Operazione Compass: differenze tra le versioni

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|Effettivi1 = ~ {{formatnum:150000}} uomini<br />600 mezzi corazzati<br />{{formatnum:1600}} cannoni<br />336 aerei
|Effettivi2 = ~ {{formatnum:31000}} uomini<br />275 carri armati<br />60 autoblindo<br />120 pezzi d'artiglieria<br />142 aerei
|Perdite1 = Oltre {{formatnum:5500}} morti<br />~ {{formatnum:10000}} feriti<br />~ {{formatnum:100000<ref>"All that General Wilson had at his disposal were the 7th Armoured Division and the 4th (Indian) and 6th Australian Infantry divisions, and in six weeks between them they had captured over 100,000 prisoners, seven hundred guns, and a huge number of vehicles." The History of the Duke of Cornwall's Light Infantry, 1939-45, Ernest Gordon Godfrey, Robert Frederick Kinglake Goldsmith, p. 88, Duke of Cornwall's Light Infantry (Regimental History Committee), 1966</ref><ref>"In these two months the British had taken 100,000 prisoners at the cost of 1, 966 casualties." LIFE, p. 78, 13 July</ref><ref>"In the first three battles of his campaign, Wavell had captured 100,000 prisoners and an immense booty of useful war-material. His own losses, in almost incredible disproportion, figured less than 1,500." Wavell in the Middle East, Henry Rowan-Robinson, p. 95, Hutchinson & Company, 1942</ref>115000}} prigionieri<br />400 mezzi blindati<br />{{formatnum:1292}} pezzi d'artiglieria<ref name=Santangelo99>{{cita|Santangelo|p. 99}}.</ref><br />208 aerei{{efn|Per la precisione 77 aerei persi in combattimento, 40 distrutti al suolo e 91 danneggiati e catturati. Vedi: {{cita|Ali italiane|p. 764}}.}}
|Perdite2 = ~ 500 morti<br />~ {{formatnum:1500}} feriti<ref name=Santangelo99/>
}}
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L{{'}}'''operazione Compass''' ({{inglese|Operation Compass}}) è stata un'offensiva sferrata l'8 dicembre 1940 dalle [[British Army|forze armate britanniche]] della [[Western Desert Force]] in [[Nordafrica]] durante la [[seconda guerra mondiale]], per ricacciare oltre il confine con la [[Libia]] le [[Regio Esercito|forze italiane]] che, nel settembre 1940, erano lentamente penetrate in [[Egitto]] senza incontrare resistenza. La controffensiva vide contrapposti circa {{formatnum:31000}} soldati britannici, quasi completamente motorizzati e addestrati alla guerra di movimento, all'intera [[10ª Armata (Regio Esercito)|10ª Armata]] del maresciallo [[Rodolfo Graziani]], forte di oltre {{formatnum:150000}} uomini, disposta tra [[Sidi Barrani]], Bir Sofafi e [[Bardia]].
 
La campagna, iniziata come un attacco locale della durata prevista di circa cinque giorni, a causa dell'abilità di manovra delle forze britanniche e della inefficace e disordinata difesa italiana, si trasformò in un'offensiva generale che, dopo due mesi e quattro battaglie campali ([[Battaglia di Nibeiwa|Sidi Barrani]], [[Battaglia di Bardia|Bardia]], [[Tobruch]] e [[Battaglia di Beda Fomm|Beda Fomm]]), si concluse con la totale disfatta delle forze del maresciallo Graziani e la vittoria delle moderne unità motocorazzate britanniche, che conquistarono interamente la [[Cirenaica]], annientarono la 10ª Armata e catturarono circa {{formatnum:100000<ref>"All that General Wilson had at his disposal were the 7th Armoured Division and the 4th (Indian) and 6th Australian Infantry divisions, and in six weeks between them they had captured over 100,000 prisoners, seven hundred guns, and a huge number of vehicles." The History of the Duke of Cornwall's Light Infantry, 1939-45, Ernest Gordon Godfrey, Robert Frederick Kinglake Goldsmith, p. 88, Duke of Cornwall's Light Infantry (Regimental History Committee), 1966</ref><ref>"In these two months the British had taken 100,000 prisoners at the cost of 1, 966 casualties." LIFE, p. 78, 13 July</ref><ref>"In the first three battles of his campaign, Wavell had captured 100,000 prisoners and an immense booty of useful war-material. His own losses, in almost incredible disproportion, figured less than 1,500." Wavell in the Middle East, Henry Rowan-Robinson, p. 95, Hutchinson & Company, 1942</ref>115000}} soldati italiani.
 
