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Parallelamente, nel [[Bel paese]], il concetto viene portato avanti da [[Adolfo Ravà]], docente di [[Filosofia del diritto]]. I punti sollevati da [[Adolfo Ravà|Ravà]], seppur paralleli al pensiero tedesco, hanno origine indipendente. Analizzando il [[Tractatus de potestate in seipsum]] di [[Baldassarre Gomez de Amescua]], giurista spagnolo del [[XVI secolo]], ne coniuga un “''diritto sulla propria persona''”, che esclude però una lunga serie d’elementi per noi correlati, quali: [[Diritto d'autore|diritto d’autore]], sul nome, sul marchio. Successivamente sarà sempre [[Adolfo Ravà|Ravà]] a determinare per [[Analogia (diritto)|analogia legis]] il “''diritto alla riservatezza''”.
I primi casi di violazione si presentano tra gli anni [[Anni 50|’50]] e [[Anni 60|’60]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Giovanni|cognome=Pugliese|data=1954|titolo=Sentenza 14 settembre 1953; Pres. Boccia P., Est. Mani; Caruso (Avv. Leone) c. Soc. p. a. Produzione associata Tirrena Asso film (Avv. Graziadei, Vismara Currò)|rivista=Il Foro Italiano|volume=77|numero=1|pp=115/116–133/134|accesso=19 giugno 2019|url=https://www.jstor.org/stable/23145955}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.jus.unitn.it/users/pascuzzi/varie/sem-inf99/Cass_1956.htm|titolo=Cass. 22 dicembre 1956 n. 4487|accesso=19 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180612015830/http://www.jus.unitn.it/users/pascuzzi/varie/sem-inf99/Cass_1956.htm|urlmorto=sì}}</ref>. Caso particolarmente significativo è la sentenza emessa dalla [[Corte suprema di cassazione|Corte di Cassazione]] nel [[1963]]. Il settimanale italiano “[[Tempo (periodico)|Tempo]]” ottenne attenzione popolare diffondendo una serie di particolari inerenti alla vita intima di [[Clara Petacci|Claretta Petacci]], amante di [[Benito Mussolini]]. A seguito della constatazione ne scaturì una denuncia da parte della sorella minore della Petacci, [[Miria di San Servolo]]. Nel [[1975]] anche il [[Corte suprema di cassazione|Supremo Collegio]] italiano si adeguò alle controparti europee affermando l’esistenza di un diritto alla riservatezza. Il tutto scaturì a seguito di controversie con [[Soraya Esfandiary Bakhtiari|Soraya Esfandiari]] che fu fotografata, nelle proprie mura domestiche, in atteggiamenti intimi con un uomo<ref>{{cita web | url = http://www1.unipa.it/gpino/Corte%20di%20Cassazione.pdf | titolo = Commento alla sentenza 27 maggio 1975, n. 2129 della Cassazione | accesso = 8 dicembre 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171209044037/http://www1.unipa.it/gpino/Corte%20di%20Cassazione.pdf | urlmorto = sì }}</ref>. Tornando all'ottica comunitaria, una serie di provvedimenti fu ribadita: direttive [https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/432175 95/46/CE], [[Direttiva 97/66 CE|97/66/CE]], e [https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/35284 2002/58/CE].
In Italia, consecutivamente alla [https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/432175 95/46/CE] si ha l’istituzione di una figura di [[garante per la protezione dei dati personali]]. Seguì l’emanazione del [[decreto legislativo]] [https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2003-06-30;196!vig= 30 giugno 2003 n.196], il quale introdusse nell'[[Ordinamento giuridico|ordinamento]] italiano un autonomo diritto alla protezione dei dati personali, indipendente rispetto alla tutela della sfera intima dell’individuo. L’estensione europea di questa visione entra in vigore il 7 dicembre 2000, con l’[https://fra.europa.eu/it/eu-charter/article/8-protezione-dei-dati-di-carattere-personale art. 8, comma I] della [[Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea|Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea]], detta anche Carta di Nizza, che fa esplicito riferimento al diritto alla protezione dei dati personali.
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