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In un passo dei ''Disegni letterari'' ricostruito sulle carte autografe recanatesi, Leopardi rivela di voler scrivere dei:
 
{{quote|Dialoghi satirici alla maniera di Luciano, ma tolti i personaggi e il ridicolo dai costumi presenti e moderni, e non tanto tra i morti [...], quanto tra personaggi che si fingano vivi, ed anche volendo, fra animali [...]; insomma piccole commedie, o Scene di Commedie [...]: le quali potrebbero servirmi per provar di dare all’Italia un saggio del suo vero linguaggio comico che tuttavia bisogna assolutamente creare [...]. E questi dialoghi supplirebbero in certo modo a tutto quello che manca nella Comica Italiana, giacché ella non è povera d’intreccio d’invenzione di condotta ec., e in tutte quelle parti ella sta bene; ma le manca affatto il particolare cioè lo stile e le bellezze parziali della satira fina e del sale e del ridicolo attico e veramente e plautino e lucianesco [...]<ref name="Disegni letterari"> Leopardi inizia un traduzione del ‘’Caronte''Caronte e Menippo’’Menippo'' di ''Luciano'' tra la primavera e il luglio 1818 secondo il Flora, ma secondo il Besomi nel 1819 cfr. Giacomo Leopardi, ''Operette morali'', edizione critica a cura di O. Besomi, Milano, 1979.</ref>.}}
 
Al Besomi spetta il merito di aver ricostruito, il più fedelmente possibile, la data di composizione di questi primi abbozzi. Non estranea l'influenza della delusione dei moti rivoluzionari del ‘20-‘21 a Napoli che, successivamente, farà sparire la coloritura politica di queste prime bozze.
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L’analisi tra antichi e moderni è esplorata nel ‘’Timandro’’, nel ‘’Tristano’’, ‘’Dialogo d’Ercole e Atlante’’, ‘’Moda e Morte’’. La vitalità antica si oppone all’inerzia moderna: Ercole e Atlante giocano a palla con la terra, leggera e priva di vita, inutile. La Moda ha fatto sparire gli esercizi e le fatiche che fanno bene al corpo e spento nell’uomo il desiderio d’immortalità che era proprio degli antichi. Nel Tristano il ‘’corpo è l’uomo’’, anche nel Parini si svolge l’argomentazione della superiorità dell’azione sul pensare e lo scrivere<ref name="Vittorio alfieri">Il ripiego dell’uomo sulle lettere e la filosofia è pensiero alfieriano che il ‘’Parini’’ cita esplicitamente, r.42 p.185.</ref>
 
La teoria del piacere, ovvero la teoria del piacere derivante dall’idea di [[vastità]] e [[indefenito]] è l’argomento più famoso e conosciuto dell’autore, ampiamente esplorato nelle sue opere maggiori, Zibaldone<ref name="Zibaldone piacere"> Vedi Zibaldone pp. 51, 77, 105, 157-158, ‘’’teoria del piacere 165-189’’’, 230, 246, 271, 384, 400-401, 532-535, 646-650, 826-829, 1025, 1044, 1382, 1456-1457, 1464-1465, 1507-1508, 1574-1575, 1580-1581, 1583, 1746, 1758-1759, 1777-1778, 1779, 1826-1827, 1916, 2017-2018, 2157-2159, 2526-2527, 2528-2529, 2549-2555, 2599-2602, 2629, 2685, 2702-2703, 2883-2884, 3315-3316, 3501-3502, 3514, 3525, 3550-3552, 3622, 3713-3715, 3745-3747, 3814, 3823-3824, 3835, 3876-3878, 3895, 3909-3910, 3921, 4043, 4061, 4074, 4087, 4095, 4126, 4127-4132, 4175, 4180-4181, 4250, 4266-4267, 4273-4274, 4283-4284, 4288, 4305, 4415, 4418, 4472.</ref>, Canti e Operette. Ad essa si ricollegano diversi temi minori: la [[noia]], che deriva dall’[[assuefazione]] e da una vita priva di grandi azioni (‘’Tasso’’''Tasso'', ‘’Porfirio’’''Porfirio''); il ‘’rischio’’''rischio'' e la ‘’distrazione’’''distrazione'', che allontanano l’uomo dal tedio e per pochi attimi catturano l’essenza della vità, tanto più la si mette in gioco (‘’Colombo’’''Colombo'', ‘’Elogio''Elogio degli uccelli’’uccelli'', ‘’Storia''Storia del genere umano’’umano''); i grandi sentimenti, gli unici in grado di mover il core a grandi azioni; lo [[stupore]], vissuto nel sogno, attraverso la meraviglia degli antichi, nei fanciulli, nei non civilizzati e nei solitari.
 