La pesante sconfitta ebbe forti contraccolpi in Italia; [[Benito Mussolini]], già in difficoltà dopo i [[campagna italiana di Grecia|duri rovesci in Grecia]] e le gravi perdite navali subite in seguito alla cosiddetta [[notte di Taranto]], fu costretto, per il rischio concreto di perdere anche la [[Tripolitania]], a chiedere l'aiuto dell'alleato tedesco, decretando così la fine della «guerra parallela» fascista. Per non rischiare di vedere l'Italia prematuramente sconfitta nel [[Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale|teatro del Mediterraneo]], [[Adolf Hitler]] decise per un rapido invio di [[Deutsches Afrikakorps|reparti corazzati tedeschi in Nordafrica]], che consentirono all'[[Potenze dell'Asse|Asse]] di contrattaccare e mantenere aperto il fronte nordafricano fino alla primavera del 1943.
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[[File:Italian prisoner guarded by the crew of a Bren gun carrier.jpg|miniatura|Prigionieri italiani guardati a vista dall'equipaggio di un [[Universal Carrier|Bren Gun Carrier]]]]
 
Con il suo schieramento ormai compromesso, Graziani diede ordine alle divisioni "Catanzaro" e "Cirene", che si trovavano ora in una posizione molto esposta, di ripiegare la prima verso Sollum e la seconda verso Halfaya. Le due unità iniziarono il ripiegamento alle prime luci dell'11 dicembre ma la "Cirene", che aveva captato in grande ritardo l'ordine, fu costretta a lasciare indietro molto materiale e i suoi movimenti furono disturbati da attacchi aerei, debolmente contrastati dalla Regia Aeronautica; nonostante tutto riuscì a raggiungere il passo dell'Halfaya nel pomeriggio del giorno dopo. La "Catanzaro" invece, che stava ritirandosi con quasi tutto l'armamento, fu sorpresa in campo aperto dai carri e dalle autoblindo dell'11º Ussari della 7ª Brigata corazzata, che ingaggiarono diversi piccoli combattimenti e costrinsero i soldati italiani ad abbandonare l'equipaggiamento pesante nel tentativo di disimpegnarsi. Alla fine solo un terzo delle truppe della Divisione "Catanzaro" raggiunse le linee amiche. Per la sera del 12 dicembre, dopo quattro giorni di combattimenti e quindi entro i termini della loro autonomia logistica, i britannici avevano pressoché annullato i risultati territoriali ottenuti dall'avanzata di Graziani di settembre<ref>{{cita|Bongiovanni|pp. 84-85}}.</ref><ref>{{cita|Molinari|p. 16}}.</ref>. Gli uomini della Western Desert Force avevano distrutto tre divisioni di fanteria, un raggruppamento corazzato e vari reparti di supporto; furono uccisi o catturati {{formatnum:20000<ref>"By the evening of the 10th 5,000 POW had been taken. The 7th Hussars blocked the Italian retreat at Buq-Buq ... The final tally reached 20,000 POW and British casualties were only 700." Monty's Marauders: The 4th and 8th Armoured Brigades in the Second World War, Patrick Delaforce, Page 13, Pen & Sword, 2008</ref><ref>"In three days they took over 20,000 prisoners with many guns, tanks and stores. Three enemy divisions and the Maletti Mobile Group had been utterly routed, while the Division had suffered less than 700 casualties." A Short History of the 57th Light Anti-Aircraft Regt., Royal Artillery, J. P. Allen, p. 92, Gale & Polden, 1947</ref><ref>[https://books.google.com.au/books?id=RwNcAAAAIBAJ&pg=PA1&dq=20,000+italians+captured+sidi+barrani&article_id=1323,4168757&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwjyv76b76GQAxVVrlYBHT-7LvoQ6AF6BAgEEAE#v=onepage&q=20%2C000%20italians%20captured%20sidi%20barrani&f=false ARMY FLEES IN CONFUSION FOR LIBYAN BORDER]</ref><ref>[https://books.google.com.au/books?id=BlMrAAAAIBAJ&pg=PA1&dq=20,000+italians+captured+sidi+barrani&article_id=1812,3959635&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwjyv76b76GQAxVVrlYBHT-7LvoQ6AF6BAgFEAE#v=onepage&q=20%2C000%20italians%20captured%20sidi%20barrani&f=false THE BRITISH AFTER TAKING SIDI BARRANI MOVE ON WESTWARD]</ref>38500}} soldati della 10ª Armata oltre a 73 carri armati, un migliaio di camion e 237 pezzi d'artiglieria. I britannici da parte loro ebbero all'incirca 700 tra morti e feriti e, seppur la maggior parte dei carri armati impiegati erano ora inutilizzabili, le officine mobili da campo si misero subito al lavoro su ordine di Wavell per rimetterne in sesto il più possibile prima di rinnovare l'avanzata<ref>{{cita|Santangelo|p. 82}}.</ref>.
 
