Adoro te devote: differenze tra le versioni

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Adóro te devóte, látens Déitas,<br/>
Quæ sub his figúris, vere látitas.:<br/>
Tibi se cor meum totum súbjicit,<br/>
Quia, te contémplans, totum déficit.
 
Visus, tactus, gustus, in te fállitur,<br/>
Sed audítu solo tuto créditur.:<br/>
Credo quidquid díxit Dei Fílius,;<br/>
Nil hoc Verboverbo veritátis vérius.<ref>Per ragioni metriche, che porterebbero a dover spezzare in due parti la parola ''veritàtisveritátis'' (veri-tàtistátis), l'ultimo verso della seconda strofa può trovarsi anche nella forma ''Nil hoc veritàtisveritátis Verbo vérius''. Fonte: {{cita web|titolo=Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia|url=http://www.zenit.org/article-239?l=italian|accesso=19-06-2008}}</ref>
 
In cruce latébat sola Déitas,<br/>
At hic látet simul et humánitas;:<br/>
Ambo támen crédens átque cónfitens,<br/>
Peto quod petívit latro pœnitens.
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Jesu, quem velátum nunc aspício,<br/>
Oro fíat illud, quod tam sítio,:<br/>
Ut, te reveláta cernens fácie,<br/>
Visu sim beátus tuæ glóriæ. Amen.<br/>
 
===Traduzione italiana===
Ti adoro devotamente, oh DioDeità nascostoche Ti nascondi,<br/>
Che realmentesotto Tiqueste celiapparenze sottoveramente questiTi simboliceli.<br/>
IlA te il mio cuore si affida tutto asi Teabbandona,<br/>
Perché, contemplando TecontemplandoTi, tutto [il resto] vien meno.
 
La vista, il tatto, il gusto, non Ti intendono <ref>Letteralmente "in Te s'ingannano": per una corretta interpretazione teologica si veda l'omelia del teologo padre Raniero Cantalamessa, pronunciata alla presenza del papa nella cappella Redemptoris Mater in Vaticano, la seconda settimana di Avvento del 2004 (10 Dicembre 2004). In essa Cantalamessa disse: «Non è che i sensi della vista, del tatto e del gusto, per se stessi, si ingannino circa le specie eucaristiche, ma siamo noi che possiamo ingannarci nell’interpretare quello che essi ci dicono, se non crediamo. Non si ingannano perché l’oggetto proprio dei sensi sono le apparenze - ciò che si vede, si tocca e si gusta- e le apparenze sono realmente quelle del pane e del vino. "In questo sacramento, scrive san Tommaso, non c’è alcun inganno. Gli accidenti infatti che sono percepiti dai sensi ci sono veramente, mentre l’intelletto, che ha per oggetto la sostanza delle cose, viene preservato dal cadere in inganno dalla fede" [S. Th. III, q. 75, a. 5, ad 2.]. Fonte: {{cita web|titolo=Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia, di padre Raniero Cantalamessa|url=http://www.zenit.org/article-239?l=italian|accesso=19-06-2008}}</ref><br/>
La vista, il tatto, il gusto, in Te falliscono,<br/>
Ma solo conattraverso l'udito si crede fermamente.<br/>
Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio,<br/>
Nulla è più vero di questoquesta Verboparola di verità.
 
Sulla croce era nascosta la sola divinità,<br/>
Ma qui è celata anche l'umanità;<br/>
CiononostanteEppure credendo e confessando entrambe,<br/>
Chiedo ciò che chiesedomandò il ladrone penitente.
 
Come Tommaso, non vedo le piaghe,<br/>
TuttaviaEppure Ticonfesso professoTe mio Dio,<br/>
Fammi credere sempre più in Te,<br/>
Che in Te io abbia speranza, che io Ti ami.
 
Oh memoriale della morte del Signore,<br/>
Pane vivo, che dai vita all'uomo,<br/>
Concedi al mio spirito di vivere di Te,<br/>
E di gustarTi così<ref>"illi" è un avverbio traducibile con "in quel luogo, colà" e dunque in senso figurativo "nella specie del pane"</ref> sempre dolcemente.
e che così io Ti gusti sempre dolcemente.
 
Oh amorevolepio Pellicano, Signore Gesù,<br/>
MondaPurifica me, immondo, col tuo sangue,<br/>
Una sola goccia del quale può<ref>"quit" (da "queo", cioè potere, essere in grado di) è nel verso successivo</ref> salvare<br/>
Tutto ilIl mondo intero da ogni peccato.
 
Oh Gesù, che velato ora ammiro,<br/>
Prego che avvenga ciò che tanto desiderobramo,<br/>
AffinchéChe, contemplando TecontemplandoTi col Tuo volto rivelato,<br/>
A tal vistaIo sia beato nella visione della tua gloria. Così sià.<br/>
 
== Note ==