Per Leopardi la vita è dolore, mentre la morte è cessazione del dolore. E’ un tema ricorrentissimo, si può dire il pilastro del suo pensiero. Il poeta propone vari modi per combatter il dolore. Lo stesso sonno (‘’Dialogo''Dialogo Malambruno e Farfarello’’Farfarello'') aiuta quando rende la relatà vaga e incerta, mai ben definita (secondo la teoria del piacere), oppure attraverso l’assunzione di sostanze narcotiche come gli alcolici (‘’Tasso’’''Tasso''). La morte non è ‘’molto''molto dissimile dal diletto che è cagionato agli uomini dal languore del sonno, nel tempo che si vengono addormentando‘’addormentando'' (Ruysch).
 
{{quote|Pare che l’essere delle cose abbia per suo proprio e unico obbietto il morire [...] le creature animate [...] in tutta la loro vita, ingegnandosi adoperandosi e penando sempre, non patiscono veramente per altro, e non si affaticano, se non per giungere a questo solo intento della natura, che è la morte<ref name="Cantico del gallo silvestre">Cantico del gallo silvestre rr. 68-79.</ref>.}}
Il dolore è il rimedio contro la noia (‘’Tasso’’''Tasso''): ‘’Il''Il sonno, l’oppio'' e il ‘’dolore’’''dolore''. Quest’ultimo è il più potente di tutti, ‘’perché''perché l’uomo mentre patisce, non si annoia per niuna maniera’’maniera''.
Felicità quindi impossibile e patimento necessario.
 
=== Bazzecole grammaticali ===
[[Immagine:VincenzoMonti.jpg|thumb|left|180px|[[Vincenzo Monti]]]]
L’apparenza è quella di una raccolta di pezzi diversi, con notevole impegno espressivo, senza una cornice e privi di collegamento tematico o formale: a volte testi fittizi, manoscritti ritrovati o volgarizzati, contraffati o apocrifi, il lettore è continuamente sorpreso e costretto a seguire il ragionamento da angolazioni sempre diverse; continuità e discontinuità forniscono ai testi la loro inconfondibile originalità filosofica, morale e poetica. Le ‘’Operette’’''Operette'' non rilasciano conclusioni pacifiche, né fanno intravedere un percorso di pensiero compiuto, anzi si trovano alcuni risultati procedendo con la lettura.
E’ un’opera aperta proprio per quel ‘’trionfo''trionfo dell’immaginazione e dell’estro che governa l’invenzione in conflitto con l’attesa di una sistematicità che il titolo promette’’promette''<ref name="LC"> L. Celerino, ''Giacomo Leopardi, Operette morali, Letteratura italiana – Le Opere vol. III'', Torino, UTET, 1995.</ref>. Leopardi attendeva di leggere le prosette alla ‘’maniera di Luciano’’ del Monti<ref name=" bazzecole grammaticali "> Definite dall’autore “bazzecole grammaticali” in un passo dello Zibaldone (p. 1393? E in un lettera a P. Giordani (n° 202)) del 4 agosto 1823.</ref>. Il Monti aveva rivisitato il genere, evitando il tipo abusato del dialogo dei morti, e aveva inserito alcuni dialoghi nei quattro volumi della “Proposta''Proposta di alcune correzioni e aggiunte al vocabolario della Crusca”Crusca'', editi tra il 1817 e il 1824. Leopardi aspettò di vedere nel marzo del 1821 gli esemplari montiani prima di cominciare a lavorare su un progetto lucianeo già concepito da tempo.
 
== Modelli e fonti==
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</small>}}
 
Il modello principale è l'antica [[satira menippea]]. Nelle ''Operette'' domina l'imitazione di Luciano, che per Leopardi è un modello di stile. In Italia non è mai esistito niente di simile. Ne imita la comicità e le mosse umoristiche e argute, muovendosi dal sostenuto al dialogo basso (imitazione gratuita). L’orchestrazione dei diversi stili sembra prendere il sopravvento quando s’inizia un discorso sul vero.
 
