Fuoco greco: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
{{wik|dicembre 2005}}{{stub storia}} |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
{{wik|dicembre 2005}}{{stub storia}}
Il '''fuoco greco''' era l'espressione usata per indicare una miscela esplosiva usata dai [[Bizantini]] per incendiare il naviglio avversario o tutto quello che poteva essere aggredito dal fuoco.
La formula della miscela che componeva il "fuoco greco" non ci è però ancora pervenuta, tanto essa era custodita gelosamente. Si ipotizza nondimeno che il "fuoco greco" - la cui invenzione si attribuisce a un Greco originario della città [[Siria|siriana]] di [[Baalbek]] (allora Eliopolis), di nome Callinico - fosse una miscela di [[pece]], [[zolfo]] e calce viva contenuta in un grande otre di pelle o di terracotta ( ''sìfones'' ) collegato ad un tubo di rame, montato sui dromoni bizantini, che veniva spruzzata con una semplice pressione del piede sulle imbarcazioni nemiche oppure catapultata con appositi strumenti sul naviglio nemico.<br>
La caratteristica che rendeva temuti questi primitivi lanciafiamme era che il "fuoco greco" non poteva essere spento con l'acqua e di conseguenza le navi, realizzate in quel periodo in legno, coi [[comenti]] dello scafo impermeabilizzati tramite [[calafataggio]] e con velatura e [[sartia|sartie]] e [[drizza|drizze]] di fibre vegetali anch'esse intrise di pece, erano destinate a sicura distruzione.<br>
Fu grazie al "fuoco greco" che il secondo [[assedio]] degli [[Arabi]] [[musulmani]] (condotto fra il [[674]] e il [[677]]) fallì ma anche in altre occasioni l'arma fornì servigi essenziali a [[Costantinopoli]] e ad altre città dell'[[Impero bizanrtino]] per sfuggire ai loro assedianti.
|