Storia di Acri: differenze tra le versioni

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Nel 1084-1086 il conflitto di interessi sfociò in una guerra sanguinosa, cui presero parte anche il duca di [[Rossano Calabro]] e il conte di [[Bisignano]], uniti a spalleggiare gli acresi, contro l'abbate di [[Montecassino]] inviato dal papa a supporto dell'abbate Ugolino. La tregua, che prevedeva che il conte di Acri conservasse il possesso delle terre, ma con l'obbligo di versare un tributo ai monaci, risultò una chimera. Si susseguirono altre dispute ed il convento fu assaltato ed anche quelli limitrofi, e continuò in maniera così cruenta, che il Papa [[Urbano II]] scomunicò tutti i partecipanti, e la magistratura normanna condannò a cinque anni di carcere e al versamento di cinquemila libbre d'oro e d'argento agli avversari dei monaci, i quali riebbero le terre (ad onor del vero le terre appartenevano veramente al conte della città di Acri, e furono donate ai frati, con la somma per realizzare un romitoio adiacente al convento dai fratelli Urso Polite di Acri, fattisi frati in quel cenobio, e avendo donato parte del loro patrimonio alla chiesa, ma senza regio assenso dei regnanti del tempo i quali ne rivendicavano il diritto).
 
Intanto in quel periodo continuava il lento ma progressivo lavoro di latinizzazione voluto dai [[normanni]], ma in un ambiente fortemente legato al culto bizantino, infatti è da ricordare che [[San Nilo da Rossano]] tra il [[982]] e il [[987]] fondò nel territorio di Acri, il monastero dei Santi Adriano, Natalia e Demetrio, il più consistente centro dei [[Basiliani]] in [[Calabria]],nei cui pressi sorsero i quartieri Picitti,Schifo,Poggio assorbiti poi in processo di tempo dal casale albanese di [[San Demetrio Corone]],nelle vicinanze presso il colle Sant'Angelo in Acri antico (Sant'Antonio Abbate)sorse Garlatia,oggi scomparso,che presumibilmente doveva trovarsi presso l'attuale fiume Galatrella, nelle terre di giurisdizione del Patire (Rosssano[[Rossano Calabro)]], San Giorgio Martire che fu poi abbandonato,( forse per l'editto per l'espulsione degli Ebrei) e appresso fu rioccupato dai profughi Albanesi verso la fine del 1400.(Francesco Capalbo)
Pure l'ordine monastico dei [[Cistercensi]] svolse un ruolo importante nella vita spiritule del tempo nel territorio di Acri, realizzarono il monastero detto della ''SS.Trinità de Lignos Crucis'', così denominato perché possedevano un piccolissimo frammento della Croce di [[Cristo]], custodito in un'apposita teca. Questo monastero fu costruito tra il 1053 e il 1085 e ospitò l'Abbate [[Gioacchino da Fiore]], che lo descrisse ampiamente nelle sue memorie, e fu distrutto durante l'ultima incursione dei [[saraceni]] nel territorio intorno al 1210-1220. Il monastero fu importante insieme ad altri per lo sviluppo della coltura del [[baco da seta]] e in diverse altre attività artiginali, come per esempio la conceria delle pelli.