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==Nella cultura==
==Conflitti==
===Danni agli allevamenti===
[[File:Loups dans le parc National des Abruzzes 08.png|thumb|Lupo nel [[parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise|PNALM]] che passa dei [[Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale|Vitelloni Bianchi]]]]
In Italia, la predazione al bestiame rappresenta un principale movente di persecuzione dei lupi, sebbene su larga scala, i danni inflitti all'industria zootecnica da parte dei lupi sono bassi: in Toscana nel periodo 1991-1995 per esempio, le perdite ovine dovute ai lupi ammontavano allo 0,35% delle cause di mortalità.<ref name="boitani1998"/>
La variabile più frequente che caratterizza gli attacchi risulta essere la pratica del pascolo allo stato brado, applicato soprattutto nelle zone di pianura e collinari. I danni maggiori si riscontrano in regioni di recente ricolonizzazione lupina, dove gli allevatori non dispongono né della conoscenza né dei mezzi per frenare la predazione. Si segnala un picco durante il periodo primaverile-estivo e autunnale, che coincide con la massima presenza di bestiame sui pascoli e il periodo in cui i lupi crescono i cuccioli. Gli animali domestici più vulnerabili sono le pecore e le capre, mentre i bovini ed equini vengono attaccati solo se giovani.<ref name="boitani1998"/>
===Concorrenza venatoria===
Il lupo viene spesso percepito come serio concorrente dei cacciatori per le prede [[Ungulati|ungulate]], limitandone i numeri.
{{chiarire|Ciononostante, secondo i dati disponibili presso l'[[Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale|ISPRA]], si evince che in Italia tutte le popolazioni di ungulati sono aumentate esponenzialmente di pari passo con i lupi: nel periodo compreso tra il 1980 e il 2010 il [[cervus elaphus|cervo]] ha incrementato la sua consistenza del 700%, il [[Capreolus capreolus|capriolo]] del 350% (circa 456 000 esemplari in tutto il Centro-Nord Italia e localmente nel Sud, isole escluse), il [[Rupicapra rupicapra|camoscio alpino]] del 120% e il [[Ovis musimon|muflone]] del 300%, mentre il [[Sus scrofa|cinghiale]], ritenuta una delle specie maggiormente predata dal lupo, solo nel periodo 2004-2019 è aumentato del 400%, sfiorando il milione di esemplari.<ref name="RagazzaLupi">{{cita libro|titolo=La ragazza dei lupi. La mia vita selvaggia tra i lupi italiani|autore=Mia Canestrini|editore=Pickwick|città=Milano|anno=2019|isbn=978-88-5544-613-6|pp=208-209}}</ref>|Questo paragrafo cosa c'entra con il lupo? Si afferma che le popolazioni di ungulati sono cresciute parallelamente a quelle del lupo senza che si evinca una relazione di causa-effetto, la fonte non è verificabile trattandosi di pagine di un libro}}
===Predazione sui cani===
Un'indagine nelle province di Reggio Emilia e Parma nel 2011-2016 identificò 30 casi verificati di cani aggrediti dai lupi. Tredici delle vittime erano [[cane da caccia|cani da caccia]] aggrediti durante la stagione di caccia al cinghiale e alla lepre, mentre i restanti 17 erano cani da compagnia uccisi di notte. La maggior parte dei cani uccisi erano di taglia media, spesso parzialmente consumati. Il numero di cani perduti in tal modo era ipotizzato a essere il risultato dell'adattamento da parte dei lupi coinvolti a una nuova fonte di cibo per evitare la concorrenza per le prede naturali con gli altri branchi, reso più probabile dallo sconfinamento dei lupi in zone più antropizzate.<ref name="molinari">{{Cita pubblicazione|cognome1= Molinari|nome1= L. |etal=si |anno= 2016 |titolo=Recent increase of wolf predation on dogs in the northern Apennines, Italy|url=https://www.researchgate.net/publication/301551176_RECENT_INCREASE_OF_WOLF_PREDATION_ON_DOGS_IN_THE_NORTHERN_APENNINES_ITALY|lingua= en}}</ref>
Il 9 gennaio 2024 è stato presentato alla Camera il primo report, dell'indagine a cura della federazione cacciatrici italiane, sulle predazioni del lupo sui cani in genere, sia da caccia, d'affezione o da guardiania, con alla data almeno 400 casi verificati in Italia<ref>https://www.bighunter.it/Cani/ArchivioNews/tabid/207/newsid729/32445/Default.aspx</ref>. In mancanza di un censimento istituzionale la raccolta delle segnalazioni prosegue<ref>http://federcaccialombardia.it/2024/01/19/predazioni-da-lupo-linvito-a-partecipare-al-monitoraggio-del-coordinamento-cacciatrici-federcaccia/</ref>.
