Claude Monet: differenze tra le versioni

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Ormai consapevole di avere raggiunto una certa esperienza artistica, Monet era fermo nel voler proseguire la sua vita nel solco dell'arte. Fondamentale, in tal senso, fu l'intervento del corniciaio operante presso ''Gravier's'', grazie al quale Claude fece conoscenza con un paesaggista normanno modesto ma determinato, [[Eugène Boudin]]. «Dovresti conoscere monsieur Boudin» rivelò il corniciaio al giovane Claude «checché ne dicano le persone, sa assolutamente il fatto suo [...] potrebbe darti ottimi consigli». Le perplessità di Monet furono rilevanti – il suo spirito di autodidatta era insofferente ai freni – ma le insistenze del corniciaio furono talmente pressanti da spingerlo a rivolgersi a Boudin, che fu ben contento di insegnare la sua arte a un «giovane uomo così versato per le caricature».
 
Fu un incontro intensissimo. Boudin ammirava le opere «sconvolgenti, ricche di entusiasmo e di vita» del giovane allievo, che dal canto suo ammise di aver beneficiato non poco degli insegnamenti del maestro: «Boudin, con instancabile gentilezza, intraprese la sua opera d'insegnamento. I miei occhi finalmente si aprirono e compresi veramente la natura; imparai al tempo stesso ad amarla. L'analizzai con una matita nelle sue forme, la studiai nelle sue colorazioni».<ref>{{cita|Wildenstein|p. 22}}.</ref> Se un tutoraggio accademico lo avrebbe confinato nel claustrofobico chiuso degli atelier, Boudin fu perfettamente in grado di convertire la passione di Monet in temperamento artistico, trasmettendogli un grande amore per la pittura ''en plein air'': «È ottimo come inizio, ma presto ne avrai abbastanza delle caricature. Studia, impara a vedere e a disegnare, dipingere, fare paesaggi tutto quello nel tipo di dipinto ''<u>plein air</u>''».<ref>{{cita|Lemaire|p. 5}}.</ref>
[[File:Three Cows Grazing by Claude Monet.jpg|sinistra|miniatura|Tre mucche in un pascolo (1865-70)]]