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===L'opposizione nobiliare===
Filippo, allo scopo di costituire un governo dei Paesi Bassi fedele alla [[Spagna]] e ligio alle direttive provenienti da [[Madrid]], pose diversi membri dell'alta nobiltà locale nell'organo di governo della regione, gli [[Stati Generali dei Paesi Bassi|Stati Generali]]; inoltre nominò capo degli Stati Generali il suo confidente [[Antoine Perrenot de Granvella]] e la sorellastra [[Margherita d'Austria]] governatricereggente.
 
Tuttavia, già a partire dal [[1558]], le speranze di Filippo furono deluse, in quanto gli Stati Generali cominciarono a sollevare una serie di obiezioni e proteste riguardo alla sempre più pesante politica fiscale, chiedendo anche il ritiro delle truppe spagnole dalla regione. Ulteriori interventi da parte del governo centrale incontrarono una crescente opposizione, diretta in particolar modo verso Granvelle, particolarmente odiato per la sua politica repressiva contro la libertà religiosa dei protestanti; varie petizioni per la sua rimozione dall'incarico da parte della nobiltà locale rimasero inascoltate, e alcuni dei più influenti nobili dei Paesi Bassi, tra cui il conte di [[Egmont]], il conte di [[Horne]] e [[Guglielmo I d'Orange|Guglielmo d'Orange]], decisero di ritirarsi dagli Stati Generali fino a quando Granvelle non fosse stato richiamato.
 
Nel [[1564]] Granvelle fu ritirato, ma sorse una nuova crisi quando, alla fine dello stesso anno, i nobili richiesero a Filippo di adottare una politica più tollerante e realistica verso la crescente parte di popolazione di religione protestante; Filippo dichiarò che l'unica risposta possibile da parte del governo di Madrid era quella di inasprire le misure anti-protestanti, il che provocò ancora una volta il ritiro dei nobili dagli Stati Generali e le proteste di alcune città come [[Bergen]] e [[Meghem]], nonchè un inasprimento degli scontri religiosi.
 
Nel [[1566]] una lega di 400 tra nobili e ricchi mercanti presentò alla reggente Margherita una petizione, detta [[Compromesso di Breda]], per ottenere maggiore tolleranza; in tale occasione uno dei consiglieri di Margherita, il conte di Berlaymont, chiamò i rimostranti "''[[pezzenti]]''" ("''gueux''"), appellativo che essi assunsero subito come proprio distintivo.