Molto importante è la variazione all’interno delle stesse ''Operette'', in cui i numerosi inserti ''enfatizzano il [[paratesto]] per svuotarlo di significato''<ref name="LC"> L. Celerino, ''Giacomo Leopardi, Operette morali, Letteratura italiana – Le Opere vol. III'', Torino, UTET, 1995.</ref>: su tutte ‘’Federico Ruysch’’, in cui troviamo contemporaneamente, novella fantastica, teatro comico, dialogo dei morti e coro finale – che ripropone un genere molto antico-, ‘’Il cantico’’, canto ridotto in prosa, temi comici accanto a temi biblici, contrasti che nella scrittura ricordano lo stile ebraico o il moderno francese ecc.
 
{{quote|Lo scriver francese tutto staccato, dove il periodare non è mai legato col precedente[...], il cui stile non si dispiega mai, [...] è una specie di Gnomologia. In questa qualità, lo scriver francese rassomiglia allo stile orientale il quale anch’esso [...] è tutto spezzato come si vede ne’ libri poetici e sapienzali della scrittura.<ref name="Zibaldone 2615">Vedi Zibaldone pp. 2615-16</ref>.}}
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''La scrittura alla maniera di Luciano'' è una scelta che mira ad innalzare la commedia e il miglior procedimento per assecondare la sua immaginazione, sicuramente non un semplice esercizio retorico, o ''[[#Bazzecole grammaticali|bazzecole grammaticali]]''.
 
Non si trova nella [[Letteratura italiana|letteratura italiana]] un modello per le ‘’Operette’’''Operette'' ovvero un ''altro libro di argomento profondo e tutto filosofico e metafisico''<ref name="Libro profondo">(Lettera ad Antonio Fortunato Stella, del 6 dicembre 1826) </ref>
Per la contaminazione di generi e la vari registri stilistici interni Leopardi è stato preceduto dall’Alberti delle ''Intercenales''<ref name="Alberti"> Testo che il Leopardi non conosceva.</ref>.
L’erudizione, quindi le sterminate fonti e riferimenti culturali, dotti, sono un travestimento letterario ''responsabile del tono ludico e parodico del testo''<ref name="LC"> L. Celerino, ''Giacomo Leopardi, Operette morali, Letteratura italiana – Le Opere vol. III'', Torino, UTET, 1995.</ref>.
 
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===[[:s:Operette morali/Dialogo della Natura e di un'Anima|Dialogo della Natura e di un'Anima]]===
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Dialogo della Natura e di un'Anima. Composto a Recanati, 9-14 aprile 1824, (NOTA 1° edizione: Stella, Milano 1827).
 
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Il Tasso crede di parlare al suo Genio, e gli dice che, quando ripensa alla donna amata, torna ad essere quallo di un tempo e sente ancora possibile la felicità. D’altronde la realtà è solo capace di corrompere la bellezza del sogno, il piacere essendo
‘’subbietto speculativo’’ che non può mai essere appagato, ma che rimanda sempre ad altro maggiore. A questo punto la vita, sempre mancante di felicità, costituisce uno ‘’stato violento’’segnato solo dal dolore e noia. La solitudine consente il beneficio di sottrarre i sogni dal confronto con la realtà e di far tornare la speranza, come nel periodo della gioventù.
 
Per i motivi svolti nell'operetta cfr. Zib., 532-535; 2685; 3745-3746; 4074-4075; 3713-3715; 3622; 654 e 678-683 e la lettera al Jacopssen del 13 giugno 1823.
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===[[:s:Operette morali/Cantico del gallo silvestre|Cantico del gallo silvestre]]===
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Cantico del gallo silvestre. Composto a Recanati, 10-16 novembre 1824. (NOTA 1° edizione: Stella, Milano 1827).
 
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« Un certo gallo salvatico »: « Et gallus sylvestris, cuius pedes consistunt in terra et caput eius pertingit in caelum usque, cantat coram me » Psalm. v, tt.
Il caldeo è una lingua aramaica e in caldeo sono scritti i. targum, parafrasi della Torah (legge mosaica, in particolare il Pentateuco); rabbinica è la lingua dei dottori della religione ebraica (rabbini); cabalistica è la lingua della Cabala, dottrina occulta che, secondo una tradizione ebraica medievale, gli angeli avrebbero rivelato ad Abramo; talmudica è la lingua del Talmud, codice religioso morale del giudaismo postcristiano.
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===[[:s:Operette morali/Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco/Preambolo|Frammento apocrifo di Stratone di Lampsaco]]===
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Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco. Composto probabilmente nell'autunno 1825 a Bologna. la ed.: F 45.
 
