Mulini ad acqua sul fiume Olona: differenze tra le versioni

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[[File:Mulino Cornaggia - Antique Burst.jpg|thumb|left|I resti del mulino Cornaggia a Legnano, che si trovano a valle del [[Castello Visconteo (Legnano)|castello Visconteo]]]]
 
Tra le sorgenti e [[Nerviano]] il corso del fiume era un tempo disseminato di mulini. Fin dal [[Medioevo]], prosperava l'attività molitoria<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag197">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 197}}.</ref>. Tale era il numero di mulini da far supporre che nel [[XV secolo]] questa attività costituisse per l'intera zona una notevole fonte economica<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag197"/>. Il possesso dei mulini consentiva alle autorità di conservare il controllo dei territori circostanti<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag197"/>. Quest'ultima, infatti, era collegata al rifornimento di cereali, da parte dei mugnai dell'Alto Milanese, alla città di Milano<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag197"/>. Le famiglie nobiliari del tempo tendevano quindi a concentrare le proprietà dei mulini per conservare il potere discrezionale sul loro uso, soprattutto in tempo di carestia<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag197"/>. Questa importanza fu tale anche nei secoli successivi, e per questo motivo le Signorie degli [[Sforza]] e dei [[Visconti]] posero a presidio dei più importanti raggruppamenti di mulini sull'Olona alcune fortificazioni, sfruttando fortilizi e castelli già esistenti<ref name="varesotto">{{cita web|cognome=|nome=|url=httphttps://www.ilvaresotto.it/valli/ValleOlona.htm|titolo=Valle Olona|editore=ilvaresotto.it|accesso=7 ottobre 2014}}</ref>. Il tratto del fiume dove era presente la gran parte dei mulini era quello tra Legnano e [[Pogliano]]<ref name="cita-Macchione-1998-pag114">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 114}}.</ref>.
[[File:Mulino Krumm e Salmoiraghi di Legnano sull'Olonella nel 1881.jpg|thumb|Mulino Krumm e Salmoiraghi di [[Legnano]] sull'[[Olonella]] nel 1881]]
 
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[[File:Mulino arcivescovile (Legnano).JPG|miniatura|Il Mulino Arcivescovile a Legnano in un acquarello di Giuseppe Pirovano del 1849]]
 
L'uso intensivo delle acque dell'Olona da parte degli agricoltori, dei mugnai e degli artigiani richiese da parte delle autorità l'emanazione di apposite norme (i cosiddetti "Statuti delle strade e delle acque del contado di Milano"): ciò avvenne la prima volta nel 1346 e poi nel 1396<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=httphttps://www.storiadimilano.it/Miti_e_leggende/acque.htm|titolo=Milano città acquatica e il suo porto di mare|editore=storiadimilano.it|accesso=11 agosto 2014}}</ref>. Questi documenti spiegavano le modalità di sfruttamento delle acque nell'irrigazione e per il loro impiego come forza motrice per la movimentazione delle ruote idrauliche dei mulini. Da ciò si può dedurre l'importanza che le autorità dell'epoca attribuivano alla funzione dei mulini.
 
