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Trasferitosi da adolescente a [[Roma]] frequentò l'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]] partecipò alla [[campagna italiana di Russia]], sopravvivendo nonostante le gravi ferite, i piedi congelati e un'[[ulcera duodenale]]<ref name="AP">{{cita|Avagliano, Palmieri, 2024|pp. 346-347}}.</ref>. Dopo il [[congedo militare]] fu proposto da [[Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo]] per il riconoscimento della [[Ricompense al valor militare|medaglia d'argento al valor militare]]; fu impiegato nel [[Ministero delle finanze]] ed ebbe modo di collaborare con la rivista illustrata ''[[Il Pupazzetto]]''<ref>{{cita web|url=https://www.fumettomaniafactory.net/vittorio-marimpietro-di-san-sebastiano-e-tutti-gli-altri-anniversari-fumettistici/|titolo=Pupazzetto: Vittorio Marimpietro di San Sebastiano…|autore=Dario Janese|editore=Fumettomania|data=18 giugno 2024|accesso=11 ottobre 2025}}</ref>.
 
In seguito all'[[armistizio di Cassibile]], che portò alla creazione della [[Repubblica Sociale Italiana|Repubblica di Salò]] con il fine di governare i territori italiani controllati militarmente dalla [[Germania nazista]] contrastando la [[Resistenza italiana|Resistenza partigiana]] e inasprendo la [[guerra di liberazione italiana]], entrò a far parte del [[Fronte militare clandestino]] collaborando da convinto [[Antifascismo|antifascista]] all'attività di propaganda e tesseramento, nascondendo ufficiali del [[PartitoComitato d'Azionedi Liberazione Nazionale]], nascondendo ufficiali ricercati da [[Nazionalsocialismo|nazisti]] e [[Fascismo|fascisti]] e veicolando informazioni riservate e ordini agli organi didel partito[[Partito d'Azione]] per favorire la lotta clandestina e [[Partigiano|partigiana]]<ref name="AP"/>.
 
Catturato il 10 dicembre 1943 dalle [[Schutzstaffel|SS]], condotte da una [[Spionaggio|spia]] fascista nella sua abitazione di [[Largo di Torre Argentina|via Torre Argentina]], nel [[centro storico di Roma]], fu arrestato, rinchiuso, interrogato, tenuto a digiuno e torturato nel [[Museo storico della Liberazione|carcere provvisorio di via Tasso]], il 18 dicembre fu trasferito nel terzo braccio del [[carcere di Regina Coeli]], alla cella numero 353. Accusato ingiustamente di far parte dei [[Gruppi di Azione Patriottica|gappisti]] della [[Brigate Garibaldi|legione garibaldina]] di [[Peppino Garibaldi]] fu riportato nell'edificio di via Tasso dove, nella cella numero 16, subì violenti interrogatori. Tuttavia rifiutò di parlare o di offrire qualsiasi tipo di collaborazione<ref name="AP"/>.