Utente:Xavier121/Sandbox: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 161:
|contenuto =
<small>
Genere di satira risalente all’opera del polemista greco [[Menippo di Gadara]] (II secolo a. C.), praticato poi da [[Varrone]]; ebbe profondi influssi su [[Petronio]] e soprattutto su [[Seneca]] (Apokolokyntosis) e [[Luciano di Samosata]]. Per quanto se ne sa, la menippea è caratterizzata da mescolanze volutamente disarmoniche tra prosa e versi. La forma letteraria da cui deriva è il [[prosimetro]]. Lo scrittore produce un’alternanza frequente, non episodica, di prosa e versi, esempi – oltre i classici, la ''[[Vita Nuova]]'' di [[Dante]], l’''[[Ameto]]'' di [[Boccaccio]],
[[Immagine:Lucian Samosata.warj.png|thumb|right|80 px|Busto di Luciano di Samosata]]
'''Luciano di Samosata''', è stato un retore-narratore dalla ricca vena
umoristica vissuto nel II sec. d. C. Nella sua opera imprime nuove tendenze al dialogo, alla parodia e alla satira ''menippea''. Nel ''corpus'' di Luciano figura (non è suo, ma forse deriva da una sua opera narrativa andata perduta) quel
</small>
}}
Il modello principale è l'antica [[satira menippea]]. Nelle ''Operette'' domina l'imitazione di Luciano, che per Leopardi è un modello di stile. In Italia non è mai esistito niente di simile. Ne imita la comicità e le mosse umoristiche e argute, muovendosi dal sostenuto al dialogo basso (imitazione gratuita). L’orchestrazione dei diversi stili sembra prendere il sopravvento quando s’inizia un discorso sul vero.
Molto importante è la variazione all’interno delle stesse
{{quote|Lo scriver francese tutto staccato, dove il periodare non è mai legato col precedente[
La finzione del manoscritto ha come prototipo il [[Pulci]]<ref name="Pulci">L. Pulci,
Non si trova nella [[Letteratura italiana|letteratura italiana]] un modello per le ‘’Operette’’ ovvero un ''altro libro di argomento profondo e tutto filosofico e metafisico''<ref name="Libro profondo">(Lettera ad Antonio Fortunato Stella, del 6 dicembre 1826) </ref>
Per la contaminazione di generi e la vari registri stilistici interni Leopardi è stato preceduto dall’Alberti delle ''Intercenales''<ref name="Alberti"> Testo che il Leopardi non conosceva.</ref>.
L’erudizione, quindi le sterminate fonti e riferimenti culturali, dotti, sono un travestimento letterario
Leopardi si rifà al genere espresso da Luciano e gli autori che ad esso si sono ispirati, come il Machiavelli di Vita di Castruccio Castracani o la Vita di Leon Battista Alberti, in chiave moderna ''Life and Opinions of Tristram Shandy, Gentleman'' (vedi l’Ottonieri<ref name="Detti memorabili">. La novella ''Detti memorabili di Filippo Ottonieri'' riprende anche i ''memorabilia'' di [[Socrate]], stesi dai suoi allievi, in particolare [[Senofonte]].</ref>) di [[Thomas Luis Sterne]] <ref name="Foscolo"> Modello ripreso già da [[Foscolo]] con la Notizia intorno a Didimo Chierico. </ref>. Per la battuta di Malambruno (
[[Socrate]] rappresenta un modello di filosofia, fondatore della morale della cultura occidentale: Leopardi riteneva proprio l’[[etica]] la parte più importante della filosofia in generale. Tuttavia in alcuni momenti dell’Ottonieri, finisce per costruire un testo di maniera, molto libresco e poco vero.
Riga 191:
Tolto Luciano, i modelli più significativi da un punto di vista di gusto meramente letterario sono principalemtne illuministi. Di [[Fontanelle]] apprezza la ''superficialità'' e la ''leggerezza''; il cinismo di [[Voltaire]] nel suo Candido si affaccia sullo stato d’animo dell’Islandese. La battuta di un personaggio di Christoph Martin Wieland sono all’origine della misantropia di Eleandro. Sul fronte italiano Ariosto è un autore particolarmente caro al nostro che nel Dialogo terra Luna esprime al meglio il suo ''stile comico''.
Vastissima invece la mole di fonti letteraie citate più o meno direttamente dall’autore e che appartengono al suo bagaglio culturale<ref name="BC">Spesso Leopardi riporta studi e teorie di lavori precedenti come il ‘’Saggio sugli errori popolari degli antichi, Storia dell’Astronomia, Dialogo sullo stato presente dei costumi degli italiani, Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica.</ref>, sono informazioni importanti funzionali alla creazione di un’atmosfera di divertita erudizione all’interno del testo, uno sfoggio di cultura ironica perché volutamente frivola<ref name="Studio delle fonti">Non è stato ancora svolto, come nei lavori filologici per lo Zibaldone e i
Non semplice è il lavoro stesso di ricerca data l’alta frequenza di informazioni puntuali e dottrine in cui s’inseriscono, secondo il gusto tipico dell’autore, notizie curiose e bizzarre. Difficile quindi distinguere all’interno del teso
== Lingua e stile ==
Riga 202:
Lo stile delle ''Operette'' è incisivo, ironico e serrato, caratterizzato da un linguaggio chiaro e puntuale, con l'effetto di trattare con estrema lucidità le tematiche fondamentali.
Leopardi rifiuta le due soluzioni moderne: puristica da un lato, francesizzante dall’altro. Scartato anche il modello
Quello che l’autore ottiene costruendosi un linguaggio ad hoc è principalmente una semplificazione sintattica: meno ricorso all’[[ipotassi]], alle figure retoriche, all’inversione dell’ordine delle parole. Importanti i procedimenti che individuano l’intensificazione emozionale: moltiplicazione verbale e accumulo di proposizioni; uso di elativi e di voci perplesse e indefinite.
Riga 208:
===Uso del paradosso===
La tecnica usata dall’autore viaggia come altre soluzioni su due piani: uno strutturale, lo scrivere un libro di filosofia morale per vivere meglio, consapevole dell’impossibilità di arrecare qualche bene; l’altro microstrutturale, il riprendere all’interno dei dialoghi sentenze antiche e motti moderni<ref name="Paradosso">
Insieme con l’ironia non può essere separata dal discorso leopardino ma considerata parte necessaria del suo pensiero filosofico.
| |||