Apparato paramilitare del PCI: differenze tra le versioni
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Poi aggiunse che i capi della Vigilanza «erano i dirigenti dell'ufficio organizzazione, diretto fino al [[1955]] da [[Pietro Secchia]], vicesegretario generale del partito e fautore della lotta armata. Con lui c'erano ex partigiani di grande esperienza militare e clandestina come suo fratello [[Matteo Secchia|Matteo]]». Cocchi elencò alcune personalità locali: l'elenco finiva con [[Pietro Verga]], «uno dei vice di Secchia, e [[Giulio Seniga]], ex partigiano della [[Val d'Ossola]], braccio destro di Secchia». L'anno in cui ci si avvicinò di più ad imbracciare le armi fu il 1948, non solo per le elezioni politiche, ma anche per l'attentato a Togliatti. [I capi del partito] «Volevano avere la capacità di difendersi militarmente senza che gli avversari lo sapessero».
«L'Europeo» però faceva notare come, «nonostante l'assoluta segretezza, il controspionaggio
Nel numero successivo, uscito il 7 giugno 1991, giunsero nuove rivelazioni relative agli ultimi anni dell'organizzazione paramilitare del PCI<ref>{{Cita news|autore=«Cicikov»|titolo=La lunga notte della Gladio rossa|pubblicazione=[[L'Europeo]]|numero=23|data=7 giugno 1991|cid=Cicikov}}</ref>:
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