Bernardino Ochino: differenze tra le versioni
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→Il rapporto con lo Schwenckfeld: modificato da "ministro" a "Arcivescovo di Canterbury". |
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A Zurigo rimase dal [[1555]] al [[1563]]: abita con Francesco Betti e frequenta [[Pietro Martire Vermigli]], [[Lelio Sozzini]], [[Francesco Lismanini]] e [[Isabella Bresegna]]. Vi compose la ''Disputa intorno alla presenza del corpo di Cristo nel Sacramento della Cena'', i ''Laberinti del libero arbitrio'' e i ''Dialogi XXX''. Nella ''Disputa'' sostiene che «può un huomo esser eletto, amato, grato, giusto, santo e salvo senza credere che il corpo di Cristo sia o non sia nel pane et il suo sangue nel vino», una teoria che evidenziando un’interpretazione soggettiva della vita religiosa e un diretto rapporto dell’uomo con la grazia divina, agli occhi dei riformati ortodossi equivale a svalutare, insieme con il rito sacramentale, anche l’importanza di Cristo nel processo di salvezza.
Nel gennaio [[1547]], Carlo V, a capo delle forze cattoliche, dopo la vittoria di [[Mühlberg]] sulla protestante [[Lega di Smalcalda]], pretese la consegna dell'Ochino il quale si rifugiò prima a [[Costanza]], poi a Basilea, e infine a [[Strasburgo]] da dove, insieme con Pietro Martire Vermigli, emigrò in [[Inghilterra]] nel [[1547]] su invito
L'ascesa al trono, nel [[1553]], della cattolica [[Maria Stuart]], costrinse nuovamente l'Ochino all'emigrazione: dopo il passaggio da Strasburgo, giunge a Ginevra il [[28 ottobre]] [[1553]], il giorno successivo all'esecuzione di [[Michele Serveto]], condannato al rogo dai calvinisti per le sue dottrine antitrinitarie.
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