Gutta cavat lapidem: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
m Intanto la salvo, poi la amplierò
Riga 1:
{{S|letteratura}}
La [[locuzioni latine|locuzione]] [[lingua latina|latina]] '''gutta cavat lapidem''', tradotta letteralmente, significa ''la goccia scavaperfora la pietra'' ([[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], Ex Ponto, III, 10).
 
Vale come esortazione pedagogica per ricordare che con una ferrea volontà si possono conseguire obiettivi altrimenti impossibili.
 
==Storia==
La sentenza era un proverbio diffuso e citato da autori di età classica, è documentato infatti in poesia da [[Tito Lucrezio Caro|Lucrezio]] (''[[De rerum natura]]'', I 314 e IV 1281), da [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]] (''Epistulae ex Ponto'', III, 10 e ''Ars amandi'' I, 476) e [[Albio Tibullo]] (''Elegiae'' I, 4, 18).
 
La frase completa è:
{{quote|La goccia scava la pietra, l’anello si consuma con l’uso|[[Ovidio]], Epistulae ex Ponto, libro IV, 10, 5.|Gutta cavat lapidem, consumitur anulus usu|lingua=la}}
 
In tutti questi autori esso, essendo un perfetto ''[[hemiepes]]'', si presta sia come primo emistichio di [[esametro]] che come membro di [[pentametro]] [[dattilo|dattilico]].
Vale come esortazione pedagogica per ricordare che con una ferrea volontà si possono conseguire obiettivi altrimenti impossibili.
 
In prosa è invece impiegato in età [[Nerone|neroniana]] da [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]] (''Naturales quaestiones'' IV, 3)
 
Pochi decenni dopo, sempre in ambito naturalistico è documentata anche in [[lingua greca|greco]] da [[Galeno]]: Κοιλαίνει πέτραν ῥανὶς ὕδατος ἐνδελεχείῃ, cioè ''Con la costanza un gocciolio d'acqua perfora anche una rupe''<ref>[http://books.google.com/books?id=XEYOAAAAYAAJ&pg=RA5-PA636&dq=%22non+vi+sed+saepe+cadendo%22&as_brr=1&ei=xqQYSKTpHIjYyATc8NT5DA&hl=it]</ref>.
 
==Sviluppo==
Nel corso del [[Medioevo]] la sentenza fu ampliata nell'esametro '''''gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo''''', cioè ''la goccia perfora la pietra non con la forza, bensì con il continuo stillicidio'', usando cioè la seconda parte come spiegazione della [[analogia]] introdotta dal proverbio.
 
==Variante==
La si ritrova citata e ulteriormente glossata nella commedia ''[[Candelaio|Il candelaio]]'' di [[Giordano Bruno]], nella scena sesta dell'atto terzo:
 
{{Quote|La goccia scava la pietra, non due volte, ma cadendo continuamente,<br />Così l'uomo diventa saggio leggendo non due volte, ma spesso|Giordano Bruno
|''Gutta cavat lapidem, non bis sed saepe cadendo,''<br />''Sic homo fit sapiens bis non, sed saepe legendo''
|lingua=la
}}
 
==Note==
{{References}}
 
== Risorse lessicologiche on line ==