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Con alcuni compagni, decide nel mese di settembre di recarsi a Ravenna, per contattare Boldrini ed altri compagni conosciuti nella divisione Emilia, con i quali si augura di poter continuare la lotta. Destinato ad [[Alfonsine]] (RA) per la preparazione dei volontari destinati alla montagna, dopo qualche settimana costituisce un gruppo partigiano inizialmente formato da 6 elementi (noto come "[[gruppo Libero]]"). Il 9 novembre 1943 il gruppo inizia l’attività partigiana spostandosi nell’Appennino faentino con il compito di riunire gli eventuali isolati e i piccoli nuclei partigiani della zona.
 
===1943-1944: la Brigata Garibaldi Romagnola (8^ Brigata Garibaldi)Resistenza===
Attorno al 20 novembre, in seguito ad un’azione che “brucia” la sua copertura, Libero riceve l’ordine dal Comitato militare di pianura del PCI romagnolo di trasferirsi nell’Appennino forlivese, ad ovest di [[Galeata]] (28 novembre 1943), per organizzare, in veste di comandante, la neocostituita Brigata Garibaldi Romagnola, congiungendosi con il gruppo partigiano già lì presente e sino a quel momento guidato da [[Salvatore Auria]]. Nel giro di pochi mesi, il distaccamento passò da 40 a oltre 1.000 uomini effettuando dal dicembre 1943 al marzo 1944 numerose azioni di guerriglia costituendo anche, agli inizi di febbraio, una "[[repubblica partigiana]]" nella zona di [[Corniolo (geografia)|Corniolo]], esperienza che si protrasse per circa un mese, dando vita al cosiddetto '''"[[dipartimento del Corniolo]]"'''.
A gennaio, il capo del Comitato Militare Romagnolo, [[Antonio Carini]] ([[Orsi (partigiano)|Orsi]]) sale in montagna per verificare la situazione della Brigata. Secondo quanto riportato da Tabarri nel suo "Rapporto generale", la gestione della Brigata appare in contrasto con le disposizioni del FN. Per esempio, pare che solo in seguito ad animate discussioni con Orsi, Libero accetti di sostituire la stella rossa del berretto dei partigiani con la coccarda tricolore <ref>Flamigni-Marzocchi, Resistenza in Romagna, p. 166</ref>. A fine gennaio, Orsi è raggiunto da "Lino" ([[Angelo Guerra]]) che, sempre secondo quanto racconta Tabarri, registrerebbe in un rapporto come vi siano ''"deficienze come la mancanza di commissari e quindi del lavoro politico (...) Per Libero vien detto che è stato ricondotto ad accettare la linea direttrice del Partito e del FN e che accanto a difetti innegabili ha anche delle qualità per cui è possibile utilizzarlo. Ma bisogna inviargli un buon commissario."''<ref>"Rapporto Generale del comandante dell'8a Brigata" in ISR Forlì - L'8a Brigata Garibaldi nella Resistenza, p. 56 </ref>.