Pierre Trudeau: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
amplio politica estera 1968-1974, +fonte cartacea
Leader di partito: +info +fonte
Riga 90:
Trudeau decise immediatamente d'indire una nuova elezione federale il 25 giugno, e beneficiò di una notevole ondata di popolarità personale, conosciuta storicamente in Canada come "Trudeaumania", che ne fece un'icona giovanile. Trudeau riuscì a vincere a mani basse l'elezione e a formare un governo liberale di maggioranza. Come primo ministro, difese il servizio sanitario pubblico inaugurato dal predecessore Pearson, che a sua volta aveva attinto a piene mani dall'esperimento del primo ministro neodemocratico del [[Saskatchewan]] [[Tommy Douglas]]. Uno dei momenti topici della sua esperienza da primo ministro arrivò nel [[1970]], quando membri del [[Fronte di Liberazione del Québec]] (FLQ) rapirono prima il console britannico [[James Cross]], poi il ministro provinciale del Lavoro [[Pierre Laporte]], il quale fu ucciso giorni dopo. Trudeau, sotto minaccia di una deriva terroristica del nazionalismo quebecchese, dichiarò il ''War Measures Act'', che dava al governo poteri larghissimi di arresto e detenzione senza processo. Successivamente, a cinque membri del FLQ fu concesso di riparare a [[Cuba]], ma alla fine tutti i membri del movimento nazionalista quebecchese di estrema sinistra furono arrestati, inclusi coloro che erano fuggiti all'estero, tutti rientrati in Canada negli anni a venire.
 
Una politica chiave del primo periodo Trudeau fu l'implementazione del [[Bilinguismo ufficiale in Canada|bilinguismo ufficiale]] che comprendeva l'offerta di tutti i servizi federali in [[lingua inglese|inglese]] e [[lingua francese|francese]]. Nel 1971 il governo Trudeau introdusse un'[[imposta sui redditi da capitale]].<ref>{{Cita|English 2009|p. 162}}.</ref>
 
Sul collocamento internazionale, in campagna elettorale promise un'ampia revisione della politica estera del Canada.<ref>{{Cita|English 2009|p. 57}}.</ref> In questa proposta la [[NATO]] era al centro dei pensieri di Trudeau, che ne favoriva l'uscita. Sognava una politica simile alla [[Neutralità della Svezia|neutralità svedese]], che ammirava, ma la considerava difficilmente realizzabile sotto l'influenza del cardine capitalista. Trudeau si opponeva al comunismo, ma era scettico dell'approccio repressivo statunitense. Come internazionalista cosmopolitano, l'attenzione di Trudeau era inoltre spesso rivolta all'inclusività del [[terzo mondo]], e disprezzava i limiti all'indipendenza geopolitica di fatto imposti dalla vicinanza, sia geografica sia politica, alla superpotenza occidentale. Era inoltre contrario alle [[Arma nucleare|armi nucleari]].<ref>{{Cita|English 2009|pp. 57-61}}.</ref><ref>{{Cita|Clarkson e McCall 1997|pp. 335-336}}.</ref> Con queste intenzioni di discontinuità si parlava quindi di una «dottrina Trudeau».<ref>{{Cita web|lingua=en|autore=Christine Sismondo|url=https://macleans.ca/news/canada/canadas-break-with-america-on-foreign-policy-isnt-so-novel/|titolo=Canada's break with America on foreign policy isn't so novel|sito=Macleans|data=10 giugno 2017|accesso=2 novembre 2025}}</ref>