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'''Starkaðr''' ("forte combattente"<ref>Il nome è presente anche sotto la forma '''Störkuðr''' e compare come '''Starcatherus''' nel ''[[Gesta Danorum]]'' di [[Saxo Grammaticus]] e come '''Starcadus''' nella [[Saga degli Skjöldungar]]</ref>) è uno degli eroi più celebri di tutto il corpus [[mitologia norrena|mitologico norreno]]. Nella sua figura, come è accaduto per molte altre figure eroiche del passato, sono confluiti tratti [[leggenda]]ri, tanto che fu definito parente del [[Jötunn|gigante]] [[Starkaðr (gigante)|Starkaðr]].
La nascita di questo eroe presenta molti tratti mitici: si ricollega infatti alla vicenda di [[Starkaðr Áludrengr]], che viveva presso [[Ulefoss]], anticamente detta ''Áluforsar''<ref>Gianna Chiesa Isnardi, pag 436, nota 2</ref>, una [[cascata]] in [[Norvegia]]. Il figlio di questo gigante, [[Stórverkr]] ("Colui che compie grandi azioni")<ref>Nel ''Gesta Danorum'' il nome è ''Storwerkus''</ref> era un ''landvarnamaðr'' del Re Araldo, ovvero uno dei difensori contro gli invasori, e dal sovrano ebbe in dono un'isola, dove dimorava e da dove partiva ogni tanto per le sue scorribande [[vichinghi|vichinghe]]. Durante uno di questi viaggi, Stórverkr rapì ''Unni'' ("amata"), la figlia di uno ''[[jarl]]'' e la prese in moglie: insieme ebbero un figlio, che fu chiamato Starkaðr in onore del nonno paterno.
Poiché Unni era stata rapita, i suoi fratelli cercarono vendetta appiccando fuoco alla casa della sua nuova famiglia
Poiché ''Herþjófr'' era molto bellicoso, anche il suo regno era spesso oggetto di scorrerie; così fece erigere delle cataste di [[legno]] sulla cima delle [[montagne]] da incendiare nel caso di un'invasione nemica e Víkarr aveva il compito di stare a guardia di ''Fenhring'' insieme a tre soldati. Così, dato che era vicino al luogo dove si trovava il fratellastro, un giorno Víkarr decise di andarlo a trovare e vide che Starkaðr era già un ragazzino piuttosto robusto per avere dodici anni: aveva la [[barba]] e si dimostrava piuttosto indolente, tanto che amava trastullarsi accanto al fuoco. Dopo aver visto che Starkaðr era così in forze, Víkarr decise di armarlo e partirono con una nave.
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Dopo aver radunato dodici uomini, i due andarono in cerca del re ''Herþjófr'' per vendicarsi del torto subito nove anni prima e lo scontro fra di loro fu durissimo: il re aveva molti soldati ma le trippe di Víkarr erano meglio addestrate e più agguerrite. Alla fine della battaglia, il re morì con tutti i suoi seguaci mentre non vi fu nemmeno un caduto fra le schiere di Víkarr. Così il giovane si impadronì di tutte le navi del defunto re e si recò ad [[Agder]]<ref>In [[lingua norrena|norreno]] ''Agðir''</ref>, dove una volta vi era il regno di Araldo, insieme a tutti coloro che una volta erano stati amici del padre.
Dopo aver stabilito il proprio dominio, Víkarr fece tante imprese gloriose con Starkaðr sempre al suo fianco, e il giovane condottiero si distinse a tal punto che gli fu regalato un anello d'[[oro]] pesante 3 ''merkr''<ref>Poiché 1 ''mörk'' (al pl. ''merkr'') corrisponde a circa 204/215 [[grammo|grammi]], è più probabile che per anello si intendesse un bracciale o un collare</ref>. Starkaðr inoltre era così caro al re da essere ''öndvegismaðr'', ovvero colui che alla tavola siede di fronte al re, il suo consiglie e infine il suo ''landvarnamaðr'', e questo rapporto di amicizia era ricambiato dal condottiero, in quanto Víkarr ricevette da lui in dono l'isola di [[Tromøy]]<ref>In [[lingua norrena|norreno]] ''Þrumar'', antistante Agder</ref>, che molti anni prima Re Araldo aveva dato a Stórverkr.
Dopo quindici anni in cui la situazione era stata tranquillamente la medesima, Re Víkarr fece vela da Agder verso nord, diretto a [[Hordaland]]<ref>In norreno ''Hörðaland''</ref> insieme ad un grosso contingente di uomini. A causa del [[vento]] contrario, rimase per diverso tempo ancorato fra certe piccole isole e allora fecero un [[divinazione|rito divinatorio]] per il vento favorevole. Il responso della divinazione fu che il dio [[Odino]] voleva che un soldato di quella truppa, estratto a sorte, fosse [[impiccagione|impiccato]] in suo onore. Tirarono quindi a sorte e risulto che proprio Re Víkarr fosse colui che doveva essere sacrificato e, dato il grande scalpore che fece tra gli uomini questa notizia, fu deciso che il giorno dopo i consiglieri si riunissero e deliberassero in materia.
Durante quella notte, all'incirca verso la [[mezzanotte]], Hrosshárs-Grani svegliò Starkaðr e lo invitò ad andare con lui; presero un'imbarcazione e remarono fino ad un'isoletta internta. Poi salirono verso la foresta e, giunti nel bosco, trovarono una radura, dove si teneva un'assemblea. Sugli scranni sedevano undici uomini e il posto del dodicesimo era vuoto: Hrosshárs-Grani si sedette in quel posto vuoto e tutti gli altri diedero il benvenuto a [[Odino]]. Il dio disse che i giudici dovevano decidere il destino di Starkaðr.
==Note==
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