Utente:Helios/Sandbox/2: differenze tra le versioni

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|Gianna Chiesa Isnardi, ''I miti nordici'', pagg 418-419}}
 
Dopo questo dialogo, i giudici decisero che si sarebbe applicato a Starkaðr tutto ciò che era stato pronunciato e in seguito l'assemblea si concluse. Il giovane e ''Hrosshárs-Grani'' tornarono all'imbarcazione. Il vecchio, sotto le cui spoglie si celava Odino, chiese a Starkaðr una ricompensa per tutte le concessioni che gli aveva fatto. Così facendo diede al giovane una [[lancia (arma)|lancia]] che aveva le sembianze di una [[Phragmites australis|canna]] e ritornarono insieme a tutti gli altri. Il mattino seguente il consiglio deliberò che il sacrificio del Re Víkarr dovesse essere solo simulato: poco distante infatti c'erano un abete e un tronco che sembravano adatti a questo scopo. Era ora di cena e quindi Starkaðr notò delle interiora di [[vitello]] che avrebbero formato un [[cappio]] poco insidioso per il re, e poi avrebbe dovuto trafiggerlo con la canna, in modo da simulare l'impiccagione di [[Odino]].

Re Víkarr affrontò il suo destino e, una legato il cappio al collo, Starkaðr sciolse il ramo e lo trafisse con la canna che nel frattempo era diventata una vera e propria [[lancia (arma)|lancia]], il tronco cadde dai piedi del Re levandogli ogni tipo di appoggio, e gli intestini del vitello si trasformarono in un robusto [[vimini]], mentre il ramò si innalzò sollevando fra le foglie dell'abete il re, che morì di lì a poco<ref>Questo resoconto della morte di Víkarr è riferito secondo la ''[[Saga di Gautrekr]]'', mentre appare leggermente diverso nel ''[[Gesta Danorum]]'': in questa versione il rito divinatorio fu fatto a causa di violente [[tempesta|tempeste]] che si erano scatenate sulla flotta; inoltre, non si accenna agli intestini di vitello. [[Saxo Grammaticus]] fornisce due versioni (una condivisa, mentre l'altra scartata): secondo la prima Starkaðr aveva avvolto attorno al collo di Víkarr (che qui ha il nome di ''Wicarus'') un laccio di vimini per simulare il sacrificio, ma il nodo fu così stretto da strangolare il re. Secondo l'altra versione il cappio di vimini si indurì enormemente diventando come il ferro. Inoltre viene riferito come il Re sia stato trafitto da una [[spada (arma)|spada]] e non da una lancia</ref>. A causa di questa morte, quel luogo si chiama ''Víkarshólmar'' ("Isolotti di Vikarr").
 
Per aver quindi ucciso il Re, Starkaðr fu disprezzato da tutti gli astanti e dovette fuggire da ''Hordaland''<ref>Nel ''Gesta Danorum'' si narra che Starkaðr, presa la nave di Víkarr, si unì ad un [[pirata]] [[vichingo]] con il quale visse una vita austera ma ricca di conquiste. Si dice che invasero anche i [[Russia|territori russi]], nonostante gli abitanti, nel tentativo di arrestare la loro avanzata, avessero disseminato il loro cammino di [[chiodo|chiodi]]</ref>. Così andò via dalla [[Norvegia]] e pare che non vi tornò mai più, ma si recò in [[Svezia]], rimanendo a lungo<ref>Saxo Grammaticus precisa in merito che Stakaðr si fermò sette anni in Svezia</ref> a [[Uppsala]] con i sovrani ''Alrekr'' ("totalmente potente") e ''Erik'' (in norreno ''Eiríkr'', "potente da solo") e partecipò alle loro scorribande.
 
==Note==