Utente:Mariomassone/Sandbox: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 218:
Negli anni settanta, girava la voce che in Italia fossero reintrodotti attraverso elicotteri o paracadute lupi di origine straniera, talvolta siberiani, americani o africani a secondo della fonte. [[Luigi Boitani]] respinse la storia nei seguenti termini:<ref name="boitani1979">{{Cita pubblicazione|cognome1=Boitani |nome1=L.|cognome2=Soccodato |nome2=A. |anno= 1979 |titolo=Al lupo, al lupo!|url=https://www.storiadellafauna.com/wp-content/uploads/2021/05/Wwf-1979.-Al-lupo-al-lupo-ott.pdf|rivista= WWF- Fondo Mondiale per la Natura}}</ref>
{{Citazione|Esistono almeno tre buone ragioni per definire una barzelletta questa storia: 1) un lupo straniero [...] non riuscirebbe a sopravvivere in Italia che qualche giorno: come farebbe un lupo siberiano, abituato alle renne e ai buoi muschiati, agli spostamenti di decine e decine di km al giorno, a stare lontano dagli odori e dai pericoli dell'uomo, ad abituarsi alle nostre condizioni? Morirebbe presto di fame, paura, stress. 2) un lupo nato in gabbia, non sarebbe in grado di cacciare e soprattutto, non avendo paura dell'uomo, si avvicinerebbe ai paesi finendo presto ucciso. 3) Se lo scopo della reintroduzione era di rinsanguare i lupi italiani, il risultato sarebbe la distruzione della nostra razza, come ogni allevatore ben sa; quindi quale può essere oggi in Italia quell'ente (perché, data la spesa, solo un ente potrebbe permetterselo) così pazzo (e ricco) da fare una cosa del genere? Certo non lo Stato, né le Regioni, né i Comitati Caccia (visto poi l'amore che c'è tra lupi e cacciatori!!), né le organizzazioni protezionistiche che cercano di salvare il «nostro» lupo. E chi altro allora?|''Al lupo, al lupo!'', 1979
==Note==
|