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Coinvolto nei moti rivoluzionari del [[1831]], imprigionato a causa delle sue convinzioni politiche, Meucci è costretto a lasciare il [[Granducato di Toscana]] e ad emigrare a [[Cuba]], dove nel [[1835]] accetta un lavoro al [[Teatro Tacon]] dell'[[L'Avana|Avana]]. Successivamente, quando il teatro va a fuoco e si ritrova senza lavoro, è costretto a lasciare Cuba e si dirige verso gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], dove arriva nel [[1850]].
Giunto a [[New York]], Meucci mette in piedi una fabbrica di candele (nella quale lavorerà anche [[Giuseppe Garibaldi]]) e attorno al [[1854]] costruisce il primo prototipo di [[telefono]], allo scopo di poter mettere in comunicazione il suo ufficio con la camera da letto dove la moglie è costretta da una grave malattia. Di questo esperimento incarica il suo amico artista [[Nestore Corradi]] di disegnargli uno schizzo che rappresenta una delle prove principali della paternità dell'invenzione di Meucci. L'invenzione del telefono prende spunto da un sistema precedente, che aveva creato quando lavorava a teatro: si trattava di un sistema di tubi che trasportava il suono da una parte all'altra del palco, in modo da poter impartire le istruzioni agli operai dalla cabina di regia.
Purtroppo, con il passare del tempo, la fabbrica di candele fallisce e Meucci si trova improvvisamente in difficoltà finanziarie, ma nel frattempo continua a sviluppare la sua invenzione. Costretto a vivere con l'aiuto degli amici, non ha abbastanza soldi per brevettare il ''teletrofono'' (come lo aveva chiamato); riesce nel [[1871]] ad ottenere solo un brevetto temporaneo che va rinnovato di anno in anno al prezzo di 10 dollari (riuscirà a rinnovarlo solo fino al [[1873]]). Prova a proporre la sua invenzione ad una compagnia telegrafica di New York, ma le potenzialità del telefono non vengono intuite. Il 7 marzo [[1876]] [[Alexander Graham Bell]] brevetta il "suo" telefono: Meucci gli intenterà causa, ma, ormai in bancarotta, ha persino problemi a comprarsi da mangiare. Nel [[1887]] la causa si conclude con la vittoria di Bell, sulla base del fatto che secondo il giudice, Meucci avrebbe inventato il telefono meccanico e Bell quello elettrico, che era oggetto del brevetto.
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