Nel 2024 ISPRA certifica il fenomeno: <<Sono inoltre noti diversi casi di branchi o individui che predano ripetutamente cani all’interno dei centri abitati.[...] È possibile che aggressioni di cani da compagnia, o anche di cani da caccia, da parte di lupi con intento presumibilmente predatorio, in situazioni di vicinanza all’uomo eventualmente intervenuto in difesa del proprio animale, sfocino poi in atteggiamenti aggressivi anche nei confronti di persone. Molti casi di attacchi e uccisioni di cani, soprattutto da caccia, non vengono denunciati, è pertanto difficile conoscere la dimensione effettiva del fenomeno.[...] Rimane evidente che la predazione su cani da compagnia, per lo più se vicini ai proprietari, implica un certo grado di pericolo di lesioni anche per l’uomo.>> <ref>Aragno P., Salvatori V., La Morgia V., Gervasi V., Fazzi P., Marucco F., Angelucci S., Genovesi P., ''Protocollo sperimentale per l’identificazione e la gestione dei lupi urbani e confidenti.'', 2024, Pag. 17, Realizzato da ISPRA in collaborazione con il progetto LIFE Wild Wolf.[https://www.isprambiente.gov.it/it/news/le-interazioni-tra-uomo-e-lupo?sfnsn=scwspwa]</ref>
=== Aggressioni alle persone e antropofagia ===
In una ricerca d'archivi storici, effettuata in una porzione della pianura Padana comprendente gran parte di [[Lombardia]], [[Vercelli]] e [[Novara]], ed il [[Canton Ticino]], sono state rinvenute notizie di almeno 440 casi di aggressioni letali verso gli umani risalenti tra il XV e il XIX secolo. Un'analisi comparata dei vari casi ha rilevato che le aggressioni avvenivano soprattutto in zone agricole a seguito dell'incremento delle popolazioni rurali, coi conseguenti cambiamenti ambientali dovuti al pascolo e alla caccia alle prede naturali del lupo. La maggior parte delle vittime in tutto il periodo in questione furono bambini dai 6 ai 15 anni, impegnati di giorno come pastorelli, spesso da soli, in zone di pascolo ad altitudini di 101-300 metri [[Livello del mare|s.l.m]]. Vi era un picco nel numero di aggressioni nel periodo giugno-luglio, che coincideva con la nascita dei cuccioli e il conseguente aumento della fame e l'arrivo dei pastori con il bestiame nei pascoli. A differenza che nelle campagne, nei pressi delle zone abitate le aggressioni furono per lo più contro persone adulte, probabilmente sferrate da esemplari affetti di [[Rabbia (malattia)|rabbia]], una malattia che a quei tempi aveva esito mortale.<ref name="cagnolaro1992"/>
Un'altra ricerca ha evidenziato come le documentazioni riguerdanti le uccisioni di persone, complice anche la regolarità di stesura dei registri di morte parrocchiani, vengono minuziosamente registrate solo dal 1800. Da queste si distinguono i casi di aggressione stimate in un 20% dei casi, di lupi [[rabbia (malattia)|idrofobi]] i quali non prelevano le vittime e non le mangiano, dalla maggior parte dei casi in cui risulta che i corpi vengono trascinati e divorati.<ref>Aldo Oriani, ''Il lupo nel XIX secolo nella pianura vercellese e novarese'', in Roberto Fantoni, Atti del convegno: ''La presenza storica di lupo, lince e orso nel Piemonte orientale'', 2020, CAI, Varallo[https://www.caivarallo.com/wp-content/uploads/2021/02/Atti_Varallo_2019_grandi_predatori.pdf]</ref>.
