Softcore: differenze tra le versioni
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Altro fattore che delimita il confine fra una pornografia ''hardcore'' da una pornografia di tipo ''softcore'' è che nell'ultima non dovrebbero raffigurarsi o narrarsi certe pratiche sessuali come la masturbazione, il contatto esterno fra genitali e le eiaculazioni, ma al più gli ''effetti conclusivi'' che tali pratiche comportano. Ciò significa che, ad esempio, potrebbe essere ammissibile la raffigurazione di una epidermide imbrattata dal seme maschile ma ''non'' la fase dell'eiaculazione che invece caratterizza l'''hardcore''. Tuttavia è innegabile che con le precedenti considerazioni il confine fra pornografia ''hard'' e ''soft'' è alquanto labile e contestabile. Per esempio nulla di esattamente definito stabilisce se la minuziosa, ''calligrafica'' rappresentazione dei genitali (specialmente tramite foto o cinematografia) sia da ascriversi nell'una o nell'altra categoria. Comunque in linea di principio la produzione ''hardcore'' descrive la sessualità cruda (a volte commista ad aberrazioni e violenza) e cioè senza lasciare nulla alla suggestione, alla fantasia dello spettatore, mentre la pornografia ''softcore'' dovrebbe suggerire il messaggio racchiuso ''in simbolo'' nell'immagine (o nella scena).
Se per esempio una modella tiene fra le punta delle sue dita un alimento cilindriforme (un cannolo, un gelato, ecc.) che accosta alle labbra e dal quale fuoriesce del liquido cremoso il quale scende opportunamente lungo il suo avambraccio, ebbene l'immagine suggerice, ''simbolizza'' la [[fellatio]] nella sua completezza espressiva ma pudicamente cioè velata, appunto, da un simbolo. Ancora: una modella dotata di un seno prosperoso se si immerge in una piscina ed attorno a lei si movimenta e si gassifica l'acqua la quale lambendole i seni produce fra essi dei vortici schiumosi ''suggerisce'' l'eiaculazione che termina un [[coito intermammario]]. Da questi due esempi (fra i tanti) se ne deduce che la pornografia ''softcore'' ha bisogno di essere ''interpretata'' sia dal regista (o dal fotografo) che dallo spettatore.
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