quelli risalenti al periodo tardo classico.<ref>{{cita|Miller, 1999|p. 105|miller}}.</ref>
 
Si è osservato che i Maya predilessero il colore verde o blu-verde, e utilizzarono lo stesso termine per entrambi i colori. Di conseguenza, le pietre di questo colore furono per questa civiltà oggetti di grande valore e vennero associati al dio-sole K'inich Ajau. Con questi materiali vennero scolpiti diversi manufatti.<ref>{{cita|Miller, 1999|pp. 73-75|miller}}.</ref> La nobiltà maya usava incastonare nei denti delle pietre di [[giada]]. Alcune maschere funerarie, come quella di [[K'inich Janaab' Pakal]] (il re di Palenque), furono realizzate con questa pietra.<ref>{{cita|Miller, 1999|p. 75|miller}}.</ref>