Partito d'Azione: differenze tra le versioni

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Tale concezione fu ben presto superata dall'esigenza del Partito d'Azione di costituire un raggruppamento nazionale, dotato di un centro dirigente rappresentativo del partito stesso, articolato per comandi regionali o territoriali. Un modello organizzativo in tal senso fu deciso il 31 ottobre [[1943]] a [[Torre Pellice]], in una riunione tra Parri e Valiani; la decisione fu ratificata e resa operativa il 14 febbraio [[1944]] dal comitato esecutivo per l'Alta Italia del Partito d'Azione<ref name=gl />.
 
A [[Roma]], le squadre cittadine GL subirono subito arresti e perdite notevoli. Il 5 febbraio, per le percosse subite, morì in carcere [[Leone Ginzburg]], redattore del foglio clandestino ''L'Italia Libera''. Il 24 marzo, alle [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|Fosse Ardeatine]], ben cinquantasette furono i caduti appartenenti al Partito d'Azione, tra i quali [[Pilo Albertelli]], [[Ugo Baglivo]] e Domenico Ricci<ref>{{cita web|url=httphttps://www.circolorossellimilano.org/MaterialePDF/fosse_ardeatine_caduti_partito_azione.pdf|titolo=Caduti del PdA alle Fosse Ardeatine}}</ref>.
 
Il 9 giugno [[1944]] fu costituito a Milano il [[Corpo Volontari della Libertà]]; il successivo 7 dicembre fu firmato un accordo tra i delegati del [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN Alta Italia (CLNAI)]] e gli Alleati, noto come «[[Protocolli di Roma (1944)|Protocolli di Roma]]»<ref>Testo completo in inglese dei "''protocolli di Roma''" in: Secchia, Frassati, 1962, pp.&nbsp;192–195</ref>, che sancì il riconoscimento formale da parte alleata dell'organizzazione unitaria delle formazioni partigiane. L'accordo trasformò definitivamente le forze partigiane in un corpo armato sottoposto ad un comando militare supremo con a capo [[Raffaele Cadorna Jr|Raffaele Cadorna]], generale dell'esercito regolare italiano e Ferruccio Parri vicecomandante.
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[[File:Partito d'Azione - logo color (Italy,1946).svg|thumb|right|Logo elettorale]]
I fuoriusciti diedero vita dapprima al Movimento della Democrazia Repubblicana e, poi, alla [[Concentrazione Democratica Repubblicana]]. Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1946|elezioni del 2 giugno 1946]] per l'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea Costituente]], il Partito d'Azione ottenne solo l'1,5% dei voti e sette eletti, che riuscirono a comporre un gruppo parlamentare ''Autonomista'' solo con l'apporto dei due eletti del [[Partito Sardo d'Azione]] (Emilio Lussu e [[Pietro Mastino]]) e del valdostano [[Giulio Bordon]].<ref>[httphttps://legislature.camera.it/frameset.asp?content=%2FAltre%5FSezioniSM%2F304%2F5291%2F5292%2Fdocumentoxml%2EASP%3FGruppo%3D181 La Camera dei deputati<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. La CDR ottenne lo 0,42% dei voti e due seggi, con l'elezione di Parri e di La Malfa. I due esponenti decisero di aderire al Gruppo Repubblicano in seno all'[[Assemblea costituente italiana|Assemblea Costituente]]; infine, nel settembre 1946, la formazione confluì nel [[Partito Repubblicano Italiano]] (tranne Spinelli).<ref>''[https://web.archive.org/web/20090107035857/http://www.fondazionelamalfa.org/centenario/biografia/1935_1946.html Fondazione La Malfa].''</ref>
 
Il deludente risultato elettorale, in rapporto all'importante ruolo svolto durante la Resistenza, era prevedibile già da fine '45: i tesserati al partito erano 267&nbsp;000, quelli del PCI, nello stesso periodo, erano {{formatnum:1770896}}; il rapporto di forza dei due partiti, che, riferito ai partigiani combattenti, era di 1 a 3 a vantaggio dei comunisti, si era dilatato fino alla proporzione di 1 a 9 riguardo ai rispettivi tesserati, testimoniando la grande difficoltà degli azionisti di strutturarsi in partito radicato con le masse elettorali.<ref>Il Partito della Resistenza - Storia del Partito d'Azione 1942-1947 Giovanni De Luna Ed. UTET pag.273</ref>
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Dopo la [[caduta del fascismo]], il PdA riuscì a presentarsi come un [[partito]] che lottava per un cambiamento radicale della società italiana, rompendo sia con il fascismo che con l'Italia pre-fascista; per una società [[Laicismo|laica]] e [[Secolarizzazione|secolarizzata]], contrapponendosi ai [[Democrazia Cristiana|democristiani]]; per una società democratica e progressista, ma [[Pluralismo|pluralista]] e con ordinamenti politici liberali, contrapponendosi ai comunisti, ancora saldamente legati all'[[Unione Sovietica]]. Per questi motivi distintivi, il PdA riuscì a raccogliere vasti consensi tra le persone desiderose di combattere contro il [[nazifascismo]].
 
Il partito si proponeva come scopo principale la realizzazione di un progetto di equità, accompagnato dalla [[giustizia sociale]] e dalla fede incrollabile nella [[democrazia]] e nella [[libertà]]. Era anche [[europeista]] e proclamava la necessità di costituire una formazione politica antifascista, a metà strada tra la [[Democrazia Cristiana]] (definita immobilista), il [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]] e i [[comunisti]], con i quali gli azionisti discordavano riguardo alla [[proprietà privata]] e, soprattutto, riguardo al concetto di dittatura del proletariato, identificato con la dittatura del partito<ref>{{cita news|[[Tristano Codignola]]|httphttps://www.stampaclandestina.it/wp-content/uploads/numeri/113-Liberta_Toscana_N3_1943.pdf|Noi e i Comunisti|La Libertà|nº 3, 5 dicembre 1943|pp=1-2}} L'articolo è attribuito a Codignola in {{cita pubblicazione|autore=[[Carlo Francovich]]|titolo=La stampa a Firenze dall'armistizio alla liberazione|pubblicazione=Il Ponte|volume=X|numero=9|editore=La Nuova Italia|città=Firenze|data=settembre 1954|pp=1459-79: 1479}}</ref>. Comunque, anche il PdA, almeno nella sua componente maggiormente [[Socialismo liberale|socialista liberale]], era molto distante dall'[[Liberismo|ideologia liberista]] e, nelle componenti interne di [[Sinistra (politica)|sinistra]] come [[Bruno Trentin]], [[Emilio Lussu]], [[Riccardo Lombardi (politico)|Riccardo Lombardi]] e [[Vittorio Foa]], attraversato da visioni di parziale [[Comunizzazione|socializzazione]] dei mezzi di produzione e di [[Autogestione dei lavoratori|democratizzazione]] del sistema produttivo, mentre la stragrande maggioranza del partito si era più volte espressa in favore della [[nazionalizzazione]] dei grandi complessi industriali e dei servizi pubblici come acqua, energia elettrica, autostrade, distribuzione di combustibili e riscaldamenti, gas ecc.
 
== La dispersione delle componenti ==