Cratere del Sirente: differenze tra le versioni
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== L'ipotesi dell'impatto meteoritico ==
La teoria dell'impatto meteorico è stata argomentata a più riprese dai suoi autori. All'epoca del presunto impatto il territorio ricadeva nelle competenze amministrative del ''municipium'' di [[Superaequum]] e fonti della tradizione orale tramandano la memoria di un evento catastrofico riferibile in termini cronologici proprio al contesto degli antichi Peligni Superequani del IV-V secolo d.C. Le conseguenze stimate per il presunto impatto meteoritico del Sirente appaiono inoltre compatibili con tutte le emergenze archeologiche finora note databili tra il IV e il V sec. d.C.
Testimonianze di eventi celesti non sono oltretutto estranee alla storia degli antichi romani: tra i prodigi celesti che si osservarono in tutta l'Italia durante gli anni della [[Guerra Sociale]] (I secolo a.C.), [[Plutarco]] ci ricorda che a Λαβέρνη la terra si spaccò proprio mentre Silla vi era giunto con un esercito. Altri autori classici, riferendosi al medesimo evento, descrivono una fiamma alta fino al cielo (Lisandro e Silla, 6.6). Il fatto viene ribadito anche da [[Paolo Orosio|Orosio]] e [[Giulio Ossequente]] a proposito dei prodigi che vennero osservati a Roma e in Italia durante il primo anno della Guerra Sociale. Orosio situa il presagio in Samnitibus (V, 18,5), mentre Ossequente lo colloca presso una località Aenaria (51.54). Salomon, tenendo conto delle vicende militari del giovane Silla, traduce ''Aenaria'' in ''Aeserniae'' localizzando i fatti ad Isernia. Mommsem, invece, identifica Λαβέρν con ''Laverneis'' e colloca l'episodio nei pressi dell'antico ''pagus Laverneis'' (l'attuale borgo di [[Prezza]] nella [[Valle Peligna]]).<ref>Wonterghem, van F., ''Corfinium, Superaequum e Sulmo'', Olschki, 1984.</ref>
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