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Sulla « natura * dell'anello di Saturno cfr.
Storia dell'astronomia, cap. IV.
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===[[:s:Operette morali/Dialogo di Timandro e di Eleandro|Dialogo di Timandro e di Eleandro]]===
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{{quote|Nessuna cosa credo sia più manifesta e palpabile, che l'infelicità necessaria di tutti i viventi. <br/> <small>''Dialogo di Timandro e di Eleandro'', rr. 189-192</small>}}
Dialogo di Timandro e di Eleandro. Composto
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of Athens.
L. avrebbe voluto scrivere anche un altro Dialogo di Timone e di Socrate, ma non lo scrisse mai.
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===[[:s:Operette morali/Il Copernico/Scena prima|Il Copernico]]===
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[[Immagine:Mikolaj Kopernik.jpg|thumb|left|150px|[[Copernico]]]]
Il Copernico. Composto nel 1827. 15 ed.: F 45.
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Il « vostro matematico antico » è Archimede di Siracusa (287-212 a. C.).
Il passo di Cicerone cui fa riferimento il Sole (scena tv) si legge nell'orazione Pro Sestio, XLV, 98: « Neque enim rerum gerendarum dignitate homines ecferri ita convenit ut otio non prospiciant, neque ullum amplexari otium quod abhorreat a dignitate ».
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===[[:s:Operette morali/Dialogo di Plotino e di Porfirio|Dialogo di Plotino e di Porfirio]]===
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NOTA Argomento affettivo (sempre sensibile il poeta vedi Canto e sopra un basso rilievo antico sepolcrale) risale al 1827 con le Operette
 
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Dal dialogo di Plotino e di porfirio emerge una costante delle operette ovvero la mancanza di una conclusione, una ''promessa di conciliazione del conflitto'', conclusione che nel caso del Plotino avviene al di fuori di essa, come il gesto del suicidio.
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===[[:s:Operette morali/Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere|Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere]]===
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===[[:s:Operette morali/Dialogo di Tristano e di un amico|Dialogo di Tristano e di un amico]]===
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Dialogo di Tristano e di un amico. Composto
nel 1832, non prima del maggio, a Firenze. 1' ed.: Piatti.
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morte.
« Un mio amico »: Gino Capponi
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=== Appendice alle Operette morali ===
 
Questa ''Appendice'', messa insieme per la prima volta in un'edizione critica, dal Moroncini, raccoglie testi di provenienza diversa ma riconducibili al disegno programmatico dell'autore, in particolar modo il nucleo primordiale delle ''Operette'', costituito dalla famose ''Prosette satiriche''<ref name="Prosette satiriche">{{quote|In questi giorni, quasi per vendicarmi del mondo, e quasi anche della virtù, ho immaginato e abbozzato certe prosette satiriche}}(lettera n°166 a Pietro Giordani del 4 settembre 1820). Prima testimonianza della conclusione di un ciclo di prose iniziate presumibilmente tra il 18-19 in seguito al progetto letterario di dare all’Italia ''una lingua filosofica'' e moderna, ispirata sul piano della scrittura dai moralisti greci e dalla satira menippea (aveva tradotto Luciano di Samosata, Plutarco ecc.)</ref>.
 
====[[:s:Operette morali/Comparazione delle sentenze di Bruto Minore e di Teofrasto vicini a morte|Comparazione delle sentenze di Bruto Minore e di Teofrasto vicini a morte]]====
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Comparazione delle sentenze di Bruto Minore e di Teofrasto vicini a morte. Composta a Recanati, in otto giorni, nel marzo 1822. 1' ed.: B 24, premessa al Bruto Minore; 2' ed., con le varianti apportate dall'autore, F 45. Testo secondo l'ed. Flora.
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====[[:s:Operette morali/Dialogo di un lettore di umanità e di Sallustio|Dialogo di un lettore di umanità e di Sallustio]]====
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[[Immagine:Sallustio Crispo incisione.jpg|thumb|left|150px|[[Gaio Sallustio Crispo]]]]
 
