Vittorio Anedda: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== Famiglia ===
Vittorio Giovanni Anedda nacque il 25 giugno 1876 nella storica villadimora di famiglia ad [[Orroli]], comune della [[Città metropolitana di Cagliari]], dove la famiglia risiede da generazioni. Figlio di Salvatore Anedda e Anna Irene Caria, appartiene a un'agiata famiglia [[Sardegna|sarda]] di proprietari terrieri<ref name=giannionano>Gianni Onano, Sul solco della memoria, Vittorio Anedda, il padre del Gigante Rosso e intrepido avventuriero, Cagliari, Arkadia Editore, 2018</ref> che vanta esponenti impegnati, in particolare dal [[XIX secolo]], in rilevanti incarichi pubblici, in ambito militare, nel settore privato e dell'[[industria mineraria]]. Discende da Nicolò Caria, proprietario terriero, già [[sindaco]] di [[Orroli]] a metà dell'800<ref name="ReferenceA">Umberto Oppus, Xert'e Cea. Storia della secolare contestazione territoriale tra Mandas ed Orroli per Cea Malargia, Cagliari, Nuove Grafiche Puddu, 2004</ref>. Lo zio Francesco Caria (1866 - 1953), [[ufficiale (onorificenza)|cavaliere ufficiale]] dell'[[ordine della Corona d'Italia]], ricoprì importanti incarichi nell'amministrazione delle [[Dogana|Dogane]] (dove iniziò la carriera nel 1893) nella quale venne nominato ispettore capo della [[Dogana]] centrale di [[Cagliari]] fino al [[1934]], quando venne congedato come direttore onorario<ref>{{Cita libro|titolo=Bollettino Ufficiale del Personale|url=https://books.google.it/books?id=pCLdbC1h-CsC&dq=caria%20dogana%20ufficiale%20ordine%20corona&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q=caria&f=false|data=1934|editore=Istituto poligrafico dello Stato|p=335, 630}}</ref>. Il fratello Costantino Anedda (1891 - 1972), proprietario terriero, imprenditore agricolo e [[mineralogia|tecnico minerario]], fu direttore di bacini minerari in [[Indocina francese]] nel [[Tonchino]] e in [[Toscana]] a [[Siena]]<ref name=giannionano/> nonché [[ufficiale (forze armate)|ufficiale]] di [[Reggimenti di artiglieria dell'Esercito Italiano|artiglieria]] del [[Regio Esercito]] durante il [[prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]]. Il figlio Bruno Anedda (1911 - 1978), ingegnere minerario, fu capo del Corpo delle Miniere della Sardegna, ispettore generale del distretto minerario di [[Iglesias (Italia)|Iglesias]], dirigente e docente di geologia dell'Istituto minerario di [[Iglesias (Italia)|Iglesias]], membro della delegazione italiana a [[Bruxelles]] nell'Organo permanente per la sicurezza delle miniere della [[Commissione europea]] (Mines Safety and Health Commission)<ref>{{Cita libro|titolo=Seventh report of the Mines Safety and Health Commission|url=https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/5f8619e7-89aa-467d-b560-bdb7ace8c89a|data=1934|editore=European Commission|p=92}}</ref>, membro e presidente del [[Consiglio Superiore delle Miniere]] del [[Ministero dello sviluppo economico|Ministero dell'Industria e del Commercio]], socio dal 1940 e membro del Consiglio di Presidenza dell'Associazione Mineraria Sarda tra il 1941 e il 1949; partecipò inoltre alla [[seconda guerra mondiale]] come [[ufficiale (forze armate)|ufficiale]] di [[Reggimenti di artiglieria dell'Esercito Italiano|artiglieria]] del [[Regio Esercito]] e fu deportato e prigioniero dei tedeschi tra il 1944 e il 1945 nel campo di concentramento di Buchenwald-Dessau. Il consuocero Agostino Onano (1875-1954), [[notaio]] nei distretti di Cagliari e Lanusei, giudice conciliatore ad Orroli tra il 1920 e il 1930, fu il primo Sindaco elettivo di Orroli dal 1946 al 1949. [[File:Villino neogotico Anedda di Orroli.jpg|thumb|Villa Anedda (neogotico XIX secolo)]]
 
La storica [[Orroli#Architetture civili|residenza di famiglia ad Orroli]]<ref name="ref_A">Maria Antonietta Orrù, Orroli e Orroli. Da un paese all'altro, Cagliari, Arkadia Editore, 2018</ref>, risalente ai primi dell'800, ampliata e ristrutturata ad inizio '900<ref name=giannionano/>, rappresenta un esempio unico nella zona e raro in [[Sardegna]] di villa con dettagli in stile [[Architettura neogotica|neogotico]], presente in diverse residenze signorili realizzate tra il XIX e XX secolo: tra gli elementi caratterizzanti si ricorda il rivestimento decorativo in cotto a vista nella cornice delle finestre del piano terreno e nella ghiera dell'arco a sesto acuto della monofora centrale al primo piano e la lunga scalinata in pietra per l'accesso al giardino sopraelevato antistante l'abitazione.