=== La presa di Bardia ===
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Dopo due settimane di riorganizzazione, la Western Desert Force iniziò l'attacco a Bardia il 3 gennaio 1941 dopo un prolungato bombardamento da terra e dal mare, che indebolì notevolmente le difese italiane. Le forze britanniche avevano il pressoché totale controllo dello spazio aereo e del mare, anche grazie al contributo di qualche nuovissimo caccia [[Supermarine Spitfire#Mk.II e Mk.III|Supermarine Spitfire Mk III]]. Le operazioni a terra furono avviate dalla fanteria della 6ª Divisione australiana, che riuscì ad aprire un varco nel settore occidentale già alle 07:00; la battaglia si frazionò in una serie di piccoli scontri molto duri, in corrispondenza dei capisaldi tenuti dagli italiani. Assicurata una testa di ponte nel perimetro italiano, e creato varchi tra i fossati anticarro, entrarono in scena i pesanti Matilda che, in breve tempo, eliminarono il grosso caposaldo tenuto dalla Divisione "Marmarica"; poterono così investire la seconda linea italiana facendo circa {{formatnum:8000}} prigionieri. Appena ricevuta notizia del cedimento Bergonzoli inviò sul posto una compagnia di 12 carri M13, alcuni pezzi trainati da [[47/32 Mod. 1935|47/32]] e due [[Mitragliatrice|mitragliere]] da 20&nbsp;mm, forze insufficienti subito spazzate via<ref>{{cita|Santangelo|pp. 86-87}}.</ref>. Il morale dei difensori vacillò ulteriormente quando al largo di Bardia si presentarono le [[Nave da battaglia|navi da battaglia]] {{nave|HMS|Barham|04|6}}, {{nave|HMS|Valiant|02|6}} e la {{nave|HMS|Warspite|03|6}}: scortate da quattro cacciatorpediniere, bombardarono per 45 minuti la città con i loro pezzi da 381&nbsp;mm. I combattimenti continuarono per tutta la notte e all'alba del 4 gennaio, nel settore sud-orientale, i capisaldi tenuti dai reparti della "Cirene" furono attaccati alle spalle e travolti; il municipio di Bardia fu occupato alle 16:00 dello stesso giorno e la piazzaforte fu tagliata in due. Gli italiani però resistettero, dimostrando di potersi difendere efficacemente in ambiente urbano nonostante non avessero ricevuto addestramento specifico a ciò. In questo frangente tre battaglioni della "28 ottobre" impegnarono in duri scontri gli attaccanti, tenendo il settore di Mrega per tutto il giorno<ref>{{cita|Santangelo|p. 88}}.</ref>.
 