Le premesse all'istituzione di un consorzio tra gli utilizzatori delle acque del fiume si ebbero nel 1541, quando furono sottoscritte le cosiddette ''Novae Costitutiones'' (in italiano, le "nuove costituzioni")<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag191">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 191}}.</ref><ref name="consorzio">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.consorziofiumeolona.org/dettaglio.asp?id_articolo=329&id_categoria=Il%20Consorzio&parola=|titolo=Il Consorzio del fiume Olona - Storia |editore= consorziofiumeolona.org |accesso=21 agosto 2014}}</ref><ref name="cita-Di-Maio-1998-pag77">{{Cita|Di Maio, 1998|pag. 77}}.</ref>. In questo caso il nuovo contratto, che aveva carattere pubblico, prevedeva un ''Regius Judex Commissarius Fluminis Olona'' (in italiano, "commissario del fiume "), che sovrintendeva al controllo degli utilizzatori delle acque dell'Olona<ref name="consorzio"/><ref name="cita-Di-Maio-1998-pag77"/>. In genere, tale funzione era ricoperta da un esponente del [[Senato di Milano]]<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag191"/>. Le ''Novae Costitutiones'', e le cariche ad esse associate, restarono in vigore fino al 1797<ref name="cita-Macchione-1998-pag81">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 81}}.</ref>.
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* 1200 ca.: da alcuni documenti si apprende che un mulino, nei pressi dell'attuale [[Castello Visconteo (Legnano)|castello di Legnano]], era affidato a dei monaci seguaci della regola di Sant'Agostino. Sul convento di questi frati, che fu in seguito abbandonato, fu costruito il castello di Legnano.
* 1339: in una gelida mattina di febbraio, nella zona dei mulini, con i campi coperti di neve, fu combattuta la celebre [[battaglia di Parabiago]] fra [[Luchino Visconti (signore di Milano)|Luchino]] a [[Lodrisio Visconti]], che vide {{formatnum:4000}} fanti caduti in un sol giorno.
* 1510: l'esercito svizzero del [[Canton Ticino]], in discesa verso Milano, distrusse la maggior parte dei mulini della valle Olona<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=httphttps://ecomuseo.comune.parabiago.mi.it/ecomuseo/mappareilparco/mappareilparco_dati.pdf |titolo=M’appare il Parco dei Mulini - (Ri)scoprire, condividere e progettare il Parco.|accesso=5 febbraio 2013|formato=PDF|editore= ecomuseo.comune.parabiago.mi.it }}</ref>.
* 1594: i mulini di [[Legnano]] furono censiti e classificati in cinque categorie, corrispondenti a cinque tratti di fiume. Nel quartiere legnanese della Gabinella erano presenti cinque mulini, al [[Mugiato]] due impianti molinatori, nei pressi di piazza San Magno cinque mulini, a [[contrada Legnarello|Legnanello]] un impianto molinatorio e vicino al castello due mulini.
* 1606: nella relazione dell'ingegner Barca non sono indicate le località dove sorgevano i mulini, ma sono presenti soltanto i nomi dei proprietari. Fra questi erano menzionati i Lampugnani, i Cusani ed i Salmoiraghi. Da [[Varese]] a [[Milano]] i mulini erano 106 e fra questi vi erano due magli e una folla da panno.
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Partendo dalle sorgenti, i primi impianti molinatori di rilievo storico che si incontrano lungo l'Olona sono i mulini Grassi di [[Varese]], che sono stati costruiti tra il XVI ed il XIX secolo. Sono stati ristrutturati per essere adibiti ad abitazione ed hanno, sui muri esterni, alcuni esempi di [[Meridiana|meridiane]] di grande interesse storico<ref>{{cita web|url=http://www.univa.va.it/varesefocus/vf.nsf/web/DE2C94A49349CDD3C1256A3A00310E0D?OpenDocument|titolo=L'ombra dello gnomone|editore=univa.va.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=838|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.838 -Mulini Grassi|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907190538/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=838|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=412|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.412 -Mulini Grassi|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191226/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=412|urlmorto=sì}}</ref> ed un pregevole [[affresco]] del 1675<ref name="cita-Macchione-1998-pag277">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 277}}.</ref>. Più a sud sono presenti i mulini Sonzini di [[Gurone]]<ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=405|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.405 -Mulini Sonzini|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=4 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131104220350/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=405|urlmorto=sì}}</ref>, che sono anteriori 1772 e che sono stati adibiti ad abitazioni.
Sono rimasti in attività fino al 1970<ref>{{cita web|url=
httphttps://www3.varesenews.it/varese/i-vecchi-mulini-di-gurone-265951.html|titolo= I vecchi mulini di Gurone|editore=varesenews.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>. A [[Vedano Olona]] è situato il mulino alle Fontanelle. Già presente nel 1772, possedeva una macina da grano ed un torchio. Subì un primo abbandono negli anni venti<ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=431|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.431 - Mulino alle Fontanelle|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191007/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=431|urlmorto=sì}}</ref>, poi fu ristrutturato negli anni settanta e di nuovo abbandonato nel decennio successivo.
 
