Adolf Eichmann: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
=== Infanzia ===
Otto Adolf Eichmann nacque nel [[1906]] a [[Solingen]], figlio di Adolf Karl Eichmann e Maria Schefferling. Nel [[1914]], dopo la morte della madre, la famiglia si trasferì a [[Linz]].<ref>{{Cita web|url=https://anno.onb.ac.at/cgi-content/anno?apm=0&aid=tpt&datum=19160826&seite=10|titolo=ANNO, (Linzer) Tages-Post, 1916-08-26, Seite 10|sito=anno.onb.ac.at|accesso=2025-06-04}}</ref> Durante il [[Prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]] il padre di Eichmann combatté nell'[[Imperiale e regio esercito|esercito austro-ungarico]] e al congedo tornò ai propri affari a Linz.
Eichmann abbandonò prima del diploma la scuola superiore (''Realschule''<ref>La ''Realschule'' è una scuola superiore paragonabile agli Istituti tecnici dell'ordinamento italiano.</ref>) e cominciò un corso per diventare meccanico, ma nel [[1923]] abbandonò anche questo per lavorare presso l'azienda paterna di estrazione mineraria. Tra il [[1925]] e il [[1927]] Eichmann trovò impiego come agente commerciale presso l{{'}}''Oberösterreichische Elektrobau AG''. Passato, quale agente distrettuale, alla ''Vacuum Oil Company AG'', una sussidiaria della [[Standard Oil]], rientrò in Germania nel luglio [[1933]].
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=== Ruolo nelle deportazioni ===
{{Citazione|Salterò nella mia tomba ridendo, perché la sensazione di avere sulla coscienza cinque milioni di esseri umani è per me fonte di straordinaria soddisfazione.|Adolf Eichmann<ref>Edward W. Knappmann ''Great World Trials (The Adolf Eichmann Trial, 1961)'', Gale Research, Detroit 1997, p. 335.</ref>}}
La grande svolta nella vita e carriera di Eichmann fu probabilmente rappresentata dalla lettura del libro ''[[Lo Stato ebraico]]'' di [[Theodor Herzl]], il fondatore del
Affascinato dalla conoscenza del nemico, Eichmann intuì che una reale possibilità di fare carriera all'interno delle SS consistesse proprio nel presentarsi come esperto di [[ebraismo]] e sionismo e a tal fine nel [[1937]] si recò in [[Palestina (regione storica)|Palestina]] (all'epoca [[Mandato
La grande occasione per Eichmann di distinguersi agli occhi dei capi delle SS e dei pezzi grossi del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori|partito nazista]] arrivò nel [[1938]], quando, in seguito all'[[Anschluss]], si ritenne necessario espellere gli ebrei austriaci dal territorio appena annesso al Reich. Si insediò a [[Vienna]], nell'ex palazzo del barone ebreo Albert de [[Rothschild]]<ref>Situato nell'odierna ''Prinz-Eugen-Straße'' 4. 20-22 (precedentemente Heugasse 26), era stato requisito dal nuovo regime assieme a molte altre proprietà dei cittadini di origine ebraica e fu demolito nel 1954.{{cita web|url=https://www.geschichtewiki.wien.gv.at/Rothschildpalais_(4,_Prinz-Eugen-Straße_20-22)|titolo=Albert Rothschild Palais|lingua=de|accesso=30 agosto 2021}}</ref> costituendo nell'ambito del ''[[Sicherheitsdienst]]'', il servizio di sicurezza del [[Germania nazista|Reich]] in capo alle SS, un'apposita agenzia denominata ''Zentralstelle für jüdische Auswanderung'' ([[Ufficio centrale per l'emigrazione ebraica]]), deputata all'emigrazione forzata del maggior numero possibile di [[ebrei]] austriaci, sistematicamente spogliati di ogni avere e costretti ad abbandonare precipitosamente il paese per salvarsi. In merito all'evacuazione di Vienna Eichmann rivendicò con orgoglio la propria impresa, dicendo di avere ''fatto trottare i signorini'', cacciandone oltre 50.000 dall'[[Austria]].
