Gianmario Filelfo: differenze tra le versioni

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note
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==Opere==
I suoi scritti sono numerosi e tutti in latino. Furono scoperti molti anni dopo la sua scomparsa. Oltre alla storia, coltivò la poesia e fu coronato poeta "laureato". L'opera di maggior impegno è il ''Bellum Finariense'' ([[1453]]), che rimase manoscritto per tre secoli, sino a quando [[Ludovico Antonio Muratori]] volle inserirlo nell'ultimo volume dei ''Rerum Italicarum Scriptores''. Egli, però, dovette cedere alle pressioni politiche genovesi, sostituire nel volume l'opera del Filelfo, già pronta per la stampa dal [[1733]], con testi oscuri e malridotti e dichiarare di averne distrutto i tipi<ref>Il [[2 gennaio]] [[1734]] Ludovico Muratori scrisse: «Intanto è sbucata dall'inferno la discordia per dare tracollo anche alle lettere. Et io oltre al non sapere se si terminerà la mia raccolta "Rerum Italicarum", la quale era presso al fine...». In effetti l'ultimo volume uscì solo cinque anni dopo, completamente rifatto, dopo che il Muratori aveva atteso sino al [[1735]], sperando di salvare l'opera del Filelfo.</ref>. Fortunatamente lo stampatore, di sua iniziativa o su ordine del Muratori stesso, tirò nascostamente alcune copie, che probabilmente furono messe in circolazione solo durante la partecipazione genovese alla guerra di Successione Austriaca ([[1746]]-[[1748]]), se non dopo la morte del Muratori ([[1750]]). Le pagine più significative furono tradotte in italiano e pubblicate solo nel [[1979]] da Giovanni Battista Cavasola.
 
==Note==