Giuliano Amato: differenze tra le versioni

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Nato a [[Torino]] da famiglia siciliana, che presto si trasferisce in Toscana. Dopo aver compiuto i suoi studi al Liceo Classico "Niccolò Machiavelli" di [[Lucca]], si laureò in [[giurisprudenza]] al [[Collegio medico-giuridico]] di [[Pisa]], ora [[Scuola Superiore Sant'Anna]], divenendo in tempi recenti anche Presidente dell'Associazione degli Ex-Allievi della Scuola, frequentò un master alla Scuola di legge della [[Columbia University]] di [[New York]] nel [[1962]]. Presto si impegnò parallelamente sia nell'ambito accademico, fino a divenire [[docente universitario]], sia in quello politico: in origine fu membro del [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]] (PSIUP), poi passò nel [[Partito Socialista Italiano]] (PSI), dove, nel [[1979]], denunciò le "forme degradanti" dei dibattito interno, a seguito della vicenda Eni-Petronim che portò alla sospensione dell'allora presidente [[ENI]], [[Giorgio Mazzanti]].
 
{{Vedi anche|Partito Socialista Italiano}}
Fu [[deputato]] del PSI dal [[1983]] al [[1994]] al fianco di [[Bettino Craxi]], del quale fu prima antagonista e poi consigliere economico e politico fino a diventarne sottosegretario alla presidenza del consiglio nel lungo [[Governo Craxi]] (1983-1987).
 
{{Vedi anche|Governo Goria|Governo De Mita|Governo D'Alema|Convenzione Europea}}
In seguito è stato Ministro del Tesoro dal 1987 al [[1989]] (governi [[Giovanni Goria|Goria]] e [[Ciariaco De Mita|De Mita]]) e dal [[1999]] al 2000 (Governo [[Massimo D'Alema|D'Alema]]), Ministro delle Riforme Costituzionali dal [[1998]] al 1999 (Governo [[Massimo D'Alema|D'Alema]]). Ha diretto l'Antitrust dal [[1994]] al [[1997]], ed ha anche coperto l'incarico di vicepresidente della [[Convenzione Europea]].
 
Professore di Diritto Costituzionale Comparato all'Università di Roma dal [[1975]] al 1997, è stato inoltre professore alle [[Università di Modena e Reggio Emilia]], [[Università di Perugia|Perugia]], [[Università di Firenze|Firenze]], NYU Law School e all'[[Istituto universitario europeo]], ancora a [[Firenze]].
 
{{Vedi anche|Governo Amato}}
Nel suo primo mandato da Presidente del Consiglio si trovò ad affrontare una difficile situazione finanziaria. Per questa ragione, l'[[11 luglio]] del [[1992]] emise un decreto retroattivo (al [[9 luglio]])<ref>decreto-legge 11 luglio 1992, n. 333 (Misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica), sostituito dalla legge di conversione 8 agosto 1992, n. 359</ref> con cui deliberò il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari per un "interesse di straordinario rilievo", in relazione ad "una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica". Le eccezioni di incostituzionalità contro quel decreto vennero successivamente respinte dalla Consulta<ref>sentenza n. 145 del 1995. Una copia è reperibile [http://www.giurcost.org/decisioni/1995/0143s-95.htm qui]</ref>. Dopo aver perso pesantemente la battaglia contro la svalutazione della lira, nell'autunno dello stesso anno varò una manovra finanziaria "lacrime e sangue" da 93000 miliardi di lire (contenente tagli di spesa e incrementi delle imposte), per frenare l'ascesa del deficit pubblico, e la prima riforma delle pensioni, che da lui prese il nome. Al termine del suo mandato pronunciò un accorato discorso alla Camera nel quale si impegnava solennemente ad abbandonare l'attività politica puntualizzando che non avrebbe mai infranto la promessa.
 
Nella fase definita ''Seconda Repubblica'', alla scomparsa dei partiti tradizionali, sopravvive politicamente alla fine del partito socialista ma non aderisce a nessun partito, pur rimanendo nel [[centrosinistra]] e avvicinandosi (senza mai parteciparvi) ai [[Democratici di Sinistra|DS]].
 
{{Vedi anche|L'Ulivo}}
È ora considerato tra i leader principali dell'intera coalizione di centrosinistra, ha avuto un ruolo importante nella concertazione dell'[[l'Ulivo|Ulivo]] e nella formazione dell'[[l'Unione|Unione]].
 
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Attualmente presiede la [http://www.balkan-commission.org/ Commissione internazionale sui Balcani], nata nell'aprile 2004, su iniziativa e col supporto della Fondazione Robert Bosch Stiftung (Germania), della fondazione Re Baldovino (Belgio), della German Marshall Fund of the United States e della Charles Stewart Mott Foundation (US).
 
{{Vedi anche|elezioni politiche del 2006}}
Al termine delle [[elezioni politiche del 2006]] riceve un nuovo mandato parlamentare alla Camera, venendo eletto deputato nella circoscrizione [[Toscana]].
 
Si parlava di lui come un possibile successore di [[Carlo Azeglio Ciampi]] nella carica di [[Presidente della Repubblica Italiana]]: il suo nome è stato proposto dalla [[Casa delle Libertà]]. L'Unione ha preferito candidare [[Giorgio Napolitano]], che è stato eletto al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]].
 
{{Vedi anche|Governo Prodi II}}
Il [[17 maggio]] [[2006]] viene nominato Ministro dell'Interno nel Governo Prodi II.
 
{{Vedi anche|Partito Democratico (Italia)}}
Dal [[23 maggio]] [[2007]] è divenuto uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] che riuniva i leader delle componenti del futuro PD; dopo la costituzione del partito, in quanto ex Presidente del consiglio aderente al partito, è componente di diritto del coordinamento nazionale del [[Partito Democratico]].