Agnone: differenze tra le versioni

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La tradizione vuole che Agnone sia sorta sulle rovine della città sannitica Aquilonia distrutta dai Romani durante la conquista del [[Sannio]]: nella zona sono stati recuperati diversi reperti archeologici, come la stele funeraria di ''Vibia Bonitas'', attualmente conservata al Teatro Italo Argentino, nel centro storico della cittadina. Agnone era importante centro durante la dominazione longobarda, e andò poi decadendo nei secoli immediatamente precedenti il 1000, mentre la Valle del Verrino e le alture circostanti divennero luogo di eremi, piccoli monasteri e piccole colonie agricole. Nel 1139 la potentisima famiglia dei Borrello, Conti di Pietrabbondante e capitani di ventura di Venezia, portarono sul luogo un notevole numero di soldati e artigiani veneziani, probabilmente provenienti dalle colonie dalmate della Serenissima (una più recente ipotesi dello scrittore veneziano Alvise Zorzi, propone la provenianza di questo gruppo dalle colonie veneziane della Puglia, ma il riscontro rimane impossibile per assenza di documenti e la questione resta dubbia). Appare però evidente la fondazione veneziana del paese vero e proprio - sorto sul colle arcuato di fronte al Monte Caraceno - a causa dei chiari segni di cultura veneziana ancor oggi osservabili nel quartiere originario, quello della Ripa, altrimenti detto "borgo veneziano". L'importanza di Agnone andò crescendo nel periodo angioino ed anche in quello aragonese, al punto che durante il regno borbonico delle Due Sicilie, la città fu tra le 56 città regie, direttamente dipendenti dal Re, libere da qualunque altra soggezione di tipo feudale, dotate di alto tribunale, con diritto di comminare pene capitali. Appartenente da sempre all'Abruzzo Citeriore, quando Giuseppe Bonaparte decise di creare la Regione Molise, essa fu lasciata con la regione di appartenenza. Ma durante il regno di Giacchino Murat, i maggiorenti del luogo chiesero ed ottennero il passaggio al Molise, fondando la richiesta sulla difficoltà geografica dei collegamenti abruzzesi, e sperando di assurgere ad un ruolo di dominio nella nuova, piccola regione. La prima delusione colse gli Agnonesi subito dopo questo passaggio, giacché i tre distretti in cui il Molise fu diviso, ebbero come centri e capoluoghi Larino, Campobasso ed Isernia, escludendo Agnone da ogni ruolo di preminenza amministrativa. L'Italia unita, del resto, riunificando l'Abruzzo e il Molise in un'unica regione, rese di fatto superato questo problema. Fiorente per ampiezza dell'agro e per numero e volume di imprese artigiane, Agnone poté sviluppare, nel corso dell'800, un alto numero di menti colte: medici, filosofi, giuristi, teologi, da cui le venne il nome onorifico di "Atene del Sannio". La rivoluzione dei prezzi legata al primo sviluppo dell'industria italiana di fine Ottocento, tuttavia, intaccò quest'equilibrio, dando il via al fenomeno dell'emigrazione.
Durante il Regime fascista, Agnone fu sede di confino per numerosi oppositori del regime, tra cui [[don Raimondo Viale]], protagonista de "[[Il prete giusto]]" di [[Nuto Revelli]].
Dal 1940, ad Agnone sorse un campo di concentramento per famiglie di zingari [[rom]] rastrellate in tutta Italia. Il prefetto locale a tale scopo, scelse ed ottenne dal vescovo dell'epoca la concessione del convento di S. Bernardino.
L'ultima crescita demografica, Agnone la ebbe negli anni '40, per poi subire una continua diminuzione dagli anni '50 ad oggi. Parallelamente - e paradossalmente - la cittadina vedeva i segni sicuri di un notevole sviluppo socio-economico, quali la nascita del locale Ospedale Civile, e quella delle scuole superiori, tra cui il Liceo Scientifico (primo del Molise), l'Istituto Tecnico Industriale, L'Istituo Professionale, tuttora presenti. È poi da menzionare - nel primo dopoguerra - la nascita del Teatro Italo Argentino (fondato grazie agli apporti degli agnonesi d'Argentina) che fu a lungo uno dei più ampi dell'Abruzzo-Molise, e al giorno in cui scriviamo (marzo 2008) è tornato ad esserlo per la chiusura di alcuni grandi teatri delle due regioni.
Gli ultimi decenni hanno visto Agnone sviluppare una cultura turistica moderna ed articolata, con la diffusione degli sport equestri, la creazione di numerosi centri di agriturimo, la costruzione di piscine, l'ospitalità di eventi di spettacolo e di studio (questi ultimi legati al mondo delle scienze mediche, della religione, e soprattutto alle notevoli ricchezze archeologiche e paleontologiche del circondario).