Abramo Abulafia: differenze tra le versioni
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Nel [[1291]] scrisse la sua opera più difficile, gli ''Imre Shefer'' (Parole di bellezza); dopo questa data si perde ogni traccia di lui.
Abulafia chiama il suo sistema ''Qabbalah mistica''. Egli vuol distinguersi così dai suoi predecessori nella misura in cui la loro filosofia si accontenta di caratterizzare Dio come l'[[Qabbalah|En Sof]], con le ''sefirot'' come intermediari non ben definiti. Questo sarebbe semplicemente un metodo propedeutico al fine ultimo del profeta, la ''comunione con Dio''. I mezzi sono forniti dallo studio dei nomi di Dio - in particolare delle quattro lettere del [[Tetragramma]]ton YHWH - e dalla ''[[Qabbalah|gematriyah]]'', l'uso delle lettere come numeri con intendimenti simbolici. È assai probabile che molto in queste concezioni sia dovuto alla lettura di [[Eleazaro di Worms]] e in generale al misticismo tedesco.
L'influenza di Abulafia sullo sviluppo della [[Qabbalah]] fu, secondo l'opinione prevalente, di ritardarlo piuttosto che di favorirlo. Dopo di lui e per la sua grande influenza si moltiplicò la tentazione di "giocherellare" coi nomi di Dio e degli angeli e a impiegare la ''gematriyah'' per gli scopi più diversi.
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