Una rassegna di aggressioni contro gli umani da parte dei lupi pubblicata dal ''Norsk institutt for naturforskning'' (Nina) nel 2002 non riuscì a portare alla luce casi documentati in Italia dopo la seconda guerra mondiale e l'eradicazione della [[Rabbia (malattia)|rabbia]] negli anni sessanta<ref>{{Cita libro|url=http://www.wnmuoutdoors.org/PDF/Linnell2002_Wolves.pdf|titolo=The Fear of Wolves: A Review of Wolf Attacks on Humans|editore=NINA|autore=Linnell, J.D.C.|etal=si|anno=2002|isbn=82-426-1292-7|cid=harv|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131109205016/http://www.wnmuoutdoors.org/PDF/Linnell2002_Wolves.pdf|citazione=''There are no documented cases of wolves attacking or killing humans in Italy in the period after world war two. Italy has been free of dog rabies dince c.1960, and has not had rabies in wildlife populations during recent centuries, so rabid wolves would not be expected to occur in recent times.''}}</ref>. Un aggiornamento pubblicato nel 2021 includeva il caso di un lupo solitario a [[Otranto]] che, nel giugno del 2020, ferì due persone dopo essere stato nutrito per giorni dai turisti. Un esame dell'animale rivelò il segno di un collare, indicando che fu precedentemente tenuto in cattività, e un'analisi genetica rivelò un basso livello di introgressione canina<ref>{{Cita libro|url=https://brage.nina.no/nina-xmlui/bitstream/handle/11250/2729772/ninarapport1944.pdf?sequence=1&isAllowed=y|titolo=Wolf attacks on humans: an update for 2002–2020|editore=NINA|autore=Linnell, J.D.C.|etal=si|anno=2021|isbn=978-82-426-4721-4|cid=harv}}</ref>, altri attacchi sono succeduti tra i quali i più rilevanti sono state una serie di undici aggressioni nella [[provincia di Chieti]] culminate l'11 agosto 2023 a [[San Salvo]], quando una bambina di 11 anni viene infine morsa al polpaccio da un lupo<ref>https://www.iononhopauradellupo.it/il-paradosso-del-lupo-di-vasto-un-fallimento-allitaliana/</ref>, certificato tramite analisi del dna sulle ferite della piccola<ref>https://www.isprambiente.gov.it/it/archivio/notizie-e-novita-normative/notizie-ispra/2023/08/le-analisi-genetiche-di-ispra-confermano-che-lanimale-responsabile-degli-attacchi-a-vasto-e-una-femmina-di-lupo</ref>, a settembre 2024 un bambino viene trascinato via da una lupa alle porte di Roma salvato da ragazzi intervenuti prontamente<ref>https://www.romatoday.it/cronaca/lupa-catturata-parco-delle-sabine-roma.html</ref>. A fine 2024 [[ISPRA]] certifica con analisi del dna 20 aggressioni a persone in Italia, a seguito i [[Carabinieri Forestali]] iniziano a formare i primi nuclei di pronto intervento attrezzati di pallottole di gomma e letali<ref>Aragno P., Salvatori V., La Morgia V., Gervasi V., Fazzi P., Marucco F., Angelucci S., Genovesi P., ''Protocollo sperimentale per l’identificazione e la gestione dei lupi urbani e confidenti.'', 2024, Realizzato da ISPRA in collaborazione con il progetto LIFE Wild Wolf.[https://www.isprambiente.gov.it/it/news/le-interazioni-tra-uomo-e-lupo?sfnsn=scwspwa]</ref>.
===Nomi regionali===
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