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I primi provvedimenti che vennero presi fu un amnistia generale per tutti i vandeani ancora nelle carceri e il parziale ritiro delle truppe repubblicane dalla Vandea, che in precedenza erano state sostituite da truppe regolari, queste infatti a differenza dei volontari che componevano le colonne infernali si limitavano al controllo dell'ordine pubblico.
{{Vedi anche|Trattato di La Jaunaye}}
L'accordo di pace si raggiunse il [[17 febbraio]] [[1795]], con il [[Trattato di La Jaunaye]] firmato da [[François Charette|Charette]] e [[Charles Sapinaud|Sapinaud]] e successivamente da [[Jean Nicolas Stofflet|Stofflet]], con il quale si garantiva la libertà di culto (abolendo anche se non ufficialmente la [[Costituzione civile del clero]] e ponendo fine alla distinzione tra sacerdoti "costituzionali" e "refrattari"), si rimborsarono i vandeani che avevano subito espropri o danni alle proprie proprietà e si riorganizzavano le città con nuovi rappresentanti del popolo e venne data la possibilità ai vandeani di arruolarsi nell'esercito o nella [[Guardia Nazionale francese|guardia nazionale]] che tornava a dipendere dalle autorità locali.<br/>
Stofflet firmò successivamente perché inizialmente non era d'accordo con questo trattato e al seguito di un piccolo esercito creato a [[Clisson]] riprende la guerra tra il marzo e l'aprile [[1795]] ma scontratosi con la colonna del generale [[Jean Alexandre Caffin|Caffin]] il [[1 aprile]] a Les Tailles subisce una pesante sconfitta, tuttavia qualche giorno dopo riesce a riprendersi assaltando un convoglio che trasportava armi, munizioni e viveri vicino [[Chemillé]]. Il [[2 maggio]] firmerà anche lui il trattato di La Jaunaye a [[Saint-Florent-le-Vieil]], accettando le stesse condizioni firmate da Charette, riuscendo però ad aggiungere il rilascio dei vandeani detenuti nelle carceri, il congedo per quelli arruolati forzatamente dai repubblicani agli inizi del [[1793]] e la consegna del [[Luigi XVII di Francia]] (che allora aveva 10 anni) alla Vandea.
 
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«''Riprendo con dolore le armi; ma i repubblicani hanno giurato la nostra rovina e noi possiamo evitarla solo combattendo. I dispacci dei principi mi annunciano che uno di loro deve mettersi alla testa di quella grande spedizione che darà tanta forza alle nostre armate. Non è sulla nostra sponda che questi fatti si compiranno, ma bisogna secodarli. È necessaria una diversione: ho contato sul vostro zelo ed esso non mi mancherà''»<ref>[[Jacques Crétineau-Joly]], ''Histoire de la Vendée militaire'', vol II pag 370</ref>
 
Il [[24 giugno]] [[1795]] la Vandea insorse per la seconda volta, nel giorno in cui vennero a sapere della morte del principe [[Luigi XVII di Francia|Luigi XVII]], avvenuta l'[[8 giugno]] e tenuta nascosta proprio per evitare lo scoppiò della guerra; inoltre erano ancora alleati con gli [[inglesi]], che grazie al precedente ritiro delle truppe repubblicane dalla Vandea non ebbero difficoltà a sbarcare in [[Bretagna]].
 
===Lo Sbarco a Quiberon===
Dopo la scomparsa del "esercito del centro" e dell'"esercito di Anjou", rimanevarimanevano soloil nuovo "esercito del centro" creato da Sapinaud, l'"esercito della Marais Breton" di Charette e Stofflet e l'esercito di chouan di [[Georges Cadoudal]] e [[Joseph de Puisaye]]. Nel frattempo i futuri regnati [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] e [[Carlo X di Francia|Carlo X]] presero parte all'insurrezione, soprattutto perché i vandeani continuavano a considerare, quello che in quel momento era l'erede al trono di Francia, come re di Francia. Infatti alla morte del giovane [[Luigi XVII di Francia|Luigi XVII]], quello che per il resto di Francia era solo il conte di [[Provenza]], per la Vandea era il successore del re Luigi XVII, e quindi era già re [[Luigi XVIII di Francia]]. <br/>
I due futuri sovrani furono determinanti per stringere l'alleanza con gli inglesi, che ottennero grazie alle amicizie che possedevano a Londra. Fu anche merito loro, la creazione dell'[[Esercito degli emigrati]], che era un esercito composto da nobili e volontari, che, come suggerisce il nome stesso, erano emigrati fuori dalla Francia per sfuggire alla repressione giacobina e che avevano composto un esercito personale con il quale tornarono in Francia per combattere al fianco dei vandeani con l'intento di restaurare la monarchia e riconquistarsi i propri territori. I due fratelli avevano anche una loro legione personale e dopo il fallimento della Seconda Guerra di Vandea, integrarono la loro e le altre legioni nell'esercito spagnolo impegnato nella [[Guerra d'indipendenza spagnola]].
{{vedi anche|Sbarco a Quiberon}}
 
 
 
==Note==