Jean-Jacques Rousseau: differenze tra le versioni
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===Religione===
Per capire appieno la posizione religiosa di Rousseau è necessario innanzitutto capire l'inconsistenza antropologica della sua cultura e l'anelito mistico che la domina. Se si può parlare di una rivoluzione rousseauiana essa riguarda la sociologia, la psicologia e il costume, ma per niente la filosofia. Rousseau è un pensatore che ebbe grande fortuna per il suo straordinario stile letterario, alla moda, e se si può parlare di una "rivoluzione" da lui compiuta essa riguarda il modello di retroguardia che egli propone contro il moderno a favore dell'antico (il suo sogno è Sparta). Egli è contro la modernità e contro la civiltà e la cultura, nel perseguimento di un utopico sogno di austerità e purezza primitiva
Le teorie di Rousseau furono particolarmente dibattute, al tempo, a causa dei giudizi in ambito religioso contenuti in esse. L'idea di Rousseau, che l'uomo fosse buono per riprodursi, era in contrasto con la dottrina del [[peccato originale]]; inoltre, la sua "[[teologia]] naturale", esposta dal Vicario Savoiardo nell<nowiki>'</nowiki>''Emilio'' portò alla condanna del libro sia nella [[Ginevra]] [[Calvinismo|calvinista]] che nella [[Cattolicesimo|cattolica]] [[Parigi]]. Nel ''Contratto sociale'' Rousseau afferma che i seguaci autentici di [[Gesù]] non potranno mai essere buoni cittadini, e quindi anche questo libro fu condannato a Ginevra. Rousseau non fu comunque un [[ateo]], anche se la sua fede e la sua filosofia contrastavano diversi principî del [[cristianesimo]]; inoltre, sempre nel ''Contratto sociale'', afferma che per il benessere e la coesione dello Stato sia necessaria una [[religione]], che contempli la fede in un dio unico, in una vita eterna e futura, e nella remissione dei peccati. In questo senso Rousseau è ritenuto fra i più coerenti teorici dell'intolleranza religiosa: secondo questa sua visione, lo Stato ha il diritto e il dovere di perseguire e sanzionare, in nome della volontà generale, coloro che non si adeguano alla confessione prevista dalla legge.
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