Rik Van Looy: differenze tra le versioni

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'''Rik "Henri" Van Looy''' (nato a [[Grobbendonk]], [[Belgio]] il [[20 dicembre]] [[1933]]) è stato un noto [[ciclismo|corridore ciclista]] [[belgio|belga]] in attività negli [[anni 1950|anni Cinquanta]] e [[anni 1960|Sessanta]]. <br />
Fu pluri-campione del mondo per corse su strada, conosciuto anche come "Rik II" (per distinguerlo da un altro famoso corridore belga con lo stesso nome, [[Rik Van Steenbergen]]). Secondo un aneddoto, il piccolo Henri Van Looy una volta in estate aveva svolto il lavoro di distribuire il latte al vicinato servendosi di una bicicletta grande e pesantissima: il nomignolo di Rik II (Rik il secondo) gli sarebbe stato malignamente appioppato da qualcuno, alludendo ironicamente al grande Van Steenbergen, allora dominatore del ciclismo belga. Per ironia della sorte, proprio il piccolo lattaio sarebbe diventato il vero Rik Secondo.
Fu pluri-campione del mondo per corse su strada.
 
Passato professionista nel [[1953]] dopo un'ottima attività da dilettante, per i primi tre anni non ottenne che modesti successi in corse di scarso rilievo, tanto che la Bianchi di Coppi, che lo aveva opzionato nel 1954, lo lasciò ad altre formazioni. Quando però erano ormai in molti a dubitare del suo reale valore, vinse la Gand-Wevelgem del [[1956]]. Iniziò allora, ingaggiato dalla ricca squadra Faema dell'italo argentino Carlo Emesto Valente, che gli mise a disposizione un team di forti gregari, il suo inarrestabile e praticamente ininterrotto susseguirsi di affermazioni che ne fecero uno dei plurivittoriosi del ciclismo internazionale (371 successi: solo il "cannibale" [[Eddy Merckx]] lo supererà come numero complessivo di vittorie). Se alle corse in linea ed a tappe si aggiungono i criterium, i successi di Van Looy sono stati 492, tra cui 100 tappe nei più importanti giri.
 
 
Conosciuto anche come "Rik II" (per distinguerlo da un altro famoso corridore belga con lo stesso nome, [[Rik Van Steenbergen]]), Van Looy si meritò ben presto l'appellativo di "Imperatore di Herentals" per la sua origine fiamminga e per l'autorevolezza del suo ruolo nel gruppo ma anche per l'autoritarismo, a tratti dispotico, con cui controllava la corsa grazie al prezioso e oscuro lavoro di valorosi luogotenenti a lui totalmente fedeli (la famosa "Guardia Rossa").
 
Per la sua indomita combattività, contò moltissimi tifosi soprattutto in Belgio, dove restano famose le sue sfide prima con Van Steenbergen, poi con il suo erede Eddy Merckx. A questo proposito si racconta l'aneddoto del successore del grande Rik. Nel 1964 Van Looy aveva scelto come suo erede Ward Sels, un ottimo passista fiammingo che correva nella sua squadra, la Solo Superia. In quella squadra però esordì anche Merckx, che nel giro di un paio d'anni divenne di prepotenza il nuovo dominatore del ciclismo mondiale. Morale della favola: nello sport come nella vita, il tuo erede non è quello che scegli, ma colui che prende il tuo posto.
 
BrillòVan Looy brillò in particolare ai [[Campionato del mondo di ciclismo|Campionati mondiali]] che vinse in due consecutive occasioni ([[1960]] e [[1961]]). In altri campionati del mondo colse due secondi posti (1956 e 1963), un terzo posto (tra i dilettanti nel 1953) ed un quarto posto (1957).
 
Brillò in particolare ai [[Campionato del mondo di ciclismo|Campionati mondiali]] che vinse in due consecutive occasioni ([[1960]] e [[1961]]). In altri campionati del mondo colse due secondi posti (1956 e 1963), un terzo posto (tra i dilettanti nel 1953) ed un quarto posto (1957).
Considerata la sua pressoché totale imbattibilità nelle corse in linea, avrebbe potuto imporsi nelle competizioni iridate altre volte negli anni seguenti ma nel [[1962]] si presentò al via in precarie condizioni fisiche, convalescente per un brutto incidente accadutogli al [[Tour de France]] (era stato investito da una motocicletta), e l'anno successivo fu ''tradito'' dal suo gregario [[Benoni Beheyt]] (che lui stesso aveva voluto in squadra) il quale, in un convulso finale caratterizzato da scorrettezze reciproche, gli soffiò la vittoria. Uno ''sgarro'' che Beheyt pagò a carissimo prezzo: osteggiato in ogni modo dal suo ex capitano e costretto a correre per una squadra olandese, praticamente non vinse più nulla.