Il terzo giorno entrò in scena la 19ª Brigata di fanteria australiana, l'ultima riserva fresca, che riuscì a ripulire le ultime sacche di resistenza a sud della città (gli ultimi superstiti della "Cirene" e della "28 ottobre"); intanto, a nord, gli ultimi centri di resistenza della "23 marzo" si arresero alla 16ª Brigata di fanteria e al gruppo di supporto della 7ª Divisione corazzata. Verso le 13:00 circa la resistenza organizzata cessò del tutto e il generale Bergonzoli riuscì a fuggire uscendo nottetempo dalla piazzaforte; percorse a piedi i 120 chilometri di deserto tra Bardia e Tobruch, ove giunse il 9 gennaio con un piccolo gruppo di ufficiali. In tutto furono presi {{formatnum:25000<ref>[https://news.google.com/newspapers?nid=1129&dat=19410106&id=Ju4nAAAAIBAJ&sjid=p2kDAAAAIBAJ&pg=4473,5225826&hl=en|título=Bardia Falls to British, 25,000 Fascists Captured, Pittsburgh Post-Gazette, 6 January 1941]</ref><ref>[https://books.google.com.au/books?id=AOdjAAAAIBAJ&pg=PA4&dq=25000+bardia&article_id=7044,540930&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwito7bJt52QAxVYTWcHHa-kLWoQ6AF6BAgHEAE#v=onepage&q=25000%20bardia&f=false BARDIA AND AFTER, The Sydney Morning Herald, Tuesday, January 7, 1941]</ref><ref>[https://books.google.com.au/books?id=_PEjAAAAIBAJ&pg=PA8&dq=25000+bardia&article_id=4211,679378&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwito7bJt52QAxVYTWcHHa-kLWoQ6AF6BAgJEAE#v=onepage&q=25000%20bardia&f=false As Bardia Falls, Toledo Blade, 6 January 1941]</ref><ref>[https://time.com/archive/6770121/world-war-southern-theatre-fall-of-bardia/ World War, SOUTHERN THEATRE: Fall of Bardia]</ref>38000}} prigionieri, mentre gli attaccanti contarono all'incirca 600 perdite totali<ref>{{cita|Santangelo|pp. 88-89}}.</ref>. La vittoria di Bardia fu salutata con soddisfazione dallo stesso [[Primo ministro del Regno Unito|primo ministro]] Churchill che, nelle sue memorie, affermò come «Le vittorie nel deserto allietarono i primi giorni del 1941». Il ministro degli Esteri [[Anthony Eden]] si congratulò con lo stesso capo del governo: «Auguri e congratulazioni per la vittoria di Bardia! [...] mai in egual misura, tanti si sono arresi a così pochi»<ref>{{cita|Bongiovanni|p. 99}}.</ref>.
 
=== La conquista di Tobruch ===
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Il generale Wavell dal canto suo aveva ben calcolato che in tutta la Cirenaica rimanevano solo tre grandi unità italiane: la "Sirte" a Tobruch, la [[60ª Divisione fanteria "Sabratha"]] in avvicinamento da ovest e la brigata meccanizzata "Babini" che, nel frattempo, era stata spostata a El Mechili. Ordinò a O'Connor di non perdere tempo a rastrellare Bardia e inviare al più presto il suo XIII Corpo d'armata, nuova denominazione della Western Desert Force, a bloccare e isolare Tobruch; così il 6 gennaio le prime avanguardie britanniche si affacciarono su Tobruch e il 9 ne fu completato l'accerchiamento<ref>{{cita|Santangelo|p. 89}}.</ref>. Dopo un periodo di dodici giorni per riorganizzare le proprie forze e attendere i preziosi Matilda, durante il quale furono compiute diverse azioni di disturbo da parte dell'11º Ussari, O'Connor attaccò il 21 gennaio. Un prolungato bombardamento dal mare e da terra e una serie di attacchi aerei portati dai bombardieri Vickers Wellington furono seguiti, alle 07:15, dall'attacco della 6ª Divisione australiana supportata dai diciotto Matilda del 7th RTR<ref>{{cita|Santangelo|p. 90}}.</ref>. La fanteria britannica godeva del tiro d'appoggio della Royal Navy e dell'aeronautica e già alle 07:30 aprì i primi varchi nello schieramento italiano alla penetrazione delle forze corazzate; dopo un violento contrattacco italiano al bivio di [[el-Adem]], che causò un centinaio di perdite agli australiani, alle 13:30 ogni resistenza fu eliminata e lo stesso caposaldo di el Adem, con il suo importante aeroporto, cadde in mano agli assalitori. In serata il quartier generale della 19ª Brigata australiana tentò di negoziare una resa, ma senza successo: il Duce stesso aveva proibito a Mannella di arrendersi, informandolo che diversi squadroni di bombardieri sarebbero presto arrivati in suo soccorso; effettivamente nella notte una squadriglia di S.M.79 effettuò un attacco a sorpresa, ma non arrecò danno ai britannici e centrò soltanto un campo che ospitava {{formatnum:8000}} prigionieri italiani, tra i quali ci furono un centinaio tra morti e feriti<ref>{{cita|Santangelo|pp. 91-92}}.</ref>.
 