A Castellazzo, località di [[Fagnano Olona]], è situato il mulino Bosetti. Già censito come mulino Visconti nel 1772, fu catalogato come mulino del Ponte nel 1857 prima di assumere la denominazione di mulino Bosetti negli anni seguenti. Nel 1982 risultavano accessibili le sole abitazioni<ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=377|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.377 - Mulino Bosetti|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191452/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=377|urlmorto=sì}}</ref>, mentre il resto è abbandonato. A [[Castelseprio]] è presente il mulino Zacchetto, che fu attivo per fini agricoli dal XVIII al XIX secolo. Divenne prima sede della società Pagani (anni venti)<ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=812|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.812 - Mulino Zacchetto|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191427/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=812|urlmorto=sì}}</ref>, per poi venire trasformato in centrale elettrica. Dagli anni ottanta risulta abbandonato<ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=367|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.367 - Centrale Zacchetto - Ex Mulino Zacchetto|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191544/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=367|urlmorto=sì}}</ref>. A [[Gornate Superiore]], frazione di [[Castiglione Olona]], è situato il mulino del Celeste. Già mulino Mariani nel 1772 e mulino Guidali nel 1857, fu registrato con l'attuale denominazione nel 1881. Disponeva di torchi da olio e di una macina da grano<ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=371|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.371 - Mulino del Celeste|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907190700/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=371|urlmorto=sì}}</ref>. Dal 1930 è stato adattato ad abitazioni private<ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=816|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.816 - Mulino del Celeste|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191005/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=816|urlmorto=sì}}</ref>. A [[Lonate Ceppino]] è situato il mulino Taglioretti. Anch'esso, nel 1722, era di proprietà Mariani. Prese la denominazione mulino Taglioretti nel XIX secolo. Fu a servizio della cartiera Canziani del 1901 e del cartonificio Samec dal 1920. Nel 1982 risultava abbandonato<ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=392|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.392 - Mulino Taglioretti|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191457/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=392|urlmorto=sì}}</ref>. A [[Gornate Olona]] sono presenti i mulini di Torba e San Pancrazio. Entrambi esistenti prima del 1772, assunsero i nomi delle rispettive frazioni del 1857. Cessarono le attività molinatorie verso metà del XX secolo. Sono in gran parte adibiti ad abitazioni<ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=821|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.821 - Mulini San Pancrazio|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191455/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=821|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=822|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.822 - Mulini di Torba|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191009/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=822|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=385|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.385 - Mulini di S. Pancrazio|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191612/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=385|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=386|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.386 - Mulini di Torba|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014|dataarchivio=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140907191137/http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=386|urlmorto=sì}}</ref>. Ad [[Olgiate Olona]] è situato il mulino del Sasso. È ben conservato e quindi è in corso un progetto che prevede il ripristino completo dell'impianto idraulico<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=184754|titolo=Mulino del "Sasso", dal recupero l'energia pulita|editore=varesenews.it|accesso=7 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101014160126/http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=184754|dataarchivio=14 ottobre 2010|urlmorto=sì}}</ref>.
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[[File:Mulino Lampugnani.jpg|thumb|left|Il mulino Gajo-Lampugnani a [[Parabiago]]]]
 
Nel 1772, secondo la relazione Raggi<ref name="Macchione|pag. 301"/>, risultarono censiti tre impianti molinatori in località [[Canegrate]], numero che fu confermato nel 1881 dalla relazione dell'ingegner Mazzocchi<ref name=plis/>. A Canegrate si trova il mulino Galletto o Agrati, che è quello conservato meglio. Situato in via Mulino Galletto, si presume risalga al 1570. È in buono stato, anche se ha perso la funzione di mulino, dato che è stato destinato a pizzeria-birreria. La proprietà è privata.<ref name=plis/>. Il mulino Giulini, risalente al [[XVII secolo]], presenta, come unica testimonianza della passata funzione, una roggia, che però è da tempo priva d'acqua<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=httphttps://ecomuseo.comune.parabiago.mi.it/ecomuseo/percorsi/102.htm|titolo=Mulino Giulini|accesso=5 febbraio 2013|editore=Ecomuseo di Parabiago}}</ref>. Il mulino Bersoldo-Montoli, che è di proprietà privata, è risalente al XVI secolo. Si trova in via Cascinette<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=httphttps://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01543/|titolo=Mulino Bersoldo, Montoli|accesso=5 febbraio 2013|editore=Lombardia Beni Culturali}}</ref>.
 
