Eihei Dōgen: differenze tra le versioni

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== Il pellegrinaggio in [[Cina]] ==
 
Lì Dogen incontrò il successore di Eisai (morto nel 1215) [[Myozen]], di cui divenne discepolo e amico e con cui decise, nel 1223, di intraprendere un viaggio in Cina proprio allo scopo di approfondire il tema della ''natura di Buddha''. Partirono insieme con un piccolo gruppo di monaci dal porto di [[Hakata]] e dopo un viaggio avventuroso giunsero nell'attuale provincia dello [[Zhejiang]], ma mentre Myozen e gli altri monaci si diressero subito verso il monastero [[Tiangtonsi]], Dogen si attardò per alcuni giorni sulla nave. In queste circostanze avvenne uno degli incontri più importanti della sua vita che riporterà nella suo primo capitolo dello ''Eihei Daishigi'' (''Regole del monastero Eihei-j'') dal titolo ''Tenzo Kyokun'' (''Istruzioni a un cuoco zen''). In questa opera, che riprende l'opera cinese ''Chanyuan Qinggui'' (''Regole per i monasteri chan'', giapp. ''Zen'en Shingi'') redatta nel 1102 dal monaco cinese Changlu Zongze , Dogen racconta dell'incontro con un monaco cinese giunto sulla nave per acquistare dei funghi, un monaco vecchio ed umile che svolgeva il compito di sguattero di cucina. Alla domanda di Dogen perché nei monasteri cinesi non lasciavano ai più giovani dei compiti così faticosi permettendo quindi agli anziani la sola pratica meditativa e di studio consentendo loro di avanzare nella Via, il monaco cinese rispose che già quello che faceva era ''la pratica della Via''. Una risposta che implicitamente rispondeva anche alla domanda per cui Dogen era partito: "Qualsiasi cosa facciamo è la pratica della Via, è la pratica dei Buddha, non esiste differenza tra la pratica per raggiungere l'''illuminazione'' e la ''illuminazione'' stessa". Scorgere ciò e viverlo in ogni momento è il compito a cui viene chiamato il praticante buddhista. Così i consigli di Dogen per i cuochi zen: «Maneggiate anche una singola foglia di verdura in modo tale che manifesti il corpo del Buddha. Ciò a sua volta permette al Buddha di manifestarsi attraverso la foglia.» (dal ''Tenzo Kyokun''). È da notare che era comune usanza nei monasteri Chan affidare ai monaci più avanzati spiritualmente i compiti più umili, allo stesso modo si conmportòcomportò infatti [[Hongren]], il quinto Patriarca Chan, nei confronti di [[Huineng]], il sesto Patriarca, quando, dopo essersi accorto delle sue elevate doti spirituali, lo consegnò in cucina come sguattero. Dopo ulteriori incontri con il vecchio monaco cinese, Dogen raggiunse i suoi compagni nel monastero di Tiantongsi studiando sotto la direzione dell'abate Musai. Poi visitò altri monasteri facendo ritorno, nel 1225, al Tiantongsi che nel frattempo era passato sotto la guida di [[Rujing]] (1163-1228), un maestro Chan di scuola [[Caodong]]. Con il nuovo abate, Dogen visse una ulteriore profonda esperienza di ''illuminazione''. Era il mese di maggio del 1225, una notte un monaco vicino a Dogen cadde addormentato durante la pratica dello ''zuochan'' (giapp. [[zazen]]), allora il maestro Rujing lo scosse dicendogli: "Nel Chan mente e corpo sono da abbandonare, a che serve dormire?". Dopo aver ascoltato il dialogo, e compreso profondamente le parole di Rujing, Dogen si recò nella stanza del maestro comunicandogli che "Mente e corpo erano stati abbandonati". Rujing riconobbe l'autenticità del ''dunwu'' (g. [[satori]]) di Dogen e nel 1227 gli chiese di succedergli come abate del Tiantongsi ma Dogen rifiutò decindendo di rientrare in Giappone.
 
 
== Il ritorno in [[Giappone]] e la fondazione della scuola [[Soto]] ==