Massacro di Rechnitz: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m correggo il plurale di "fila" AWB
Riga 6:
Nel [[1938]] Thyssen lasciò il castello di Rechnitz alla primogenita Margit (che vi risiedeva col marito, il conte Ivan Batthyány) e con l'inizio della [[seconda guerra mondiale]] si ritirò prudentemente in [[Svizzera]], nella villa "La Favorita" di [[Lugano]], da cui continuò tuttavia a gestire il suo immenso impero, rifornendo il [[Terzo Reich]] di [[carbone]], acciaio, [[sommergibile|sommergibili]] e [[siluro|siluri]] aerei. Lo stretto contatto tra Thyssen e le alte gerarchie naziste non si limitava alle forniture per l'industria bellica ma si estendeva a finanziamenti internazionali tramite la August-Thyssen-Bank di [[Berlino]]: nell'agosto [[1941]] fu finanziata la manutenzione del castello di Rechnitz, che nel frattempo era stato requisito dalle [[Schutzstaffeln|SS]]. Ciò non impedì a Margit von Batthyány di continuare a risiedere nel castello e di organizzare ricevimenti, i cui ospiti erano spesso alti esponenti civili e militari.
 
Negli ultimi mesi del [[1944]], a fronte dello spostamento del fronte in Ungheria, migliaia di ebrei ungheresi e [[zingari]] andarono ad accrescere le filafile dei 100.000 lavoratori forzati impiegati per la costruzione del "Vallo Sudorientale" (''Südostwall''), nel disperato tentativo di arrestare l'avanzata dell'[[Armata Rossa]]. Seicento ebrei, che si trovavano a Rechnitz per fortificarne le difese, vennero alloggiati nelle cantine del castello dei Batthyány in condizioni disumane.
 
==Il fatto==