[[Benjamin Murmelstein]] in un'intervista dichiarò che da quando nell'estate del 1938 conobbe Eichmann, ebbe chiaro che all'ufficiale delle SS premeva la "cancellazione dei Giudei" dal Reich e con lui dovette giocare d'astuzia, anche quando, in qualità di [[rabbino]], fu poi l'ultimo decano ebreo del
Molti ebrei che lo conobbero riferirono inoltre del suo violento disgusto verso di loro, affermando che girava armato di frustino, e percorreva molto velocemente gli uffici dove stavano gli ebrei in attesa del visto per l'espatrio (prima della decisione dello sterminio), poiché non voleva respirare a lungo "l'aria contaminata" dagli ebrei.<ref>{{Cita web|url=http://www.holocaustresearchproject.org/trials/eichmann-in-budapest.html|titolo=Trial of Adolf Eichmann – Eichmann in Budapest!|sito=holocaustresearchproject.org|accesso=14 febbraio 2018}}</ref>
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Il riempimento dei ghetti fu l'anticamera dei [[campo di concentramento|campi di concentramento]] e, per Eichmann, il banco di prova per le deportazioni di massa verso i [[lager]]: nel gennaio del 1942, con la [[Conferenza di Wannsee]], i vertici nazisti decisero di procedere alla [[Soluzione finale della questione ebraica|soluzione finale]], e, dal marzo [[1942]], quando i carichi di deportati cominciarono a confluire verso i campi di concentramento di tutta Europa, Eichmann fu il coordinatore e il responsabile della macchina delle deportazioni, colui che materialmente provvedeva a organizzare i convogli ferroviari che trasportavano i deportati verso [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]].
Eichmann fu fino alla fine della guerra uno dei principali esecutori materiali della [[Shoah]], dirigendo personalmente le [[Olocausto in Ungheria|deportazioni degli ebrei ungheresi]] sino alla fine del [[1944]]. Poteva decidere della vita e della morte di centinaia di migliaia di persone, ma non divenne mai membro dell{{'}}''élite'' nazista e non ebbe mai alcun peso in decisioni strategiche della politica o della guerra nazista, restando solo un efficiente burocrate, poco apprezzato anche dai suoi superiori e dai suoi commilitoni, che gli rimproveravano l'inclinazione all'alcol.
Tuttavia la scarsa notorietà gli permise, a fine conflitto, di far perdere le proprie tracce e rimanere nascosto cinque anni nelle campagne tedesche, per poi trovare rifugio in [[Argentina]], come molti altri nazisti.
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=== Fuga in Sud America ===
[[File:WP Eichmann Passport.jpg|thumb|upright=1.2|Il [[passaporto]] falso con cui Eichmann arrivò in [[Argentina]]<ref>{{cita web|url=https://www.nbcnews.com/id/wbna18946600|titolo= Nazi Eichmann's phony passport found|autore=Associated Press|data=30 maggio 2007}}</ref>]]
Eichmann, come altri fuoriusciti nazisti (ad esempio [[Josef Mengele|Mengele]], il "dottor morte"), nel giugno [[1948]] venne munito di documenti di identità falsi dal [[vicario]] di [[Bressanone]], [[Alois Pompanin]],<ref>{{Cita web|url=https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cultura_e_tempolibero/2010/11-giugno-2010/prete-cortinese-che-fece-fuggire-eichmann-priebke-1703180032474.shtml|titolo=Il prete cortinese che fece fuggire Eichmann e Priebke - Corriere del Veneto|autore=Alessandro Tortato|sito=corrieredelveneto.corriere.it|data=11 giugno 2010|accesso=25 agosto 2021}}</ref> a nome ''Ricardo Klement'', rilasciati dal comune [[provincia autonoma di Bolzano|altoatesino]]<ref>{{Cita libro|autore=David Cesarani|titolo=Becoming Eichmann|url=http://books.google.it/books?id=JC9LjxvqXfYC|anno=2007|editore=Da Capo Press|lingua=en|p=208|isbn=978-0-306-81539-3|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927202241/http://books.google.it/books?id=JC9LjxvqXfYC}}</ref> di [[Termeno sulla Strada del Vino|Termeno]], attestanti l'esservi nato. Nel [[2007]]<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/6700861.stm|titolo=Argentina uncovers Eichmann pass|data=29 maggio 2007|accesso=25 agosto 2021}}</ref> è stato ritrovato, tra i documenti coperti dal [[Segreto di Stato|segreto di stato]] in Argentina, il passaporto falso con il quale Eichmann lasciò infine l'[[Italia]] nel [[1950]]: era pure esso intestato a ''Ricardo Klement'', altoatesino, rilasciato da una non meglio precisata "Delegazione in Italia" della [[Croce Rossa]] di [[Ginevra]] (a firma del dottor Leo Biaggi de Blasys a [[Genova]]) in base alla testimonianza del padre francescano Edoardo Domoter.<ref>{{cita web|url=https://www.ilsecoloxix.it/italia/2013/09/15/news/nazisti-in-fuga-il-silenzio-della-curia-1.32333558|titolo=Nazisti in fuga, il silenzio della Curia|autore=Andrea Casazza|data=15 settembre 2013}}</ref> Grazie a questi documenti, Adolf Eichmann, che, in attesa, soggiornava nella ''Pensione San Carlo'', (oggi non più esistente)<ref>{{cita web|url=https://www.genova24.it/2024/08/studentato-via-balbi-9-lavori-397280/|titolo=Accelerata sul recupero di via Balbi 9 non social housing ma studentato per l'università|data=29 aprile 2024}}</ref> in [[
=== La cattura ===
Nel [[1957]] concesse un'intervista al giornalista ed ex [[Collaborazionismo|collaborazionista]] nazista [[Paesi Bassi|olandese]] Willem Sassen (1918-2002), ma con l'accordo che i contenuti dell'intervista non sarebbero stati rivelati se non dopo la sua morte. Fu invece parzialmente pubblicata e resa nota dopo la sua cattura, ma prima della sua morte, poichè Sassen la vendette al settimanale americano [[Life (periodico)|''Life'']]. I servizi segreti scoprirono che egli si trovasse in [[Argentina]]. A [[Buenos Aires]], dove la famiglia di Eichmann s'era insediata, il figlio Klaus frequentava una ragazza tedesca, Sylvia Hermann, a cui si era presentato col suo vero cognome e con cui si lasciò andare ad affermazioni compromettenti sul ''mancato genocidio''. Nessuno dei due ragazzi conosceva a fondo la storia delle rispettive famiglie.
