Liutprando: differenze tra le versioni

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reliquie di sant'agostino
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{{quote|Fu uomo di molta saggezza, accorto nel consiglio, di grande pietà e amante della pace, fortissimo in guerra, clemente verso i colpevoli, casto, virtuoso, instancabile nel pregare, largo nelle elemosine, ignaro sì di lettere ma degno di essere paragonato ai filosofi, padre della nazione, accrescitore delle leggi|[[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'', [[s:la:Historia Langobardorum - Liber VI|VI]], 58|''Fuit vir multae sapientiae, consilio sagax, pius admodum et pacis amator, belli praepotens, delinquentibus clemens, castus, pudicus, orator pervigil, elemosinis largus, litterarum quidem ignarus, sed philosophis aequandus, nutritor gentis, legum augmentator''|lingua=la}}
 
{{Bio
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Il legame con [[Carlo Martello (dinastia dei Carolingi)|Carlo Martello]] venne rafforzato nel [[737]], quando il sovrano ''de facto'' dei [[Franchi]] inviò a [[Pavia]] suo figlio [[Pipino il Breve|Pipino]] affinché Liutprando lo adottasse. Il re lo accolse benevolmente, lo fece rasare all'uso longobardo e lo rimandò al padre con ricchi doni. L'episodio rappresentò un passaggio fondamentale nella storia dei Franchi: attraverso quell'adozione Pipino divenne figlio di re e quindi legittimato, nell'ottica del tempo, ad assumere formalmente il trono a danno della [[Merovingi|dinastia Merovingia]] (cosa che fece nel [[751]]).
 
Nel [[738]] Liutprando sostenne nuovamente [[Carlo Martello (dinastia dei Carolingi)|Carlo Martello]] che, impegnato in quel momento a nord contro i [[Sassoni]], non poteva far fronte al contemporaneo attacco degli [[Arabi]] che, a sud, avevano invaso il territorio di [[Arles]]. Liutprando mobilitò il suo esercito, penetrò in [[Provenza]] e volse in fuga gli invasori. La vittoria sugli "infedeli" rafforzò anche le sue vesti di difensore della cristianità, già messe in luce quando, pochi anni prima, aveva messo in salvo dalla [[Sardegna]] (minacciata sempre dagli Arabi) quelle che si supponeva fossero le reliquie di [[sant'Agostino d'Ippona]].
 
I vantaggi dell'alleanza con i Carolingi, allora in piena ascesa, si videro immediatamente: nel [[739]], nel quadro delle azioni di Liutprando per affermare il proprio potere anche nel centro Italia, l'esercito longobardo saccheggiò il [[ducato romano]] e occupò varie roccaforti. [[Papa Gregorio III]] invocò l'aiuto di Carlo Martello offrendogli la sovranità sui domini bizantini in Italia, che avrebbe dichiarato decaduti. Ma il [[maggiordomo di palazzo]] franco non rispose all'appello.
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==La morte==
Morì nel gennaio [[744]] e il suo corpo è oggi conservato - insieme a quello di suo padre [[Ansprando]] - nella basilica di [[San Pietro in Ciel d'Oro]], a [[Pavia]], accanto al monastero, che fu fatto costruire per custodirvi le reliquie di [[Sant'Agostino d'Ippona|sant'Agostino]], acquistate in [[Sardegna]] nel [[723]] da pirati [[saraceni]] e donate alla città di Pavia.
 
{{Box successione|carica=[[Elenco dei re longobardi|Re dei Longobardi]]|immagine=Corona ferrea.png|periodo = [[712]] - [[744]]|precedente = [[Ansprando]]|successivo = [[Ildebrando]]}}