Protocollo di Kyoto: differenze tra le versioni
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Il [[16 febbraio]] [[2007]] si è celebrato l'anniversario del secondo anno di adesione al protocollo di Kyōto, e lo stesso anno ricorre il decennale dalla sua stesura.
== Termini e condizioni ==
Il trattato prevede l'obbligo in capo ai [[paesi industrializzati]] di operare una riduzione delle emissioni di elementi [[inquinamento|inquinanti]] ([[biossido di carbonio]] ed altri cinque [[gas serra]], ovvero [[metano]], [[ossido di azoto]], [[idrofluorocarburi]], [[perfluorocarburi]] ed [[esafluoruro di zolfo]]) in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni registrate nel [[1990]] — considerato come anno base — nel periodo [[2008]]-[[2012]].
Il protocollo di Kyōto prevede il ricorso a meccanismi di mercato, i cosiddetti Meccanismi Flessibili; il principale meccanismo è il [[Meccanismo di Sviluppo Pulito]]. L'obiettivo dei Meccanismi Flessibili è di ridurre le emissioni al costo minimo possibile; in altre parole, a massimizzare le riduzioni ottenibili a parità di investimento.
Perché il trattato potesse entrare in vigore, si richiedeva che fosse ratificato da non meno di 55 nazioni firmatarie e che le nazioni che lo avessero ratificato producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti; quest'ultima condizione è stata raggiunta solo nel novembre del [[2004]], quando anche la [[Russia]] ha perfezionato la sua adesione.
Premesso che l'atmosfera terrestre contiene 3 milioni di megatonnellate (Mt) di CO<sub>2</sub>, il Protocollo prevede che i paesi industrializzati riducano del 5% le proprie emissioni di questo gas. Il mondo immette 6.000 Mt di CO2, di cui 3.000 dai paesi industrializzati e 3.000 da quelli in via di sviluppo; per cui, con il protocollo di Kyōto, se ne dovrebbero immettere 5.850 anziché 6.000, su un totale di 3 milioni. Ad oggi (6 giugno 2007), 174 Paesi e un'organizzazione di integrazione economica regionale (EEC) hanno ratificato il Protocollo o hanno avviato le procedure per la ratifica.
Questi paesi contribuiscono per il 61,6% alle emissioni globali di gas serra.
Il protocollo di Kyōto prevede inoltre, per i Paesi aderenti, la possibilità di servirsi di un sistema di meccanismi flessibili per l'acquisizione di crediti di emissioni:
*''Clean Development Mechanism'' (CDM): consente ai paesi industrializzati e ad economia in transizione di realizzare progetti nei [[paesi in via di sviluppo]], che producano benefici ambientali in termini di riduzione delle emissioni di gas-serra e di sviluppo economico e sociale dei Paesi ospiti e nello stesso tempo generino crediti di emissione per i Paesi che promuovono gli interventi.
* ''Joint Implementation'' (JI): consente ai paesi industrializzati e ad economia in transizione di realizzare progetti per la riduzione delle emissioni di gas-serra in un altro paese dello stesso gruppo e di utilizzare i crediti derivanti, congiuntamente con il paese ospite.
* ''Emissions Trading'' (ET): consente lo scambio di crediti di emissione tra paesi industrializzati e ad economia in transizione; un paese che abbia conseguito una diminuzione delle proprie emissioni di gas serra superiore al proprio obiettivo può così cedere (ricorrendo all’ET) tali "crediti" a un paese che, al contrario, non sia stato in grado di rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni di gas-serra.
== Paesi aderenti ==
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