Nel suo libro
Vissero per un periodo a [[Vicente López]] e alla fine degli anni '50 si trasferirono a [[Coronel Suárez]], località dove viveva una grande colonia di cittadini tedeschi. Fu nella zona nord che Sylvia incontrò un ragazzo da lei definito “magro e nervoso” che si presentò come Nicolás ma che in realtà era Klauss. Si erano conosciuti al cinema ''York'' del quartiere (distretto) di [[Olivos]], durante le proiezioni di una serie di film tedeschi. A casa cominciò a parlare di questo ragazzo e delle sue opinioni sulla “grandezza della Germania" unita alla "ammirazione per il Reich millenario". Presentatosi in casa un giorno Nicolas affermò di essere orgoglioso del padre, morto in guerra; il vecchio Lothar Hermann chiese chi fosse il padre ed egli rispose che il padre biologico era morto e il suo patrigno, il secondo marito di sua madre, si chiama ''Ricardo Klement''. Lothar chiese alla figlia il cognome del ragazzo. La risposta fu: Eichmann, Nicolas Eichmann. Da quel momento in poi per Hermann sarà solo questione di collegare una vicenda all'altra. Chiese la collaborazione di sua moglie per sfogliare vecchi ritagli. Arrivò alla notizia che Adolf Eichmann poteva essersi rifugiato in Argentina, sotto falso nome. Bisognava verificare una cosa: l'identità di quell'uomo che viveva nella casa di Nicolás. Sylvia Hermann, nata nel 1942, visse in seguito negli U.S.A., non volendo parlare direttamente con la stampa e i media, acconsentì al fatto che in sua vece parlasse la nipote, Liliana Hermann. A modo suo, Liliana, i cui nonni sono morti ad [[Auschwitz]], è diventata la custode della memoria di suo zio, facendo di tutto per tramandarne la memoria e il ruolo avuto. “Mio zio cominciò a lamentarsi dell'esistenza di Eichmann a Olivos nel 1954. Nel quartiere gli ebrei sopravvissuti convivevano con i nazisti fuggiti, ma tutti in silenzio perché nessuno voleva togliere tanto dolore. Mengele abitava a tre isolati dalla casa di mio zio ed Eichmann a dieci isolati”, racconta la donna. Dietro di lei vi è un dipinto di Lothar, l'uomo che instancabilmente contattò l’ambasciata israeliana e che nel 1957 scrisse a [[Fritz Bauer]] (procuratore tedesco che contribuì a portare avanti il processo contro gli assassini di Auschwitz). Nel 1959 ricevette una richiesta dal Centro di documentazione di [[Haifa]] di passare informazioni e che esisteva una ricompensa per le informazioni accurate su Eichmann e altri nazisti. Hermann Lothar iniziò a dettare lettere che in sostanza avevano lo stessa tema: il fatto che "''Eichmann è qui, non venite a cercarlo?''"
La nipote Liliana ritiene che quella che è conosciuta come ''
In precedenza, quando aveva fatto richiesta che il governo della [[Germania Ovest]] facesse dei tentativi di ottenere l'[[estradizione]] di Eichmann in Germania, il governo tedesco si era subito opposto.<ref>{{Cita libro|titolo=Fritz Bauer 1903-1968. Eine Biographie|editore=C. H. Beck|autore=Irmtrud Wojak|città=Monaco|anno=2011|isbn=978-3406623929|p=302}}</ref> Tali informazioni risultarono però troppo confuse, e il Mossad non intervenne.