Sempre secondo la medesima relazione<ref name="Macchione|pag. 301"/>, risultarono censiti cinque impianti molinatori in località [[Parabiago]], numero che fu confermato nel 1881 dalla relazione dell'ingegner Mazzocchi<ref name=plis/>. A Parabiago è presente il mulino Rancilio. Situato in via Resegone, si presume risalga al [[XVII secolo]]. È in uno stato discreto, anche se gli interventi successivi ne hanno sostanzialmente modificato l'aspetto (ha infatti assunto il carattere di una cascina più che di un mulino). È stata effettuata una ristrutturazione complessiva, è di proprietà privata e lo stabile è destinato all'uso residenziale e agricolo.<ref name=plis/>. Sull'isolino di via Resegone, sono presenti dei resti del mulino Corvini<ref name=plis/>. Il mulino Moroni o Bert si trova in via Unione, e si presume risalga al XVII secolo. Si trova in buone condizioni generali. L'impianto molinatorio è però inattivo, e delle tre ruote con nervili, ne rimane solo una. La proprietà è privata, e lo stabile è destinato all'uso residenziale ed agricolo.<ref name=plis/>. A Parabiago si trova anche il mulino Gajo-Lampugnani, che è quello meglio conservato.
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Nel 1772, secondo la relazione Raggi<ref name="Macchione|pag. 301"/>, risultarono censiti cinque impianti molinatori in località [[Nerviano]], numero che scese a tre nella relazione dell'ingegner Luigi Mazzocchi del 1881<ref name=plis/>. A Nerviano è presente il mulino Star Qua, che è situato al confine con [[Parabiago]]. Di questo impianto molinatorio non si conosce l'epoca di costruzione. È in una discreta condizione generale, e presenta una buona riconoscibilità dei caratteri originari. È stata effettuata una ristrutturazione di tipo materico. Mantiene comunque la roggia con nervile e le ruote, che risalgono al 1885. È di proprietà privata e l'edificio è adoperato all'uso residenziale e agricolo. Il nome del mulino "Star Qua" è dovuto a una vicenda riguardante un episodio del 1853; ad un ordine di sgombero dei locali da parte delle truppe dell'[[Impero austriaco|esercito asburgico]], il mugnaio rispose: "noi vogliamo star qua!"<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.terredolona.it/il-mulino-star-qua/#more-344|titolo=Il mulino Star Qua|editore=terredolona.it|accesso=3 ottobre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141006103453/http://www.terredolona.it/il-mulino-star-qua/#more-344|dataarchivio=6 ottobre 2014|urlmorto=sì}}</ref>. A Nerviano sono anche presenti il mulino Lombardi ed il mulino Arese.
 
A valle di Nerviano sono ancora rintracciabili il mulino Sant'Elena a [[Pregnana Milanese]]<ref>{{cita web|url=httphttps://ecomuseo.comune.parabiago.mi.it/ecomuseo/risorse/mulinoday/mulinoday2015.html|titolo=Mulino day 14 giugno 2015
|editore=ecomuseo.comune.parabiago.mi.it|accesso=29 luglio 2015}}</ref>, mentre a [[Rho]] il molino Prepositurale, un tempo di proprietà della [[Basilica di San Vittore (Rho)|Parrocchia San Vittore]] e oggi completamente in abbandono, seguito più a valle dal mulino Cecchetti, trasformato in abitazione pur avendo conservato alcuni elementi dei macchinari in bella mostra nel giardino, oltre al molino Nuovo, posto in prossimità della confluenza con il torrente [[Bozzente]] e divenuto anch'esso residenza privata<ref>Paola Pessina e Giuseppe Terruzzi, ''Le campagne e il borgo di Rho nei documenti del Catasto di Maria Teresa d'Austria'', Biblioteca Popolare di Rho, 1980</ref>.
 
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== Collegamenti esterni ==
*{{cita web | 1 = https://sites.google.com/site/parcomulini/ | 2 = Sito istituzionale del Parco dei Mulini | accesso = 24 gennaio 2013 | dataarchivio = 12 novembre 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121112132922/https://sites.google.com/site/parcomulini/ | urlmorto = sì }}
*{{cita web|httphttps://www.5mulini.org/|Sito ufficiale Cinque Mulini}}
 
{{Olona}}