Utente:Mariomassone/Sandbox: differenze tra le versioni

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{{Citazione|A parte la spontanea considerazione «ma come avranno fatto i lupi a togliersi il paracadute?», restano altre domande a cui si può dare una risposta più seria. Esistono almeno tre buone ragioni per definire una barzelletta questa storia: 1) un lupo straniero [...] non riuscirebbe a sopravvivere in Italia che qualche giorno: come farebbe un lupo siberiano, abituato alle renne e ai buoi muschiati, agli spostamenti di decine e decine di km al giorno, a stare lontano dagli odori e dai pericoli dell'uomo, ad abituarsi alle nostre condizioni? Morirebbe presto di fame, paura, stress. 2) un lupo nato in gabbia, non sarebbe in grado di cacciare e soprattutto, non avendo paura dell'uomo, si avvicinerebbe ai paesi finendo presto ucciso. 3) Se lo scopo della reintroduzione era di rinsanguare i lupi italiani, il risultato sarebbe la distruzione della nostra razza, come ogni allevatore ben sa; quindi quale può essere oggi in Italia quell'ente (perché, data la spesa, solo un ente potrebbe permetterselo) così pazzo (e ricco) da fare una cosa del genere? Certo non lo Stato, né le Regioni, né i Comitati Caccia (visto poi l'amore che c'è tra lupi e cacciatori!!), né le organizzazioni protezionistiche che cercano di salvare il «nostro» lupo. E chi altro allora?|''Al lupo, al lupo!'', 1979, p. 20}}
 
Lo stesso Boitani rintracciò la storia ai primi anni settanta nel Parco nazionale d'Abruzzo, quando le autorità del parco avevano discretamente reintrodotto esemplari di cervo e capriolo originari da altre regioni in grandi casse. Girò poco dopo la voce che fra gli animali introdotti vi fossero dei lupi, e la storia, spargendosi in tutto il territorio, venne successivamente usata come esempio dell'aperta contrapposizione del parco agli interessi locali.<ref name="boitani1988.47"/>
 
==Note==