Bozza:Paiva Couceiro: differenze tra le versioni

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Gli eventi legati alla sua reclusione non influirono sulla carriera: il 9 gennaio 1884 fu promosso sottotenente d’artiglieria e prestò servizio nel prestigioso 1º Reggimento d’Artiglieria di [[Campolide]], a Lisbona. In quel contesto si unì a un gruppo di giovani ufficiali dediti alle arti militari dell’epoca, come la scherma e l’equitazione. Fu successivamente promosso tenente il 27 gennaio 1886 e, infine, capitano il 4 luglio 1889, quando si offrì volontario per una missione nelle [[Impero portoghese|colonie portoghesi]] in [[Africa]] — conseguenza diretta della [[Conferenza di Berlino (1884)|Conferenza di Berlino]], che aveva suddiviso il continente africano tra le potenze europee.
 
=== La campagnaCampagna in Angola (1889-1891) ===
Paiva Couceiro arrivò a [[Luanda]], in [[Africa Occidentale Portoghese|Angola]], il 1º settembre 1889 e fu immediatamente nominato comandante dello Squadrone di Cavalleria Irregolare nel villaggio di [[Humpata]] (originariamente creato da Artur de Paiva per combattere bande di guerriglieri nella pianura di [[Moçâmedes]]). Non rimase a lungo in questo avamposto: pare fosse insoddisfatto dei suoi subordinati, dei loro metodi e del basso livello di disciplina, ma riuscì comunque a impiegarli in una campagna per il recupero di bestiame rubato, evitando di ricorrere ai mercenari boeri locali, come era consuetudine. Nel gennaio 1890 si trovava nel villaggio di Belmonte, nel Bié, impegnato in una missione che lo portò lungo il fiume [[Cuando]], fino a [[Kuito Kuanavale|Cuito]] e poi a Lialui, lungo lo [[Zambesi]] — un viaggio di migliaia di chilometri attraverso la savana — per negoziare con Lewanika, capo della tribù Barotze. L’espansione della presenza portoghese nell’entroterra angolano faceva parte del tentativo dell’amministrazione coloniale di attuare la cosiddetta ''Carta Rosa'', mirata a esplorare e consolidare il dominio sui popoli dell’[[Africa centrale]]. Dopo una fase di resistenza, l’amministrazione portoghese avviò una campagna militare per pacificare i gruppi che avevano respinto i primi gesti di amicizia e doni simbolici — processo al quale Couceiro partecipò con energia. Per ottenere il riconoscimento della sovranità portoghese da parte del capo tribale, Couceiro portò con sé una tunica e una spada da colonnello, tessuti, oro, velluti, casse di vino [[Porto (vino)|Porto]] e armi, che avrebbero dovuto essere consegnati in 300 casse. Tuttavia, il progetto fu annullato dal governatore coloniale dell’Angola. Ciò fu una conseguenza dell'[[Ultimatum britannico del 1890]], che spazzò via ogni illusione imperiale portoghese di sovranità nell’Africa centro-meridionale, rendendo il viaggio pericoloso e inutile. Per dispetto, Couceiro abbandonò l’uso del cognome “Mitchell”<ref name=":0" />.
 
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Tornato a Bié, si unì allo Squadrone di Cavalleria Irregolare di Artur de Paiva per una spedizione punitiva volta ad arrestare il capo Dunduma (o N’Dunduma), che sei mesi prima gli aveva lanciato l’ultimatum. Artur Paiva portò con sé 300 indigeni, 70 mercenari [[boeri]], volontari portoghesi e un gruppo di ausiliari composto da [[Zulu]] e [[Damara]]. Dopo 30 giorni di bombardamenti e attacchi, durante i quali Couceiro annotò che fu imposta la giustizia portoghese, i Barotze consegnarono il loro capo. Terminata l’operazione, gli fu affidata la sottomissione della regione di Caranganja e l’esplorazione dei giacimenti di sale lungo la sponda orientale del fiume Cuanza, da cui produsse dettagliati rapporti sulla spedizione. Al termine della campagna, tornò a Belmonte con la febbre. A causa delle sue condizioni, il 17 febbraio 1891 il [[Ministero della marina (disambigua)|Ministro della Marina]] revocò la sua commissione e ordinò il rientro a Lisbona. In segno di riconoscenza, gli abitanti della regione Belmonte-Cuito-Benguela gli donarono una replica tempestata di diamanti della sua onorificenza dell’Ordine della Torre e Spada. Ricevuto a Lisbona, fu celebrato per le sue attività militari e per l’apertura dell’entroterra angolano, ricevendo il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine della Torre e Spada il 29 maggio 1891<ref name=":0" />.
 
