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'''Henrique Mitchell de Paiva Cabral Couceiro''', meglio conosciuto come '''Paiva Couceiro'''<ref>{{Cita web|lingua=pt|autore=Infopédia|url=https://www.infopedia.pt/artigos/$henrique-de-paiva-couceiro|titolo=Henrique de Paiva Couceiro - Infopédia|sito=Dicionários infopédia da Porto Editora|accesso=2025-10-06}}</ref> ([[Lisbona]], [[30 dicembre]] [[1861]] – [[Lisbona]], [[11 febbraio]] [[1944]]) è stato un [[politico]] e [[militare]] [[Portoghesi|portoghese]]. Principale
[[File:Avô Henrique wiki2.jpg|miniatura|Paiva Couceiro
== Biografia ==
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=== Governatore in Angola ===
Il 1º maggio 1907 morì il [[Governatore|governatore coloniale]] dell’Angola, Eduardo Augusto Ferreira da Costa. Su suggerimento di Carlo I, il nuovo ministro della Marina, Aires de Ornelas — compagno africanista di Paiva Couceiro — lo invitò ad assumere il prestigioso incarico. Il sostegno a João Franco facilitò la sua nomina. Couceiro accettò il 24 maggio 1907, diventando governatore coloniale [[ad interim]] (il suo grado di capitano non gli permetteva di ottenere subito il titolo formale). I suoi obiettivi erano chiari: occupare, esplorare e presidiare il territorio fino ai confini più remoti per garantire la sicurezza e prevenire interferenze esterne; promuovere lo sviluppo economico della colonia, creando comunicazioni rapide e a basso costo per stabilizzare i coloni portoghesi, offrire lavoro alla popolazione indigena e ridurre il peso del protezionismo e dei monopoli urbani; infine, permettere al governo locale di risolvere autonomamente le questioni interne, senza l’ingerenza del governo di Lisbona. Sebbene si trattasse di un compito arduo, il suo mandato fu segnato da progressi significativi — come riconobbe il successivo governatore José Norton de Matos e lo storico René Pélissier<ref>Pélissier, René (1986). ''História das campanhas de Angola : resistência e revoltas, 1845–1941''. Vol. 2. Lisbon: Editorial Estampa.</ref>. Couceiro guidò personalmente campagne militari per pacificare le regioni della tribù Cuamato e del municipio di [[Dembos]].
[[File:Avô Couceiro+principe 8x13.jpg|miniatura|Il principe ereditario [[Luigi Filippo di Braganza|Luigi Filippo]] in visita in Angola col governatore Paiva Couceiro (1907)]]
Dopo la caduta del governo di João Franco nel 1908 — conseguenza dell’assassinio di Carlo I e del [[principe ereditario]] [[Luigi Filippo di Braganza|Luigi Filippo]] in [[Praça do Comércio]] — Couceiro mantenne il suo incarico fino al 22 luglio 1909. Le crescenti tensioni tra il suo governo coloniale e quello rigeneratore di Venceslau de Sousa Pereira de Lima lo spinsero infine alle dimissioni. Lasciò Luanda nel giugno 1909, nonostante le proteste dei coloni, che desideravano la sua permanenza. Tornato a Lisbona, ricevette l’incarico di comandare il gruppo di artiglieria a cavallo di [[Queluz (Sintra)|Queluz]]. Mentre la politica portoghese era travolta dagli scandali — in particolare le accuse di frode al [[Crédito Predial Português]] — Couceiro rimase relativamente distante da tali conflitti, concentrato sulle sue aspirazioni di promozione al grado di [[maggiore]].
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A differenza della prima incursione, i preparativi per il secondo movimento furono ben riforniti e sostenuti, grazie anche all’aiuto non ufficiale della [[Restaurazione borbonica in Spagna|Spagna]], che temeva che le politiche radicali della neonata Repubblica portoghese potessero oltrepassare il confine, minacciando la [[monarchia spagnola]], anch'essa precaria. In totale, circa 450 uomini, tra civili e militari, si unirono alla rivolta monarchica, e si prevedeva che altri volontari e sostenitori si sarebbero aggiunti lungo il percorso. Quando le forze monarchiche raggiunsero Chaves, l’8 luglio 1912, si prevedeva che circa 700 uomini avrebbero preso la città per la monarchia. Tuttavia, l’incursione non ricevette il sostegno popolare che Paiva Couceiro si aspettava, venendo acclamata principalmente da sacerdoti pacifisti e nobili, che però non potevano sostenere il movimento militarmente. Quando le forze monarchiche entrarono nella città vera e propria, 150 volontari locali, con un breve addestramento, si erano organizzati per difendere la città in nome del regime repubblicano, mentre una compagnia di 100 soldati dell’[[Exército Português|esercito portoghese]] marciava verso Chaves. Sebbene le forze monarchiche fossero numericamente superiori, mancavano delle scorte e dell’equipaggiamento che i 100 soldati regolari possedevano. Alla fine dell’attacco, 30 monarchici furono uccisi e i restanti fuggirono in esilio o vennero arrestati. L’attacco monarchico a Chaves si rivelò un fallimento, ma dimostrò che i monarchici e il loro principale agitatore erano disposti a usare la forza militare<ref>Crónica da Vila Velha de Chaves, Júlio M. Machado, 3rd ed., 2006.</ref>.
=== La Monarchia del Nord (1919) e l'esilio ===
Nel 1915, tornato in Portogallo dopo il suo primo esilio, Paiva Couceiro fu invitato dal governo repubblicano, rappresentato da Araújo de Sá, Oliveira Jericote e un altro emissario, ad assumere di nuovo il ruolo di governatore dell’Angola. I rappresentanti si recarono presso la sua residenza a [[Oeiras (Portogallo)|Oeiras]]. Couceiro rifiutò di servire la Repubblica e si stabilì di nuovo in Spagna, dove iniziò a preparare un nuovo tentativo di restaurazione monarchica: il movimento che sarebbe passato alla storia come ''[[Monarchia del Nord|Monarquia do Norte]]''.