Nelle giornate del 22 e 23 gennaio, investiti di fronte e da tergo, i centri di fuoco e i capisaldi italiani caddero dopo una strenua difesa, così come le batterie dell'esercito e della [[Regia Marina]] che ancora avevano munizioni. Alle 04:15 del 23 gennaio, con i reparti britannici ormai prossimi a entrare nella stessa Tobruch, l'[[San Giorgio (incrociatore)|incrociatore ''San Giorgio'']] si autoaffondò nel porto della città; intorno alle 16:00 si arrese anche l'ultimo caposaldo italiano<ref>{{cita|Molinari|p. 19}}.</ref>. Il XIII Corpo d'armata britannico aveva conquistato Tobruch al prezzo di circa 400 perdite (49 morti e 306 feriti australiani, più una trentina di britannici) e aveva inflitto {{formatnum:15000<ref>"Early next morning, January 22nd, the Australian commander received the surrender of Tobruk in due form and the fighting had come to an end everywhere. Four generals and an admiral, with their staffs, over 15,000 prisoners, 200 guns, and quantities of other material of war, were among the trophies of a victory which had cost us less than five hundred casualties ... ." The Army from January 1941 to March 1942, p. 18, Eric William Sheppard, Hutchinson & Company, Limited, 1943</ref><ref>"On the other side were ranged 15,000 Italian prisoners, including a number of high-ranking officers, and immense quantities of war materials." Prelude to Battle: New Zealanders in the First Libyan Campaign, p. 22, Army Board, 1942</ref><ref>"In the January attack the Australians had conquered Tobruk by assault in thirty-six hours and had taken 14,000 prisoners only twenty days after the fall of Bardia." Australia at War, George Henry Johnston, p. 190 , Angus and Robertson Limited, 1942</ref>23000}} perdite alla guarnigione italiana, che lamentò 768 morti tra cui 18 ufficiali e {{formatnum:2280}} feriti tra cui 30 ufficiali. Furono altresì catturati 236 cannoni campali, 23 carri armati medi e più di 200 veicoli. La sola buona notizia per gli italiani fu la decisione di Wavell di ritirare dalla linea quel che rimaneva del 7th RTR e di rimandarlo nelle retrovie per un periodo di riposo<ref>{{cita|Santangelo|p. 92}}.</ref>. La capitolazione della città fu resa nota in Italia il 25 gennaio<ref name=Bongiovanni107>{{cita|Bongiovanni|p. 107}}.</ref>.
 
=== Derna e Beda Fomm, il crollo finale delle forze italiane in Cirenaica ===
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[[File:Nord Africa Operazione Compass 1940-1941.svg|miniatura|Mappa riepilogativa dell'avanzata britannica durante l'operazione Compass]]
 
