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Immagine della moschea di Kairouan
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[[Immagine:100-0035 IMG.JPG|thumb|right|150px200px|Fusti di colonna in marmi colorati e capitelli di varia forma e di varie epoche reimpiegati nel colonnato della Grande moschea di Kairouan ([[VII secolo]])]].
Il fenomeno del '''reimpiego''' in [[architettura]] e [[storia dell'arte]] è costituito dal riutilizzo di materiale antico in costruzioni più recenti.
 
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==Il reimpiego in età romana==
[[Immagine:RomaPorticoOttaviaIngressoFrontoneInterno.JPG|thumb|right|200px250px|Reimpiego di elementi architettonici della fase precedente nel frontone dei propilei del [[Portico di Ottavia]] a Roma (età [[Dinastia dei Severi|severiana]]). La forma originale degli elementi architettonici riutilizzati come blocchi nei frontoni, è stata lasciata solo sul retro del frontone, in origine coperto alla vista da un controsoffitto che nascondeva il tetto a capriata lignea, ed oggi invece visibile all'interno del propileo per la scomparsa del tetto.]]
Il riutilizzo di materiali da costruzioni precedenti non fu molto diffuso in epoca tardo-[[Repubblica romana|repubblicana]] e nei primi secoli dell'[[Impero romano|impero]], a causa del carattere propagandistico di molte costruzioni pubbliche, destinate a celebrare i personaggi che le avevano finanziate. Una sempre maggiore disponibilità di pietre provenienti dalle cave, e in particolare di pregiate varietà di [[Storia del marmo nell'età antica|marmo]], provenienti dalle diverse [[Provincia romana|province]] dell'impero, rendeva inutile lo sforzo di riadattare materiali precedenti Fanno eccezione le parti della costruzione non visibili al pubblico, come le [[fondazione|fondazioni]], o i ''coementa'' del nucleo in [[Opera cementizia|cementizio]] della muratura, dove i blocchi di edifici precedenti eventualmente disponibili sul posto potevano essere fatti a pezzi e riutilizzati nella funzione di materiale edilizio indifferenziato.