Ermanno Di Marsciano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Grumiro (discussione | contributi)
Grumiro (discussione | contributi)
Riga 92:
Di Marsciano costituì un ottimo ufficio informazioni con una struttura molto capillare che affidato al [[tenente]] dell’esercito Giacomo Esposito (nato a Codiach, in Russia) e del [[maggiore]] Giovanni Vincenti Mareri tramite una rete di infiltrati reperirono informazioni sulle forze partigiane da passare ai tedeschi.<ref>https://www.micropolisumbria.it/spie-fasciste-impunite/</ref> Grazie alle competenze del proprio unfficio informazioni Di Marsciano prese parte alla pianificazione delle [[rastrellamento|operazioni di controguerriglia]], in collaborazione con
i tedeschi, creando una estesa rete di informatori che culminò in uno dei più estesi rastrellamenti dell'[[Italia centrale]] noto come la ''“[[Grande operazione contro le bande]]”'' (Grossunternehmen gegen die Banden), denominata ufficialmente Operazione "Uovo di Pasqua",<ref>https://www.leonessa.org/2016/7_Aprile/ricordo.htm</ref> che si svolse tra le provincie di Terni, Rieti e Perugia dal 31 marzo al 14 aprile 1944.<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref> L'operazione fu condotta da reparti tedeschi che costituirono il gruppo di combattimento “[[Ludwig Schanze|Schanze]]” e da [[Guardia Nazionale Repubblicana|reparti italiani della RSI]].
 
il 31 marzo il rastrellamento predisposto dal prefetto Di Marsciano investì prima i paesi di [[Labro]], [[Morro Reatino]] e [[Rivodutri]]. A [[Morro Reatino]] circa 20 persone sono [[Eccidio delle Fosse Reatine|uccise per rappresaglia]].
Tra il 1° e il 2 aprile sono investite anche [[Rivodutri]] e [[Poggio Bustone]] dove avvengono devastazioni e requisizioni mentre vengono catturati 167 uomini ed uccisi coloro che tentano di fuggire. Cadono così 11 partigiani e 9 civili. Poggio Bustone, per decisione del prefetto Di Marsciano, è data alle fiamme come rappresaglia per i fatti del 10 marzo.<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>
Tra il 3 e il 7 aprile i tedeschi raggiungono [[Leonessa (Italia)|Leonessa]]. Qui dove i partigiani avevano fucilato il commissario prefettizio fascista Francesco Pietramico<ref>https://laprovinciarieti.it/2024/04/07/a-leonessa-la-celebrazione-dell80-eccidio-del-1944-con-il-sindaco-gizzi-una-delegazione-anpc-e-il-deputato-trancassini/</ref> avvengono gli arresti sulla base di nominativi forniti da fascisti e da delatori. Il [[Strage di Leonessa|7 aprile 23 prigionieri vengono fucilati]], tra loro il parroco don [[Concezio Chiaretti]].<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>. Il 9 aprile a [[Eccidio delle Fosse Reatine|Rieti furono fucilati altri 15 prigionieri]] scelti tra i catturati a Leonessa.<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>
 
Le operazioni di rastrellamento provocarono l'[[eccidio del monte Tancia]] e l'[[Eccidio delle Fosse Reatine|delle Fosse reatine]]. In previsione dell'imminente sfondamento delle truppe alleate del fronte si intendeva così liberare le retrovie dalla pressione partigiana per consentire la ritirata sulla [[Linea Gotica|Linea gotica]].<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref>. Di Marsciano relazionò sul buon andamento delle operazioni di rastrellamento: «''Est stata rastrellata zona [[Monte Tancia]] infestata ribelli. Ribelli uccisi circa cento et rastrellate 220 persone. Finalmente Provincia libera bande ribelli''».<ref>{{Cita web|url=https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/MONTE%20SAN%20GIOVANNI%20IN%20SABINA%2007.04.1944.pdf|titolo=Atlante Stragi Nazifasciste: Episodio di MONTE SAN GIOVANNI IN SABINA 07.04.1944, Compilatore: ANGELO BITTI, pag 6}}</ref>