Farnetta: differenze tra le versioni
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===Il legame del Castello di Farnetta con con Todi===
Con il nuovo motu proprio di Leone XII del 21 dicembre 1827 si assiste ad una importanete variazione della situazione amministrativa. Le modifiche sono per il territorio di Farnetta importanti. Viene Il numero delle comunità autonome aumenta notevolmente e si realizza un’ulteriore frantumazione dello Stato Pontificio. Il comune di Montecastrilli ottiene l’autonomia e diviene sede di podesteria, soggetta al governo distrettuale di Terni nella delegazione di Spoleto.
Termina così il secolare dominio di Todi sui nostri territori, ora per la prima volta soggetti al governo di Terni. Todi è sede di governo distrettuale nella delegazione di [[Perugia]].
== La Macchia di Farnetta ==
Fin dal medioevo gli abitanti di Farnetta (Conmunitas Castri Farnectae) possedevano vasti appezzamenti di bosco in proprietà collettiva. Il 17 ottobre 1828 la “macchia di Farnetta” delle dimensioni di circa 93,50 ettari fu concessa, su rogito di Vincenzo Petti, in enfiteusi perpetua al Comune di Montecastrilli su autorizzazione della Congregazione del Buon Governo di Roma, dietro il pagamento di un canone annuo di 8 scudi romani. Questi terreni boschivi e pascolavi, spettanti in precedenza alla comunità di Farnetta, appartenevano formalmente alla Congregazione del Buon Governo, che li passò ai Carmelitani Scalzi di Roma. Successivamente, il Comune di Montecastrilli vendette, nel [[1858]], tale enfiteusi perpetua a Pasquale Fratini, dietro pagamento di un canone di 10 scudi romani annui che successivamente fu di nuovo venduta.
Ai farnettani fu concessa la servitù di pascolo ('jus pascendi') e di raccolta della legna secca nel bosco ('jus legnadi') per dieci mesi l’anno (fatta eccezione per i mesi di ottobre e novembre) essendo questi territori appartenuti ancora in precedenza alla Comunità
di Farnetta, come dal Catasto del [[1744]].
Erano gravati di servitù non soltanto questi 93,50 ettari di terreno boschivo (nei vocaboli Il Castagno, La Cesa, Strapponi, Sodaretti, Sododritto), ma anche altri 40 ettari circa di bosco, ricadenti nel territorio di Avigliano (presso i vocaboli La Rena,
La Pola, La Cerreta, Tavoleto). È significativo osservare che in passato il castello di Farnetta deve aver avuto una maggiore importanza, in considerazione dei possedimenti (anche fuori di quello che oggi è il proprio territorio, che in precedenza doveva essere ben maggiore) e del numero di abitanti.
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== Antica chiesa di San Silvestro ==
La più antica chiesa di cui si hanno notizie in Farnetta è quella di [[S. Silvestro]], citata nei libri delle decime già dal XIII secolo. Con molta probabilità questa chiesa è stataper molti secoli la chiesa più importante di Farnetta, finché nel XV secolo venne costruita la nuova chiesa di S. Nicolò. Dove si trovasse con precisione questa chiesa non è noto, tuttavia non lontano da Farnetta, vicino vocabolo Zappa, esiste un campo di proprietà di una vecchia famiglia di Farnetta, chiamato San Silvestro.
Inoltre i Terenziani hanno acquistato tale terreno dalla parrocchia di Farnetta. Questa toponomastica è riporta anche nel Catasto Gregoriano della prima meta del XIX secolo e molti Farnettani sostengono che su quell’area in antico vi sia stato un
cimitero. Sta di fatto che ancora oggi è possibile trovare su questo campo resti di tegole e terracotta insieme a ossa. È significativo osservare che nei pressi di San Silvestro, esiste il toponimo “Vocabolo Castelvecchio”, che sembra confermare l’ipotesi della presenza di un abitato con una chiesa in questa parte del territorio di Farnetta.
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== Monumenti e luoghi d'arte ==
* Chiesa di [[S. Nicolò]] ([[XV-XIX secolo]])artisticamente illuminata di notte. La chiesa di S. Nicolò di Farnetta è più recente rispetto a quella di S. Silvestro. S. Nicolò fu eretta dopo il [[1467]]. Nella nuova chiesa di S. Nicolò fu trasportata un’immagine di S.Silvestro, che vi rimase fino al XVIII secolo. Per tutto il XV, XVI e XVII secolo la chiesa di Farnetta era riportata sotto il titolo di S.Silvestro e S.Nicolò. L’Alvi riporta infatti: “Chiese moderne ed introdotte dopo il 1467: S. Nicolò a Farnetta. Si pone questa chiesa lasciata addietro tra l’altre chiese (le chiese moderne sono riportate nell’ultimo capitolo del libro). Della quale nella visita apostolica si trova Rettore-Parroco Bartoluccio di Antonio da Viepri =[[1546]]=”.
* Palazzo Nevi ([[XVIII secolo]]), con l'annessa ''cappella gentilizia''
* Chiesa di [[San Lorenzo]] ([[X secolo]]), nella antica Parrocchia di F arnetta; La chiesa, di piccole dimensioni, è costruita con blocchi di pietra, di diversa grandezza, di reimpiego romani. In facciata, alcuni blocchi presentano pregevoli decorazioni floreali. Una cornice in pietra corre lungo entrambe le pareti laterali e per un breve tratto piega anche verso la facciata; probabilmente su essa si innesta la volta a botte della copertura interna. L’interno è a navata unica con volta a botte, preceduta da un piccolo atrio anch’esso voltato a botte, dove si notano tracce di affreschi. Il passaggio tra l’atrio e la navata avviene attraverso un varco sovrastato da un arco a tutto sesto, definito da una decorazione di mattoncini posizionati a dente di sega. La zona del presbiterio (rivolta verso Est), rialzata con due gradini, ospita l’altare a cippo, che ha un’iscrizione risalente all’anno Mille. L’abside è di forma semicircolare ed ha un semicatino superiore. La parete interna, opposta a quella dell’altare, presenta degli affreschi (XV sec.) ancora in buono stato.
Le pareti laterali, oltre ad avere tracce di affreschi, sono caratterizzate da cornici di pietra di varie forme, poste ad altezza diversa. Nell’intonaco sono inoltre visibili segni di aperture rimaneggiate nel tempo. La casa colonica limitrofa, che un tempo inglobava parte della chiesa, è attualmente in rovina,
* Cappella di [[S. Lucia]] ([[XVIII secolo]]),
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