L'operazione Compass fu il più grave disastro militare italiano dopo [[Battaglia di Caporetto|Caporetto]]<ref>{{cita|De Ninno|p. 70}}.</ref>; impostata come un attacco limitato di cinque giorni, l'offensiva britannica si era trasformata in una notevole impresa campale che aveva consentito al generale Wavell di catturare {{formatnum:100 000115000}} soldati nemici e avanzare di circa 800 chilometri e occupare quasi interamente la Cirenaica senza impiegare sul campo più di due divisioni alla volta. Nel corso dei combattimenti furono distrutti o catturati circa 400 carri armati e {{formatnum:1290}} pezzi d'artiglieria, furono presi circa {{formatnum:100000<ref>"All that General Wilson had at his disposal were the 7th Armoured Division and the 4th (Indian) and 6th Australian Infantry divisions, and in six weeks between them they had captured over 100,000 prisoners, seven hundred guns, and a huge number of vehicles." The History of the Duke of Cornwall's Light Infantry, 1939-45, Ernest Gordon Godfrey, Robert Frederick Kinglake Goldsmith, p. 88, Duke of Cornwall's Light Infantry (Regimental History Committee), 1966</ref><ref>"In these two months the British had taken 100,000 prisoners at the cost of 1, 966 casualties." LIFE, p. 78, 13 July</ref><ref>"In the first three battles of his campaign, Wavell had captured 100,000 prisoners and an immense booty of useful war-material. His own losses, in almost incredible disproportion, figured less than 1,500." Wavell in the Middle East, Henry Rowan-Robinson, p. 95, Hutchinson & Company, 1942</ref>115000}} prigionieri (tra cui 22 generali){{efn|La vasta bibliografia sulla guerra in Nordafrica, riguardo agli italiani caduti prigionieri durante l'operazione ''Compass'', riporta spesso numeri che variano da circa {{formatnum:115000}} a circa {{formatnum:130000}} prigionieri. In questa voce, per comodità, si fa riferimento al numero indicato dallo storico Andrea Santangelo nel suo ''Operazione Compass, la Caporetto del deserto'', che è uno dei libri più recenti scritti al riguardo.}} e i britannici si impadronirono di grandi quantità di viveri, materiale bellico, rifornimenti, nonché dell'intero bordello da campo per gli ufficiali italiani. La Western Desert Force, e l'unità erede, il XIII Corpo d'armata, lamentarono appena {{formatnum:2000}} tra morti e feriti<ref name="Rochat297"/>. Il piano dell'operazione Compass si era rivelato uno dei più audaci e meglio eseguiti della guerra in Nordafrica (dell'intero conflitto mondiale, secondo lo storico [[Andrea Santangelo]])<ref name=Santangelo62-63/>, e mostrò l'importanza dell'approccio combinato delle forze aeree, navali e terrestri. Sebbene questo tipo di operazioni combinate in seno all'esercito britannico fossero ancora a uno stadio rudimentale, si rivelò un'arma nettamente superiore riguardo a quello che riuscirono a mettere in campo i loro avversari. La logistica, inoltre, fu uno dei nodi cruciali che permise a O'Connor di pianificare l'offensiva e portarla avanti senza grossi intoppi dall'inizio alla fine, nonostante l'esiguità degli uomini a disposizione e le grandi distanze coperte in due mesi di battaglia<ref>{{cita web|url=https://cove.army.gov.au/article/operation-compass|titolo=Operation Compass|autore=David Cave|editore=cove.army.gov.au|accesso=15 novembre 2020}}.</ref>.
 
Duri e immediati furono i contraccolpi al prestigio del regime fascista, in Italia e all'estero. Il maresciallo Graziani fu alla fine sollevato dall'incarico l'11 febbraio 1941 e sostituito da [[Italo Gariboldi]]; fu attivata persino una commissione d'inchiesta sulle sue azioni, anche se si concluse con un nulla di fatto<ref>{{cita|Bauer|p. 41}}.</ref>. La sconfitta italiana fu ampiamente sfruttata dai britannici: i filmati delle interminabili colonne di prigionieri cenciosi e disorientati fecero il giro del mondo e consolidarono lo stereotipo del soldato italiano incapace a battersi. La macchina militare britannica aveva funzionato egregiamente: l'attacco frontale dei carri Matilda e della fanteria, combinato all'accerchiamento operato dalle forze corazzate mobili con equipaggi ben addestrati al movimento e all'ambiente desertico, dettero i massimi risultati contro le difese statiche italiane, colte di sorpresa da direzioni inaspettate. In particolare fu emblematico il successo dei carri armati Matilda, contro i quali il Regio Esercito non poté opporre un'arma veramente efficace; la fanteria italiana, anzi, arrivò a idealizzare questo blindato e a vederlo come invulnerabile, tanto che la sua sola comparsa bastò in alcune occasioni a gettare nel panico interi reparti<ref name=Rochat297>{{cita|Rochat|p. 297}}.</ref>.