Farnetta: differenze tra le versioni
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Il paese si trova ad una altezza di 385 m, su dolci colline umbre, a circa 4 km da [[Montecastrilli]] e 3 km da [[Avigliano Umbro]]. Secondo i dati del censimento Istat [[2001]], risulta abitato da 385 residenti.
== Storia ==
Il paese esiste sin dall'alto [[Medioevo]]. I primi documenti storici sono due. Uno segnato al numero 1174 del Regesto di Farfa e datato [[5 Marzo]] [[1112]] riporta la volontà del conte Rapizone di donare con una certa imprecisione una serie di chiese e fondi al monastero della Vergine Maria di Farfa con le relative clausole. Un altro segnato al numero 1175 e datato ancora 1112 riporta i nomi delle chiese e dei fondi donati e qui compare la chiesa di Farnetta e di [[S. Lorenzo]] in Nifili.
=== Le Terre Arnolfe ===
L’imperatore Enrico II, ultimo re di Germania ed imperatore della dinastia sassone, ed il papa giunsero ad un accordo, secondo il quale l’Imperatore cedeva alla Chiesa i territori delle Terre Arnolfe ed in cambio il papa cedeva alcuni altri territori in Carinzia. In forza di questo patto i discendenti di Arnolfo divennero vassalli della Chiesa. Quindi questi territori imperiali, noti con il nome di predium Terma, vennero ceduti alla Chiesa: Quoddam nostri iuris predium Terma dictum in ducatu Spoletano et in comitatu Narnensi situm. È interessante osservare che nell’atto non si parli di Comitatus Tudertinus. Il fatto tuttavia certo è quello che realmente dei conti Arnolfi risultano feudatari di questi territori a cavallo tra i comitati di Todi, Narni, Terni e Spoleto. Ciò è provato dalle numerosissime donazioni fatte all’Abbazia di Farfa.
Un aspetto importante riguarda l’estensione delle Terre Arnolfe. Non esiste un documento scritto in cui viene riportato che Farnetta facesse parte delle Terre Arnolfe; tuttavia la donazione del [[1112]] del Conte Rapizone degli Arnolfi, della chiesa di Farnetta al monastero di Farfa sembra definitivamente risolvere il problema della determinazione dell’estensione del Contado nel XI e XII secolo. È noto infatti che capitale delle Terre Arnolfe è stata Cesi e che nel corso dei secoli l’estensione di tale Territorio diminuì notevolmente.
Secondo il Milj fanno parte delle Terre Arnolfe i castelli di Sangemini, Cesi, Portaria, Acquasparta, Massa, Macerino, Castiglione, Purzano, Acquapalombo, Appecano, Balduini, Fogliano, Rapicciano, Collecampo, Cisterna, Scoppio, Fiorenzuola, Massenano, Arezzo, Palazzo, Rivosecco, Poggio, Villa S.Faustino, Casigliano, Montignano, Mezzanelli, Castel del Monte, Configni, Scajano, Quadrelli, Cicigliano,
[[Montecastrilli]]. A questo elenco il
===Il legame del Castello di Farnetta con con Todi===
Con il nuovo motu proprio di [[Leone XII]] del [[21 dicembre]] [[1827]] si assiste ad una importanete variazione della situazione amministrativa. Le modifiche sono per il territorio di Farnetta importanti. Il numero delle comunità autonome aumenta notevolmente e si realizza un’ulteriore frantumazione dello Stato Pontificio. Il comune di [[Montecastrilli]] ottiene l’autonomia e diviene sede di podesteria, soggetta al governo distrettuale di Terni nella delegazione di Spoleto.
Termina così il secolare dominio di Todi sui territori intorno Farnetta, ora per la prima volta soggetti al governo di Terni. Todi è sede di governo distrettuale nella delegazione di [[Perugia]].
[[Immagine:hpim1271.jpg|thumb|Stemma di Todi a Farnetta|400px|center]]
== La Macchia di Farnetta ==
Fin dal medioevo gli abitanti di Farnetta ('Conmunitas Castri Farnectae') possedevano vasti appezzamenti di bosco in proprietà collettiva. Il 17 ottobre 1828 la “macchia di Farnetta” delle dimensioni di circa 93,50 ettari fu concessa, su rogito di Vincenzo Petti, in enfiteusi perpetua al Comune di Montecastrilli su autorizzazione della Congregazione del Buon Governo di [[Roma]], dietro il pagamento di un canone annuo di 8 scudi romani. Questi terreni boschivi e pascolavi, spettanti in precedenza alla comunità di Farnetta, appartenevano formalmente alla Congregazione del Buon Governo, che li passò ai Carmelitani Scalzi di Roma. Successivamente, il Comune di Montecastrilli vendette, nel [[1858]], tale enfiteusi perpetua a Pasquale Fratini, dietro pagamento di un canone di 10 scudi romani annui che successivamente fu di nuovo venduta.
Ai farnettani fu concessa la servitù di pascolo ('jus pascendi') e di raccolta della legna secca nel bosco ('jus legnadi') per dieci mesi l’anno (fatta eccezione per i mesi di ottobre e novembre) essendo questi territori appartenuti ancora in precedenza alla Comunità
di Farnetta, come dal Catasto del [[1744]].
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l’accrescimento lento. Doveva essere sicuramente nota anche la maggiore durabilità che il legno di Quercus Frainetto presenta nell’utilizzo, come materiale da costruzione per solai e coperture.
Un’altra ipotesi sulla provenienza del toponimo Farnetta viene riportata da Pietro Stefanucci che nella Sua “Della descrizione di tutti
li castelli, villaggi del territorio e diocesi di [[Todi]] fatta dal nobil uomo Pietro figlio di Pirro Stefanucci antiquario di detta Città” scrive: “Farnetta, [[Castello]]. È probabile che avesse origine da qualche persona della gente Fannia, detta poi corrottamente dal
volgo Farnia in tempo della Colonia”.
[[Immagine:palomb.JPG|thumb|Antica torre di avvistamento nei pressi di Farnetta|400px|left]]
== Antica chiesa di San Silvestro ==
La più antica chiesa di cui si hanno notizie in Farnetta è quella di [[S. Silvestro]], citata nei libri delle decime già dal XIII secolo. Con molta probabilità questa chiesa è stataper molti secoli la chiesa più importante di Farnetta, finché nel [[XV secolo]] venne costruita la nuova chiesa di S. Nicolò. Dove si trovasse con precisione questa chiesa non è noto, tuttavia non lontano da Farnetta, vicino vocabolo Zappa, esiste un campo di proprietà di una vecchia famiglia di Farnetta, chiamato San Silvestro.
Inoltre i Terenziani hanno acquistato tale terreno dalla parrocchia di Farnetta. Questa toponomastica è riporta anche nel Catasto Gregoriano della prima meta del [[XIX secolo]] e molti Farnettani sostengono che su quell’area in antico vi sia stato un
cimitero. Sta di fatto che ancora oggi è possibile trovare su questo campo resti di tegole e terracotta insieme a ossa. È significativo osservare che nei pressi di San Silvestro, esiste il toponimo “Vocabolo Castelvecchio”, che sembra confermare l’ipotesi della presenza di un abitato con una chiesa in questa parte del territorio di Farnetta.
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