Contemporaneamente Gerhard Klammer (deceduto nel 1982), un geologo tedesco<ref>{{cita web|url=https://www.sueddeutsche.de/projekte/artikel/gesellschaft/the-man-who-exposed-adolf-eichmann-e933572/|titolo=The man who exposed Adolf Eichmann|autore=Bettina Stangneth - Willi Winkler|data= 20 agosto 2021|lingua=EN}}</ref> che aveva lavorato con Eichmann nella remota [[Provincia di Tucumán]] agli inizi degli anni cinquanta per
Nel [[1960]], non essendo prevista l'[[estradizione]] nell'ordinamento giuridico argentino, dopo un lungo periodo di preparazione il Mossad organizzò la cattura di Eichmann affinché venisse processato in [[Israele]] per i crimini commessi durante la [[seconda guerra mondiale|guerra]]. L’11 maggio 1960 un gruppo operativo composto da [[Zvi Aharoni]] con Yaakov Meidad<ref>{{cita web|url=https://www.timesofisrael.com/how-the-mossad-hunted-the-butcher-of-riga-who-murdered-up-to-30000-jews/|titolo=How the Mossad hunted the ‘Butcher of Riga,’ who murdered up to 30,000 Jews|autore=Robert Philpot|data=1 agosto 2020|lingua=EN}}</ref> (1919-2012, quest'ultimo sarà nel 1965 impegnato nell'esecuzione del criminale [[Herberts Cukurs]]<ref>{{cita web|url=https://www.theguardian.com/world/2022/may/24/nazi-or-kgb-agent-my-search-for-grandfathers-hidden-past|titolo=Nazi or KGB agent? My search for my grandfather’s hidden past|autore=Linda Kinstler|data=24 maggio 2022|lingua=EN}}</ref>), [[Rafi Eitan]] e con [[Peter Malkin]], lo aspettò a pochi metri dalla sua residenza: con uno stratagemma fu preso in trappola, caricato su un'auto, drogato e portato in un luogo segreto, in attesa del successivo trasferimento.
===Trasferimento in aereo===
Il [[Mossad]] ottenne la collaborazione della compagnia di bandiera [[El Al]] per trasportare Eichmann in Israele
L'organizzazione fu
Venerdì 20 maggio 1960 verso tarda sera gli agenti del [[Mossad]] tutti in uniforme El-Al si presentarono ai cancelli di sicurezza dell'aeroporto portando un'altra persona, anch'essa in uniforme della compagnia aerea e con regolari documenti falsificati a nome ''Zeev Zichroni''<ref>{{cita web|url=https://www.shalom.it/israele/con-eichmann-volevano-prendere-anche-mengelea-parla-un-ex-agente-del-mossad-b1092551/|titolo=Con Eichmann volevano prendere anche Mengele . Parla un ex agente del Mossad|autore=David Nebuloni|data=12 aprile 2021}}</ref> che doveva sembrare, se richiesto, per le autorità argentine un "collega" malato che aveva bevuto. Questo personaggio era in realtà Eichmann, che fu sedato per il viaggio da un medico anestesista, Yonah Etian (1923-2011).<ref>{{cita web|url=https://www.npr.org/2019/07/16/740686212/the-doctor-who-helped-israeli-spies-catch-eichmann-but-refused-recognition-for-i|titolo=The Doctor who helped Israeli spies to catch Eichmann, refused recognition for it.|autore=Daniel Estrin|data=16 luglio 2019|lingua=EN}}</ref> Eichmann con le bende agli occhi fu portato dentro l'aereo e fatto sedere su un sedile come un passeggero qualunque. Le quattro turbo-eliche del Britannia iniziarono a rombare, ma la torre di controllo del traffico aereo chiese al capitano Zvi Tohar di ritardare il rullaggio a causa di problemi insorti. La preoccupazione del comandante era che fosse stata scoperta l'identità del passeggero; per questo motivo fu mandato alla torre il navigatore Shaul mentre l'aereo era pronto a decollare per qualsiasi evenienza. Fortunatamente la richiesta della torre riguardava soltanto la conoscenza del piano di volo. La torre diede l'autorizzazione e il navigatore Shaul tornò di corsa dentro l'aereo. Il decollo avvenne alle ore 23.05. Per motivi di sicurezza Tohar decise di cancellare dalla rotta il previsto atterraggio e la breve sosta che serviva esclusivamente per il rifornimento nella brasiliana [[Recife]]. La scelta fu assai rischiosa per la capacità dei velivoli dell'epoca in quanto il Bristol Britannia volò diretto senza scali fino in Africa, a [[Dakar]], percorrendo 7.450 km. in 13 ore e 10 minuti. L'atterraggio, avvenuto alle 15:15 di sabato 21 maggio, fu quanto mai necessario perché prima di toccare terra uno dei motori perse potenza e si spense per mancanza di carburante. Dopo l'arrivo a Dakar, dove decollò alle ore 16:35, l'aereo percorse in 11 ore e 35 minuti 7.200 km
=== Processo e condanna ===
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