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In seguito, l'eroe affrontò altri guerrieri e li uccise tutti, tuttavia non senza aver ricevuto molte ferite gravi: una al [[collo]], tanto profonda che vi si poteva vedere attraverso; una al [[petto]], sicché i [[polmone|polmoni]] fuoriuscivano; inoltre un dito della mano destra era stato amputato. Alla fine, l'esercito di [[Sigurðr Hringr]] ebbe la meglio sui danesi e in seguito il sovrano si incontrò con i ''Gjúkungar'' ("i discendenti di [[Gjúki]]"); fu in questo frangente che Starkaðr ebbe modo di affrontare [[Sigfrido|Sigurðr]]<ref>Starkaðr è ricordato insieme a Sigurðr anche nel ''[[Flateyjarbók]]'', dove si narra che questi due eroi sono nell'[[inferno]] insieme.</ref>, l'uccisore di [[Fáfnir]], che gli assestò un colpo con l'impugnatura della spada così forte da fargli perdere due denti<ref>In merito a uno di questi due denti persi a causa di Sigfrido vi è una leggenda: si narra infatti che questo, dal peso di sette ''aurar'' (al singolare ''eyrir'', un'unità di peso che corrisponde un ottavo di ''mörkr'', ovvero circa 30 grammi) era stato portato in [[Danimarca]] come se fosse una [[reliquia]], dove lo si poteva vedere attaccato alla [[corda]] di una [[campana]]. Nel suo peso sono state enfatizzate ancora una volta le dimensioni di Starkaðr, più simile ad un gigante che ad un uomo. Nell<nowiki>'</nowiki>''Islandske annaler'' viene riportato che uno di questi denti era conservato ad [[Aquisgrana]] insieme alla spada di Sigfrido.</ref> e costringerlo alla fuga.
===L'omicidio di Áli===
Contro il Re [[Onela|Áli il Prode]] Starkaðr compì l'ultimo dei suoi crimini: infatti, poiché il sovrano si era distinto per crudeltà e tirannia, dodici capi danesi<ref>Il motivo dei dodici capi danesi compare anche nella ''Saga degli Skjöldungar'', anche se in questo testo il committente del delitto è indicato nella persona di [[Fróði]], il padre di [[Ingjaldr]] e per questo motivo sarebbe precedente alla [[Battaglia del Brávellir]]</ref> complottarono alle sue spalle e corruppero l'eroe perché si unisse a loro. Per questo Starkaðr ricevette circa 120 marchi d'argento<ref>Si parla dei 120 marchi d'argento nella ''[[Saga degli Skjöldungar]]'', in seguito, però, si allude al fatto che Starkaðr fosse stato ricompensato con [[oro]] piuttosto che con [[argento]].</ref>
Starkaðr decise di compiere quel delitto mentre il re stava facendo il bagno: dapprima fu gelato dallo sguardo del re, che lo impaurì e lo trattenne, il re, allora, non sospettando alcunché a causa dell'amicizia di lunga data che li legava, lo invitò ad avvicinarsi. Starkaðr avanzò con la lama sguainata e la affondò nella gola del re mentre questi cercava di alzarsi. Áli morì ridendo, poiché disse di aver compreso chi era il vero mandante di quel delitto<ref>All'uccisione del sovrano alludono anche due altre fonti, la ''[[Saga degli Ynglingar]]'' e la ''[[Saga di Egill]]''</ref>. Starkaðr, dopo aver commesso quell'omicidio, fu assalito dal rimorso e dalla vergogna e pianse per il dolore di quello che aveva fatto<ref>Nella ''Saga degli Skjöldungar'' è narrato che dopo questa azione, Starkaðr, non volendo restare con Fróði, stette per un certo periodo in [[Russia]] e in seguito si trattenne sette anni in [[Svezia]], dalla quale partì disgustato dai riti che ivi si svolgevano</ref>. Allora si volle vendicare di coloro che l'avevano spinto a tale gesto e ne uccise diversi.
===La morte===
Starkaðr aveva ormai passato una vita troppo lunga e così, ritiratosi dai combattimento e dalle campagne di guerra, decise di andare incontro a una fine volontaria e affrettare quindi la morte. Non voleva, tuttavia, morire per una causa diversa dalla spada, altrimenti il suo onore di guerriero ne avrebbe decisamente risentito, e solo con una fine gloriosa le sue imprese avrebbero brillato maggiormente. Desideroso a tal punto di morire, cominciò a girare con al collo l'oro che gli era stato dato per l'uccisione di Áli: in questo modo avrebbe potuto pagare un uccisore, ritenendo che la compensa per la sua morte dovesse essere la medesima che egli aveva avuto per l'omicidio del sovrano.
L'uccisore di Starkaðr fu ''Höðr''<ref>''Hatherus'' nel ''Gesta Danorum''</ref>, figlio di uno di quelli che l'avevano spinto al delitto di Áli e che quindi aveva in seguito ucciso. Avvenne infatti che, mentre Starkaðr colpiva con una delle due spade che portava con sé un contadino che aveva osato chiederla in dono, Höðr lo vide. Egli volle dapprima intimorire il vecchio, ma quando vide che quello voleva ripagare il loro affronto con la morte, gli si avvicinò e lo riconobbe. Allora Starkaðr gli offrì l'oro e allo stesso tempo la possibilità di vendicare il padre. Prima di morire Starkaðr recitò dei versi nei quali lasciava memoria dei suoi sentimenti e delle sue imprese.
Così Höðr accetto e diede un colpo sulla [[nuca]] a Starkaðr con la stessa spada che questi gli aveva dato. È ricordato che quando la testa dell'eroe fu mozzata e cadde a terra, morse furiosamente l'erba<ref>Nell<nowiki>'</nowiki>''[[Helgakviða Hundingsbana önnor]]'' è narrato che Starkaðr cadde in battaglia per mano di [[Helgi]], e che dopo che questi gli aveva mozzato la testa, il suo corpo avesse continuato a combattere furiosamente</ref>. In seguito Höðr lo fece seppellire nella piana vicina, non volendo che un eroe così glorioso rimanesse insepolto.
==Note==
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