Caso Moro: differenze tra le versioni
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Secondo il fronte della fermezza, la scarcerazione di alcuni brigatisti era equivalente a una resa dello Stato, non solo per l'accondiscendenza a condizioni imposte, ma per la rinuncia all'applicazione delle sue leggi e alla certezza della pena. Una trattativa coi rapitori avrebbe creato un precedente per nuovi sequestri, strumentali al rilascio di altri brigatisti, o all'ottenimento di concessioni politiche.
Più in generale, una trattativa con i terroristi avrebbe rappresentato un riconoscimento politico delle Brigate Rosse. La linea del dialogo avrebbe aperto alla possibilità di una rappresentanza partitica e parlamentare del loro braccio armato, e posto questioni di legittimità in merito alle loro richieste. I metodi intimidatori e violenti, e la non-accettazione delle regole basilari della politica, ponevano il terrorismo fuori del dibattito istituzionale, in modo indipendente dal merito delle loro richieste.
Prevalse il primo orientamento, anche in considerazione del gravissimo rischio di [[ordine pubblico]] e di coesione sociale che si sarebbe corso presso la popolazione, e in particolare, presso le forze dell'ordine, che in quegli anni avevano pagato un tributo di sangue già insostenibile a causa dei terroristi.
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