=== La campagnaCampagna in Mozambico (1894-1896) ===
La sua onorificenza non fu accompagnata da alcuna promozione, e dopo un breve soggiorno a Lisbona, fu assegnato al 3º Reggimento d’Artiglieria a [[Santarém (Portogallo)|Santarém]], dove rimase tra agosto 1891 e agosto 1892. Tornò poi al 1º Reggimento d’Artiglieria di Lisbona. Generalmente insoddisfatto della vita nella capitale, chiese un trasferimento temporaneo alla [[Legione spagnola|Legione Straniera Spagnola]], allora impegnata a [[Melilla]] durante la battaglia delle montagne del [[Rif|Riff]], in [[Protettorato spagnolo del Marocco|Marocco]]. Si distinse in servizio, ricevendo la [[Medaglia al merito militare|Medaglia al Merito Militare]] spagnola, ma al termine del suo incarico tornò nuovamente a Lisbona, ancora una volta senza ottenere promozioni<ref name=":0" />.
 
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Dopo la caduta del governo di João Franco nel 1908 — conseguenza dell’assassinio di Carlo I e del [[principe ereditario]] [[Luigi Filippo di Braganza|Luigi Filippo]] in [[Praça do Comércio]] — Couceiro mantenne il suo incarico fino al 22 luglio 1909. Le crescenti tensioni tra il suo governo coloniale e quello rigeneratore di Venceslau de Sousa Pereira de Lima lo spinsero infine alle dimissioni. Lasciò Luanda nel giugno 1909, nonostante le proteste dei coloni, che desideravano la sua permanenza. Tornato a Lisbona, ricevette l’incarico di comandare il gruppo di artiglieria a cavallo di [[Queluz (Sintra)|Queluz]]. Mentre la politica portoghese era travolta dagli scandali — in particolare le accuse di frode al [[Crédito Predial Português]] — Couceiro rimase relativamente distante da tali conflitti, concentrato sulle sue aspirazioni di promozione al grado di [[maggiore]].
 
=== L'opposizioneOpposizione alla Repubblica ===
 
Il silenzio di Paiva Couceiro si ruppe nel luglio 1910, quando pubblicò un editoriale sul giornale ''O Correio da Manhã'', sostenuto da João Franco. In esso lanciava un appello per una [[controrivoluzione]] [[Conservatorismo|conservatrice]] volta a salvare dal declino la monarchia, guidata dal giovane re [[Manuele II del Portogallo|Manuele II]]. I suoi appelli non suscitarono alcun dibattito. Il regime monarchico crollò rapidamente e senza colpo ferire il [[Rivoluzione del 5 ottobre 1910|5 ottobre]] [[Rivoluzione del 5 ottobre 1910|1910]], dopo un pronunciamento militare a Lisbona, a [[Praça do Município]], con la proclamazione della [[Prima Repubblica (Portogallo)|Prima Repubblica Portoghese]]. Paiva Couceiro fu uno dei pochi militari a tentare seriamente di fermare la rivoluzione repubblicana, ma senza successo. La sua artiglieria fu l’unica guarnigione a sparare contro i repubblicani alla [[Rotunda]] e al [[Parco Edoardo VII|parco Eduardo VII.]] Abbandonato dallee truppe monarchiche, marciò verso Sintra per unirsi al re. Scoprì però che il sovrano si era spostato a [[Mafra (Portogallo)|Mafra]] e tentò di raggiungerlo, ma era già stato evacuato da [[Ericeira]] sul [[panfilo]] reale ''Amélia IV''. Da lì la [[Casato di Braganza-Sassonia-Coburgo-Gotha|famiglia reale portoghese]] prese poi la strada dell'esilio nel [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Regno Unito]]. In un momento in cui il successo repubblicano non era ancora certo, Couceiro ricevette l’ordine dai superiori di rientrare in caserma. Il 6 ottobre 1910, il [[governo provvisorio]] repubblicano lo interpellò per chiarire la sua posizione durante i giorni precedenti e, intervistato da Joaquim Leitão, questa fu la sua dichiarazione:
 
"''Riconosco le istituzioni che il popolo riconosce. Ma, se l’opinione del popolo non è unanime, se il Nord non è d’accordo con il Sud, io sarò, fino alla fine, dalla parte dei fedeli alla tradizione. E se sarà necessario un intervento straniero per sostenere la Monarchia, allora io sarò dalla parte della Repubblica... Dopo chiesi di dimettermi. Lo chiesi perché, dopo molti anni di sacrificio e lavoro sotto i colori blu e bianco e gli scudi della nostra bandiera, non pensavo, non potevo accettare di abbandonare il simbolo della storia del mio Paese. [Fingere] che un simbolo con radici nella nostra anima e [che] ispirava rispetto in tutto il mondo e [le] opere di molte generazioni. E io, da parte mia, mi trovo troppo vecchio per iniziare ora una nuova lotta che le ghirlande di una nuova bandiera richiedono.''"
 
=== Attacchi a Chaves (1911-1912) ===