Villa Serego: differenze tra le versioni

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'''Villa Serego''', sita a Santa Sofia di [[Pedemonte]] in [[provincia di Vicenza]], è una [[villa veneta]] progettata dall'architetto [[Andrea Palladio]] probabilmente nel [[1565]].
 
Isolata all’estremo occidente della “geografia palladiana” del [[Veneto]] e una delle ultime fabbriche di [[villa]] progettate da Palladio, villa Serego a Santa Sofia rappresenta per molti versi un episodio eccezionale. A differenza della villa-tipo palladiana, generalmente un organismo fortemente [[gerarchia|gerarchizzato]] e dominato dal “pieno” della casa dominicale, Palladio preferisce qui articolare lo spazio attorno al grande “vuoto” del [[cortile]] centrale, prendendo probabilmente a modello le proprie ricostruzioni della [[villa romana]] antica.

Anziché di [[mattoni]] e [[intonaco]], le grandi [[colonna|colonne]] [[ordine ionico|ioniche]] sono realizzate con blocchi di [[pietra calcarea]] appena sbozzati e sovrapposti a creare pile irregolari: il tipo di materiale utilizzato (proveniente dalle [[cava|cave]] che i Serego possedevano poco lontano) e la dimensione gigantesca delle colonne contribuiscono a generare una sensazione di potenza mai raggiunta da nessun'altra villa realizzata.

Il committente è il veronese Marcantonio Serego, che entra in possesso della proprietà di Santa Sofia nel [[1552]] ma che solamente dal [[1565]] decide di rinnovare radicalmente il complesso edilizio ereditato dal padre. Poche e frammentarie sono purtroppo le notizie che riguardano le vicende costruttive del complesso, che venne realizzato solo in piccola parte rispetto alla grande estensione disegnata da Palladio nei ''[[Quattro Librilibri dell'architettura]]'' ([[1570]]): meno della metà del cortile rettangolare e in particolare la sezione settentrionale.

Nel [[1740]] [[Francesco Muttoni]] poté vedere il tracciato dell’intero cortile scandito dalle basi già poste in opera delle colonne che avrebbero dovuto completarlo. È dunque ipotizzabile che con la morte di Marcantonio negli [[anni ’801580|anni ottanta del Cinquecento]] i lavori siano stati definitivamente interrotti, anche se pare dimostrata la volontà di concludere almeno la parte del complesso riservata agli appartamenti signorili.

Entro la metà dell’Ottocentodell’[[XIX secolo|Ottocento]] la villa subì notevoli mutamenti a opera dell’architetto [[Luigi Trezza]]: nuovi ambienti abitabili vennero ad aggiungersi lungo il lato occidentale dell’edificio, innestandosi al tratto originale cinquecentesco e in parte manomettendolo, mentre alle testate del cortile lasciate incompiute veniva data un’immagine definitiva facendo girare [[trabeazione]] e [[balaustra]].
 
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