Dal dicembre 1918 la situazione politica portoghese era diventata confusa. Il primo ministro [[João Tamagnini Barbosa]] aveva assunto il controllo del governo e nominato [[João do Canto e Castro]] come [[presidente della Repubblica]], colmando il vuoto istituzionale lasciato dall’assassinio di [[Sidónio Pais]]. I sidonisti, sostenitori del presidente assassinato, formarono una giunta militare provvisoria fuori Lisbona, in opposizione al presidente Canto e Castro. Allo stesso modo, nel Nord del paese, i sidonisti formarono una giunta militare opposta, che proclamò di controllare la regione. Approfittando del caos istituzionale, Paiva Couceiro si recò nel Nord, dove valutò che il contesto fosse favorevole alla restaurazione e incontrò il comando monarchico. La Giunta centrale dell’[[Integralismo Lusitano]] si riunì il 17 gennaio 1919, e António Maria de Sousa Sardinha e Luís Carlos de Lima e Almeida Braga decisero di procedere con il piano di Couceiro di occupare [[Porto (Portogallo)|Porto]], la seconda più grande città del paese, con l’intento di strapparla al governo centrale e favorire un consenso unanime alla restaurazione monarchica. Paiva Couceiro entrò a Porto senza alcuna resistenza da parte dei militari locali o dei cittadini nella mattina del 18 gennaio 1919. Fu solo il giorno seguente — dopo una parata militare — che si tenne la cerimonia ufficiale con l’innalzamento della bandiera reale blu e bianca, proclamando la [[Monarchia del Nord]]. Dopo il ripristino del [[Regno del Portogallo]], la bandiera monarchica fu issata negli edifici governativi di tutto il Nord, da [[Viana do Castelo]] fino alla storica città contesa di Chaves. Paiva Couceiro diventò presidente della "Giunta del Regno". Durante la sua breve attività, fu ristabilita la [[Costituzione del Portogallo del 1826|Carta costituzionale del 1826]] come compromesso con i [[Liberal-conservatorismo|liberali conservatori]], poiché la priorità era abolire tutta la legislazione repubblicana emanata dal 5 ottobre 1910, ripristinare la bandiera e l’inno monarchici e legiferare contro i repubblicani. Tuttavia, l’obiettivo principale era il ritorno a una Monarchia "integrale e tradizionale", fondata su una filosofia politica [[Feudalesimo|feudale]], sulla [[Dottrina sociale della Chiesa cattolica|dottrina sociale cattolica]] e sulla [[Corporativismo|rappresentanza corporativa]]<ref>FERREIRA COIMBRA, ARTUR (2000). "''PAIVA COUCEIRO E A CONTRA-REVOLUÇÃO MONÁRQUICA (1910-1919)"'' (PDF). repositorium.sdum.uminho.pt.</ref>.
[[File:Avô Couceiro+zinho 8x16.jpg|miniatura|Paiva Couceiro negli anni '30 nella sua casa a [[Oeiras (Portogallo)|Oeiras]]]]
il 21 gennaio 1919 il governo di Tamagnini Barbosa chiamò la popolazione alle armi contro la Monarchia del Nord. Il giorno dopo un gruppo di militari e cittadini monarchici, guidati da Aires de Ornelas e Álvaro de Mendonça, si radunò sulla ''serra'' del [[Parco forestale di Monsanto|Monsanto]], vicino alla capitale e lì fecero una proclamazione a favore della monarchia, issando la bandiera bicolore blu e bianca. Una milizia cittadina repubblicana si radunò
=== Il conflitto con Salazar e gli ultimi anni ===
Dopo la definitiva sconfitta monarchica, il 13 febbraio 1919 Paiva Couceiro fuggì in esilio a [[Madrid]]. Sebbene
Con l'avvento al governo di
Negli ultimi anni, Couceiro si dedicò alla scrittura, pubblicando un’ampia opera incentrata sulle questioni coloniali e sul risorgimento nazionale, con un’impronta nazionalista che lo avvicinava all’integralismo lusitano. Collaborò con diverse pubblicazioni, tra cui: ''O Correio: Semanário Monárquico'' (1912–1913)<ref>https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/FichasHistoricas/OCorreio.pdf</ref>, ''Acção Realista'' (1924–1926)<ref>{{Cita web|url=https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/Periodicos/AccaoRealista/Accaorealista.htm|titolo=Acção realista [1924-1926]|sito=hemerotecadigital.cm-lisboa.pt|accesso=2025-10-26}}</ref> e ''Portugal Colonial'' (1931–1937)<ref>https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/FichasHistoricas/PortugalColonial.pdf</ref>.
Morì l'11 febbraio 1944 a Lisbona all'età di 82 anni.
== Note ==▼
<references />
== Bibliografia ==
* Coimbra, Artur Ferreira (2000). "Paiva Couceiro e a contra-revolução monárquica (1910–1919)" . University of Minho.
* Maria Filomena Mónica, ed. (2004). Dicionário Biográfico Parlamentar (1834–1910). Vol. I. Lisbon: Assembleia da República.
* Valente, Vasco Paulido (2010). ''Henrique Paiva Couceiro – um colonialista e um conservador''. Análise Social. XXXVI (160). Lisbon: Instituto de Ciências Sociais.
* Pélissier, René (1986). ''História das campanhas de Angola : resistência e revoltas, 1845–1941'' . Vol. 2. Lisbon: Editorial Estampa.
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