Repubblica Centrafricana: differenze tra le versioni

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[[File:Painted wolf.jpg|miniatura|sinistra|Esemplare di [[Lycaon pictus|licaone]] (''Lycaon pictus''). Si stima la presenza di circa 150 individui in Repubblica Centrafricana]]
 
Il Centrafrica è uno dei paesi più ricchi del mondo quanto alla diversità biologica. Ha una grande varietà di biotopi: dalla [[savana]] arbustiva del nord-est alla [[foresta pluviale]] primaria del sud sud-ovest. Di conseguenza molte sono le specie vegetali ed animali che ospita. O sarebbe meglio dire, ospitava. Infatti il nord ed il nord-est, che erano uno dei contenitori faunistici più spettacolari del mondo e che ancora oggi sulla carta ospitano terre protette per più di 80.000 km² (tanto quanto il [[Portogallo]]), sono costante oggetto di furia predatoria da parte delle popolazioni provenienti da [[Ciad]] e [[Sudan]]. Questi entrano con le greggi e a colpi di kalashnikov abbattono i grandi mammiferi presenti: [[giraffa]] (solo per la coda), [[elefante]] (per l'[[avorio]]), [[ippopotamo]] (per i denti pregiati) e tutte le grandi [[Gazzella|gazzelle]] per via della carne. Il [[rinoceronte]] è estinto dal 1972, insieme ad altri animali come il [[ghepardo]]; assai a rischio è considerato anche il [[Lycaon pictus|licaone]]. La popolazione di elefanti è decimata, così come quella del [[leone]], di cui sono ormai pochissimi gli avvistamenti dal 2007.
 
Per via della guerra civile e della povertà del paese, lo Stato non esercita in questa regione nessun controllo, che è anzi nelle mani di capi locali di origine straniera che controllano gli influssi migratori stagionali dei cacciatori. L'[[Unione europea]] tenta da diversi anni di affiancare il paese nella salvaguardia della propria natura tramite i progetti [[ECOFAC]], ma gli effetti sono minimi, senza nessuna partecipazione da parte dei governi che si succedono. L'amministrazione fortemente corrotta dell'ultimo presidente in carica, Bozizé, ha anzi contraddetto leggi precedenti e tuttora in vigore, secondo cui non è possibile cercare [[diamanti]] nelle aree protette, e ha elargito concessioni di sfruttamento che hanno contribuito alla devastazione già presente.