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''Forse perché gli parve troppo scolastico e di materia non abbastanza originale, sebbene i pesnsieri in esso contenuti siano conformi al suo filsofare’’ (Mestica, Scritti letterari di GL, Firenze Le Monnier 1924).
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====[[:s:Operette morali/Novella: Senofonte e Niccolò Machiavello|Novella: Senofonte e Niccolò Machiavello]]====
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[[Immagine:Santi di Tito - Niccolo Machiavelli's portrait headcrop.jpg|thumb|left|150px|[[Niccolò Machiavelli]]]]
Novella: Senofonte e Niccolò Machiavello. t Datata 1822 dal primo editore, ma da asse- c
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Alla novella Senofonte e Machiavello. Autografo fra le carte napoletane. 1+ ed.: Poesie e prose a c. di F. FLORA cit. I.
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====[[:s:Operette morali/Dialogo: ...filosofo greco, Murco senatore romano, popolo romano, congiurati|Dialogo: ...filosofo greco, Murco senatore romano, popolo romano, congiurati]]====
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Dialogo: Filosofo greco, Murco senatore ro- ' mano. Assegnato al '22 dal primo editore, fu datato agosto 1820 dallo Scarpa in rapporto alla lettera al Giordani del 4 settembre 1820: « In questi giorni, quasi per vendicarmi del mondo, e quasi anche della virtù, ho immaginato e abbozzato certe prosette satiriche ». la ed.: Scritti vari inediti cit. Testo secondo l'ed., Flora. Ispirato ai moti carbonari napoletani dello stesso anno.
-->
 
====[[:s:Operette morali/Dialogo tra due bestie, p. e. un cavallo e un toro|Dialogo tra due bestie, p. e. un cavallo e un toro]]====
<!--
[[Immagine:Frederiksborghest.jpg|thumb|left|150px|[[Cavallo]]]]
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====[[:s:Operette morali/Dialogo di un cavallo e un bue|Dialogo di un cavallo e un bue]]====
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[[Immagine:Camargue horse tvoekler2007.jpg|thumb|left|150px|[[Cavallo]]]]
[[Immagine:Bull Oostvaardersplassen.JPG|thumb|right|150px|[[Bue]]]]
Dialogo tra due bestie p. e. un cavallo e un toro. Dialogo di un cavallo e un bue. Al dialogo del cavallo e del bue. Composti presumibilmente, secondo un'ipotesi dello Scarpa, nell'agosto 1820 in quanto farebbero parte delle « prosette satiriche » di cui Leopardi scrisse al Giordani il 4 settembre 1820. 1+ ed.: Scritti vari inediti cit., con l'aggiunta di due foglietti ed una schedina dei mss. napoletani, omessi dal primo editore: Opere a. c. di G. SCARPA Cit. Testo secondo l'ed. Flora.
E’ una satira contro l’antropocentrismo
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====[[:s:Operette morali/Dialogo: Galantuomo e Mondo|Dialogo: Galantuomo e Mondo]]====
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Dialogo. Galantuomo e Mondo. I primi editori lo assegnarono al periodo '22-'24, il LEVI riportò la data del dialogo al giugno 1821 (Inizi romantici e inizi satirici del L., « Giornale storico della letteratura italiana », XCIII, 1929). 14 ed.: Scritti vari inediti cit. Testo secondo l'ed. Flora.
Nella viat la virtù e inefficace, mentre conta la prepotenza la bassezza d’animo, l’adulazione e il denaro.
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====[[:s:Operette morali/Frammento sul suicidio|Frammento sul suicidio]]====
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Frammento sul suicidio. Datato dubitativamente dai primi editori (ai quali si deve anche il titolo) 1832, si deve riportare - come propone lo Scarpa che lo pubblica con un diverso titolo, Frammento di un trattato filosofico, - al 1820 perché «i concetti espressi nel frammento limitano il tempo della sua probabile composizione, che noi poniamo fra la canzone al Mai e il Dialogo del filosofo greco e del senatore romano » (Opere cit., p. 1291). 1a ed.: Scritti vari inediti cit. Testo secondo l'ed. Flora.
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====[[:s:Operette morali/Appunti per le Operette|Appunti per le Operette]]====
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Appunti per le operette. Il primo appunto, che si riferisce a Terra e Luna, fu pubblicato
dal Moroncini in una nota dell'ed. critica cit. delle Operette morali (II, pp. 737); il secondo
I (che si trova nello stesso foglio, fra le carte napoletane) dal Flora (I, p. 1085 sotto il titolo Stralci per le operette). Testo secondo l'ed. Flora.
-->
 
====[[:s:Operette morali/Notizia intorno a queste Operette|Notizia intorno a queste Operette]]====
<!--
Notizia intorno a queste operette. Premessa
al u volume delle Opere (Napoli, Starita, 1835), t
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corretto, di cui si è detto nella prima nota al I
testo delle Operette nella sezione precedente. 1
-->
 
==== Note ====