Longobardi: differenze tra le versioni

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Tra la fine del IV e l'inizio del [[V secolo]], i Longobardi tornarono a darsi un re, [[Agilmondo]]<ref>Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber I| I, 14]].</ref>, e dovettero confrontarsi con gli [[Unni]], chiamati "Bulgari" da Paolo Diacono<ref name="DiaconoI16">Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber I| I, 16]].</ref>. Nonostante un'iniziale sconfitta e la morte sul campo dello stesso sovrano<ref name="DiaconoI16" />, secondo la tradizione longobarda riuscirono a non essere ridotti al rango di loro vassalli grazie al valore del nuovo re, [[Lamissone]]<ref>Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber I| I, 17]].</ref>. La storiografia moderna, tuttavia, non è concorde sul credito che si deve accordare a questa ricostruzione: se è possibile che in effetti i Longobardi avessero conservato la propria indipendenza, o almeno un'autonomia, rispetto agli Unni<ref name="Jarnut13" />, i nomi dei successori di Lamissone - [[Leti]] (da cui prese nome la prestigiosa stirpe regia dei [[Letingi]]), [[Ildeoc]] e [[Godeoc]] - sembrano indicare un'[[onomastica]] alla unna ([[lingua unna|unno]] ''-juks''), e quindi una reale e forse non breve sottomissione<ref>Capo, p. 388.</ref>. La battaglia vinta da Lamissone non sarebbe stato quindi che un fortunato episodio di rivolta al nuovo dominatore contro le genti [[germani]]che, [[iranici|iraniche]] e [[slavi|slave]] dell'Europa centrale<ref>Rovagnati, p. 21.</ref>.
 
{{cn|Sempre tra IV e V secolo i Longobardi furono [[cristianizzazione|cristianizzati]] da monaci [[arianesimo|ariani]]}} ed ebbe avvio la trasformazione della loro dell'organizzazione tribale longobarda verso un sistema guidato da un gruppo di [[duca|duchi]]; questi comandavano proprie bande guerriere sotto un sovrano che, ben presto, si trasformò in un [[re germanico|re vero e proprio]]. Il re, eletto come generalmente accadeva in tutti i popoli [[indoeuropei]] per acclamazione dal [[Gairethinx|popolo in armi]], aveva una funzione principalmente militare, ma godeva anche di un'aura sacrale (lo "''heill''", "carisma"); tuttavia, il controllo che esercitava sui duchi era generalmente debole<ref>Jarnut, pp. 24-26; Rovagnati, pp. 18-19.</ref>.
 
====In Norico====
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L'alleanza con Bisanzio e i Franchi permise di mettere a frutto le convulsioni che scossero il regno ostrogoto, soprattutto dopo la morte del re Teodorico nel [[526]]. Il culmine della politica matrimoniale di Vacone fu però il matrimonio di sua figlia Visegarda con [[Teodeberto I]], re dei [[Franchi]]. Morta poco dopo Visegarda, il legame fu reiterato col matrimonio tra la sorella più giovane di Visegarda, Valderada, con [[Teodebaldo]], figlio del re franco. Nel [[539]] Vacone respinse un'offerta di alleanza (o piuttosto, visti gli estremi cui gli Ostrogoti erano giunti, una supplica) del re ostrogoto [[Vitige]] col pretesto della propria alleanza con l'imperatore [[Giustiniano]], non documentata: l'episodio conferma come in quel momento i Longobardi fossero una potenza sempre più integrata nello schieramento franco-bizantino.
 
In questo periodo ebbe inizio il processo di [[cristianizzazione|cristianizzati]] dei Longobardi, compiuto da monaci [[arianesimo|ariani]].
 
====In Pannonia====